In attesa di un nuovo anno di musica, ecco dieci titoli fuori classifica tutti da scoprire.
Attendo questo momento come un bambino che aspetta di poter scartare i regali sotto l’albero a Natale. È il momento in cui, finalmente, posso fare un resoconto e raccontarvi alcuni fra gli album che più mi hanno colpita nel corso dell’anno, nella speranza che possiate recuperare quelli più affini alle vostre preferenze e magari scoprire qualche nuova gemma. Nella lista che segue ho incluso dieci dischi non presenti nella nostra top 50 di redazione, né nella mia personale top 10, che difficilmente troverete in altre classifiche ma comunque assolutamente meritevoli di un ascolto (o naturalmente anche più di uno, se vi va!). Ce n’è davvero per tutti i gusti (e generi): a voi la scelta.
Eye Flys – Eye Flys
[ 26.01.2024 | Thrill Jockey | sludge, noise rock ]
Se avete letto il nome di questa band e immediatamente avete pensato al titolo di quel pezzo dei Melvins, siete sulla strada giusta. Il trio di Philadelphia è una vera e propria manna dal cielo (o dal fango?) per gli amanti delle sonorità di Helmet, Jesus Lizard e Unsane, o semplicemente una validissima alternativa per chi (come chi scrive) non riesce proprio a togliere dal piatto l’ultimo capolavoro firmato Chat Pile. Fra il noise più saturo e distorto e lo sludge più putrido, l’incedere esasperante e magmatico di questo album vi avvinghierà lentamente e vi inghiottirà senza possibilità di salvezza, come una lurida massa di sabbie mobili. Siete pronti?
MaDDaM – MaDDaM
[ 29.03.2024 | Wild Honey | garage punk, pop punk ]
Celate dietro un meraviglioso palindromo, le tre lettere iniziali del nome proprio che accomuna le due menti di questo energico progetto garage punk/power pop tutto squisitamente nostrano: Damiano Cason e Damiano “Wilson” Negrisoli (Bee Bee Sea, Yonic South). L’eponimo album di debutto è un effervescente gioiellino fatto di nove entusiasmanti tracce, con trascinanti refrain che vi verrà voglia di cantare ancora, e ancora, e ancora. Una traccia su tutte: Black Friday, che vi resterà incollata addosso per ore. Un ulteriore consiglio? Ascoltatelo durante un tragitto in auto e – se non fa troppo freddo – non abbiate paura e abbassate quei finestrini. L’umore dei passanti ne risentirà positivamente.
Chanel Beads – Your Day Will Come
[ 19.04.2024 | Jagjaguwar | indie pop, electronic, ambient, experimental ]
Il sogno in technicolor proiettato dal produttore Shane Lavers, deus ex-machina del progetto Chanel Beads, profuma di spensierate corse senza fine su spiagge battute da una lieve brezza primaverile, capelli al vento, pensieri scompigliati. Di quel maltrattato e stereotipato indie-pop a cavallo fra elettronica, ambient e trip-hop, Your Day Will Come scarta la trita banalità e conserva solamente i lati migliori: la freschezza, la struttura complessa ma anche facile da assimilare, quell’essere catchy e al tempo stesso avanguardistico che ultimamente pare essere una qualità sempre più rara. Un tentativo più che riuscito di rendere accessibile ad un’ampia platea una certa sperimentazione che raramente riesce a fare capolino dalla propria nicchia: chapeau.
Shakali – Rihmastossa
[ 03.05.2024 | Not Not Fun | ambient, electronic, experimental ]
Non potevo esimermi dal segnalare questo artista, in cui mi sono imbattuta casualmente in un locale di Praga nelle prime settimane dell’anno: il mio primo, ufficiale, concerto del 2024. Simo Hakalisto, in arte Shakali, è un polistrumentista finlandese stanziato attualmente a Brno. Le sue sperimentazioni, astratte e surreali, sembrano voler riprodurre il suono di una natura brulicante, viva e rigogliosa più che mai, in perenne trasformazione. Strumenti antichi e moderni, talvolta improvvisati con oggetti improbabili, svelano delicate texture ambient e impercettibili battiti elettronici. Rihmastossa è un album adatto a chi vorrebbe, ogni tanto, ritagliarsi un angolino di Eden per poter godere di pace e serenità.
Obey Cobra – Mwg Drwg
[ 03.05.2024 | Rocket | noise rock, post-punk, industrial ]
Maestosi e striscianti, indomabili, un solo morso risulterà letale: i gallesi Obey Cobra si sono scelti un nome che è ben più di un mero biglietto da visita. Da ogni singola traccia di Mwg Drwg trasuda un veleno corrosivo e irritante, sotto forma di noise caustico, ossessive pulsazioni techno, scenari da videogame, atmosfere lynchiane e un bel tocco industrial à la Nine Inch Nails. La voce di K Wood, graffiante e allo stesso tempo ammaliante, crea un connubio perfetto con il sound oscuro e martellante della band. Raccomandatissimi se siete attratti da quella particolare sponda del noise dove approdano Gilla Band, CLT DRP e simili.
