L’avanguardia contro la macchina

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Tre dischi del 2024 che fanno della sperimentazione esacerbata il mezzo per provare a continuare ad essere umani.
Ode alla ripugnanza

L’uomo non ama l’imperfezione: un neo, una macchia, un errore sono elementi da eliminare alla vista, al tatto, all’ascolto. Ma questa rincorsa alla compiutezza non ci rende più macchine delle macchine stesse? Non è l’imperfezione che ci rende unici? Non è proprio l’errore che ci rende umani?
Gli esistenzialisti asserivano che l’imperfezione è una parte essenziale per comprendere la nostra condizione e creare un significato nella vita, mentre filosofi come Gilligan sostenevano che accettare i difetti propri e altrui è fondamentale per una vita autentica e significativa.
Il difetto insomma è arte allo stato puro, ma in ambito musicale è davvero così?

Progressivo

Credo sia scontato che le nostre percezioni siano ormai influenzate da mass media e social media; abbiamo imparato che la forma “perfetta” di musica rientra in certi canoni e nei limiti imposti dai discografici (quattro quarti, suoni ben identificabili, testi e ritmiche banali, ecc.).
Negli ultimi anni, attraverso Black Country, New Road e black midi, abbiamo visto un approccio talmente fuori dal mondo, anche se non innovativo, da sembrare nuovo: una reazione dal sapore di rivoluzione.
Era quindi normale aspettarsi sia una semplificazione, con un conseguente “ritorno all’ordine”, che un’esacerbazione verso la sperimentazione; in quest’ultima casistica rientrano i recenti dischi di Half Empty Glasshouse, Perfect e Cime.

Mezzo pieno

The Exit is Over There! degli Half Empty Glasshouse è un concept proprio su come le persone reagiscono alla musica sperimentale, e la band neozelandese batte forte su questo concetto dedicando delle canzoni a esibizioni nelle quali il pubblico non ha apprezzato ciò che ascoltava (Stravinsky, Shostakovich, Ornette Coleman), reagendo anche in maniera violenta. 

Musica classica, opera, jazz, post-hardcore, prog rock e prog metal si alternano creando un mostro deforme, indecifrabile, ma di una bellezza inquietante e angosciosa.
I pezzi con cui entrare senza farsi del male sono sicuramente la strisciante The Clutching of the Pearls e il marasma prog punk di The Shape of Chaos to Come. Sperimentare è un gioco imprevedibile.

Perfetto?

Monkey Jockey Man and the Safari Tick Sugar dei Perfect vive di dolci contrasti, anche se nevrotici e passionali, virtuosi e calibrati.
Christ Excavations è quasi diciassette minuti di prog jazz stortissimo con momenti strani che evocano sia i Mission of Burma che gli Animal Collective, oltre a paesaggi ambientali tersi.
In Ugly Cane Day, tra le contorsioni, disparità e amare tonalità, si resta quasi sorpresi dai momenti quieti e regolari, con quella voce che oscilla tra il new romantic e i System of a Down.

Cime tempr-estose

Più delicato è The Cime Interdisciplinary Music Ensemble di Monty Cime, la cui sperimentazione viaggia su coordinate e strutture più conosciute.
L’artista texanə gioca con free jazz e fusion, inserendo tipici elementi prog, post-punk e no wave, ispirandosi alla canzone latinoamericana, e si supera in DIYUSA (cantata in spagnolo) e Lempira, due perfetti esempi di questa miscela di generi.

Le atonalità, il rumore, il sassofono furioso e impazzito molestano le orecchie e gridano tutta la rabbia e il disagio. I venticinque minuti della suite The North sono un cacofonico e infernale riassunto di tutte le sue esperienze, di tutte le visioni e i sogni incendiari.

Odore di sterco e gasolio

L’imperfezione musicale, espressa attraverso la sperimentazione, è da sempre una “mela d’oro” per il rock ed il punk, spingendo ogni generazione a ridefinire ciò che è ascoltabile e accettabile. Tuttavia, l’influenza crescente delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale potrebbe portare a una ulteriore standardizzazione della musica, rischiando di soffocare la spontaneità che la rende umana.

Il futuro di questi generi oscillerà tra la sperimentazione radicale e l’omologazione, ma la scelta di mantenere viva l’essenza autentica della musica, quel “core” fatto di errori e difetti, dipenderà dagli artisti e dagli ascoltatori. Se la sperimentazione continuerà a emergere, sarà perché ha saputo preservare l’umanità nella sua forma più autentica.

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Last modified: 21 Agosto 2024