Le Porte Non Aperte sono un progetto musicale nato nel 2010 ma che si ispira al Rock Progressivo italiano e inglese degli anni settanta Emerson Lake & Palmer e Premiata Forneria Marconi in primis. Dopo lo strumentale “Preludio al Sogno” che dura poco più di due minuti “Golem” prende vita con “Il Re del Niente” in cui una voce aggressiva e ribelle tipo Piero Pelù o Demetrio Stratos fa da padrone sovrastando i compagni di viaggio. “La Città delle Terrazze” ha un inizio inquietante che ricorda un po’ i primi Diaframma, un po’ i Jethro Tull di Aqualung ma man mano le chitarre e le tastiere fanno capire l’essenzialità del loro operato nella struttura generale del brano.
Questo concept album comunque tocca il picco più alto con “Binario 8” che meglio esprime la capacità di sperimentare e spingersi oltre un confine sonoro che resta visibile come l’orizzonte ma mai raggiungibile. Una intro di batteria in puro stile John Bonham vi introdurrà ne “Il Vicolo dei Miracoli” brano che forse non passerà alla storia del genere ma che può essere tranquillamente ascoltato (anche se è l’unico momento in cui la tentazione di mandare avanti è forte e c’è sino alla fine). “Rigattiere dei Sogni” sembra essere uscita direttamente dalla penna di Ian Anderson, segno che la band fiorentina sa in fondo il fatto suo in merito agli arrangiamenti sempre meticolosamente curati.
“Nemesi” è un breve esperimento sonoro pianistico il cui compito è solo quello di introdurre a “Oceano – Nel Canto della Sirena”. La fine sembra vicina ma in realtà ci sono ancora oltre venti minuti distribuiti in soli tre brani (anche se “Animale del Deserto Pt.1 – La Rivolta della Tartaruga Elsie – Animale del Deserto Pt.2” è una sorta di suite divisa in due parti) . Sandro Parrinello (voce), Marco Brenzini (flauto), Jacopo Fallai (chitarra), Daniele Cancellara (basso) Filippo Mattioli (tastiere) e Giulio Sieni (batteria) sono insomma un gruppo ben assemblato che merita la fiducia di un ascolto attento da parte anche dei fans più incalliti di Osanna e Van Der Graaf Generator.
Sarei curioso di ascoltarli dal vivo per vedere se riescono a mantenere alti gli standard di questo disco intriso di suoni vintage ma mai antiquati.
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Last modified: 20 Febbraio 2022