Un disco di cui i ventenni avrebbero bisogno ma che parla di ciò che non vorrebbero sapere.
[ 07.12.2018 | Goodfellas | pop cantautorale ]
Galoni è tra i pochi cantautori italiani che riescono a unire tradizione e attualità in maniera credibile e questo nuovo lavoro, Incontinenti alla deriva, è la conferma di quanto sapevamo da tempo. Un disco aggraziato che mette in mostra tutta l’emotività dell’artista ma che sa anche farsi duro e crudo nei confronti delle ambiguità dell’attuale società.
La musica è puro e semplice folk, quello dei grandi autori americani (e qui curioso l’accostamento col brano L’America è una truffa): quello di Sufjan Stevens, di Bon Iver, di Bob Dylan e Neil Young, quello capace di farsi sfondo perfetto per le anime ancora capaci di cantare i propri tormenti e le proprie speranze. Sotto l’aspetto lirico e nelle melodie vocali, Galoni mantiene invece intatta la tradizione italiana, intesa nel senso più ampio e dunque da De Gregori a Brunori Sas, pur riuscendo ad attualizzare le sue canzoni palesando una certa attenzione per il presente.
Il lavoro ha la malinconia di quei dischi fuori dall’ordinario per qualità e raffinatezza ma destinati all’ombra per l’incapacità di apprezzarli da parte della generazione apparentemente più viva e fertile, quella dei ventenni ormai disabituati a questo tipo di ascolti. Galoni racconta con disincanto ciò che vive, senza la meschinità, l’arroganza e la paraculaggine di chi vuole raccontare una storia di vita banalmente uguale a ciò che è richiesto da chi ascolta. È anche un disco amaro e disilluso (vedi chiusura di Status Quo) e proprio per questo ancor più sincero e capace di metterci davanti alle nostre inquietudini se abbiamo la pazienza di dargli il tempo di cui ha bisogno.
Incontinenti alla deriva è quello di cui la generazione di vent’anni avrebbe bisogno ed anche quello di cui quella generazione non vuole sapere. Continuiamo a farci del male convinti che gli scaltri che vantano le loro dipendenze, le loro scopate e i loro soldi per qualche ascolto in più siano i saggi da ammirare e idolatrare.
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Last modified: 4 Ottobre 2019