“Io Voglio bene ai miei amici” e ci mancherebbe altro, in un mondo particolarmente vario e ricco di odio interiore da sputare sulla faccia alla prima utile occasione. Una demo che arriva proprio al momento giusto, avete presente quei periodi neri con lo stomaco capovolto al contrario e tanta adrenalina da far esplodere? I Les Enfants sono una giovane band rivelazione che canta in italiano e sogna (e fa sognare) come pochi riescono a fare buttando giù quattro pezzi belli belli e curati nei piccolissimi dettagli dove la classe ancora una volta non è acqua e il diavolo stenta a nascondersi. Io c’ho provato in tutti i santissimi modi ascoltando il disco (ep) in ogni circostanza e situazione provando sempre lo stesso sentimento positivo, quella dolce musica che accompagna la voce senza darle mai fastidio, aperture vocali da prima donna ed eleganza sopraffina, delicato lo-fi che delizia il palato. Non mi butto mai in giudizi eccellenti all’ascolto di un ep senza precedenti, non è mai tutto oro quello che luccica ma questa volta alzo le mani e mi lascio travolgere da un morboso senso di piacere che vorrei non finisse mai. Una dolcezza che strappa il cuore dal petto e la gustosa voglia di ascoltare e poi ascoltare ancora, materializzo la consapevolezza di far entrare questi pezzi nella mia vita lasciandoli fermi in un angolo per poi tirarli fuori alla migliore occasione. Musica importate per contesti di spessore, ne sono rimasto folgorato, provare questo dischetto per rendersene conto e apprezzare con sottile semplicità quello che di bello ci viene proposto. I Les Enfants sono una band milanese di ragazzi bellissimi e indubbiamente intelligentissimi, sono quanto di più interessante l’attuale musica (emergente e non solo) italiana potrebbe proporci attualmente. Il resto non conta.
Last modified: 17 Agosto 2012
Ma stai scherzando?
Guarda che per fare il critico non bisogna scrivere frasi sgrammaticate senza punteggiatura cercando di fare il poeta.
cmq il disco lo conosco e conosco loro, e la tua recensione è evidentemente scritta a caso.
Non ti interessa com’è il disco ma solo scrivere recensioni che appaiano alternative.
Rappresenti il principale problema della musica italiana, ovvero i critici che pensano di fare gli scrittori quando invece dovrebbero solo parlar di musica. Nella tua recensione non se ne parla e per di più è scritta in un italiano da seconda elementare. Spero che ti licenzino.