Coroza – As Within
[ 20.05.2024 | autoprodotto | metal, stoner, doom, psychedelic rock ]
Un disco caldamente raccomandato a chi apprezza l’heavy rock in salsa psych/cosmonauta di SLIFT e Ufomammut. Questa band di Cork vi conquisterà con i suoi riff di chitarra pieni e massicci ed il versatile cantato di Jack O’Neill, abrasivo e incisivo quanto basta, anche melodico all’occorrenza. Cinque pezzi lunghi e corposi che si snodano in mille direzioni diverse, senza mai perdere in termini di impatto e potenza, passando da atmosfere più liquide e ipnotiche (come certi passaggi di Immersed) a vere e proprie suite (la title track As Within) sospese fra stoner, doom, blues che soddisferanno pienamente i timpani degli amanti del metal più ibrido e contaminato.
Endon – Fall of Spring
[ 23.08.2024 | Thrill Jockey | harsh noise, black metal, experimental ]
Se vi piace la rumorosa claustrofobia di The Body ma talvolta vorreste qualcosa di ancor più estremo, Fall Of Spring è l’opzione ideale per voi. Il collettivo giapponese torna sulla scena con una formazione rimodulata e sfodera un album che ha ben poco a che fare con la forma canzone tradizionale, completamente slegato da ogni standard, molto più simile ad un’esperienza trascendentale che farà riaffiorare in voi ricordi quasi rimossi dalla mente. L’urlo graffiante di Taichi Nagura sembra invocare l’Apocalisse mentre dilania quattro pezzi assordanti, scariche elettriche in bilico fra harsh noise e black metal. Se qualcuno mi chiedesse un consiglio su qualcosa da ascoltare durante una breve tratta in aereo, possibilmente nelle prime ore del mattino, ancora in uno stato di dormiveglia, non avrei alcun dubbio: questa è la scelta giusta.
Bremer/McCoy – Kosmos
[ 06.09.2024 | Luaka Bop | jazz, dub, electronic, experimental ]
Di rado riesco a trovare dischi che mi facciano sentire così piacevolmente rilassata, sospesa, senza pensieri. Kosmos è l’album ideale da ascoltare dopo una frenetica giornata di lavoro, prima di andare a letto: vi posso assicurare che avrà su di voi lo stesso effetto di una rigenerante seduta di meditazione. Il duo di Copenhagen, composto da Jonathan Bremer (basso acustico) e Morten McCoy (tastiere, tape delay) sembra conoscere l’esatta definizione di delicatezza e la tramuta dolcemente in musica attraverso morbidi passaggi e soavi introspezioni, spaziando dallo swing ai canoni del jazz più classico.
Timothy Archambault – Onimikìg
[ 06.09.2024 | Ideologic Organ | world music, experimental ]
Onimikìg esce per Ideologic Organ, etichetta fondata da Stephen O’Malley, e già questa informazione dovrebbe essere sufficiente a farvelo inquadrare. L’opera di Timothy Archambault, architetto e musicista stanziato a Miami, è un meticoloso lavoro di ricerca e approfondimento della tecnica sul flauto utilizzato dai nativi americani. Le undici tracce che compongono l’album scorrono in un unico flusso, fra ipnotiche ripetizioni e impreviste variazioni. Affascinante e dissonante, misterioso e senza precedenti, questo è senza alcun dubbio il disco più ostico in cui mi sia capitato di imbattermi nel 2024. Perché, quindi, ve lo sto così insistentemente consigliando? Perché è come lanciarsi con un paracadute, o vedere il Taj Mahal: un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.
Liquid Words – THE DEPT. OF CORRECTIONS PRAISES IMPERFECTIONS
[ 08.11.2024 | Kandisky | art punk, post-rock, post-punk, no jazz ]
“Parole come se fossero liquide, come se fossero delle pozzanghere colme d’inchiostro. Lo scarto insormontabile tra il suono della parola e il silenzio della scrittura. Musica che ha il sapore della carta stagnola masticata.” Scoperti per caso un paio d’anni fa mentre suonavano dal vivo in un locale vicino a casa, con il loro debutto ufficiale su LP i bresciani Liquid Words hanno saputo mantenere (se non addirittura superare) l’ottima promessa già rivelata in quell’occasione. Un sound già ampiamente maturo e internazionale, che si muove fra post-rock, art rock, dark jazz, noise e no wave, una band che spicca per la sua creatività ed ecletticità; forse uno degli esordi più interessanti dell’anno. Non perdeteli di vista.
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Last modified: 22 Dicembre 2024