In redazione abbiamo selezionato alcuni dei migliori EP usciti nell’anno che sta per concludersi.
Da sempre ritenuti un supporto “minore” rispetto agli LP (tanto da non figurare neanche nelle affollatissime e variegate classifiche di fine anno), è giunto il momento che anche gli EP si prendano la loro meritata ribalta.
Del resto, quello dell’EP è un formato che spesso e volentieri condensa alla perfezione le sonorità e gli intenti degli artisti, oltre a rappresentare – insieme ai singoli – il supporto più gettonato dalle band emergenti.
In redazione abbiamo scelto uno a testa tra i migliori EP usciti nel 2023, integrando tale selezione con una lista personale di altri lavori meritevoli che trovate al termine di ogni paragrafo, oltre che nella playlist dedicata.
LEGSS – FESTER
[ 09.06.2023 | slowcore, post-rock, post-hardcore | The state51 Conspiracy ]
La lentezza al potere. È con questo (presunto) slogan che si potrebbe riassumere il nuovo EP della band inglese, che infatti abbandona quasi del tutto le velleità art rock delle prime uscite per darsi anima e corpo a quel mix di slowcore e post-rock che tanto mi (e spero di poter dire anche “ci”) fa battere il cuore.
Non che la formula sia di per sé chissà quanto innovativa, ma il quartetto londinese conferma di avere gusto, suoni e arrangiamenti, il che è già un ottimo punto di partenza per una carriera solida e degna di nota.
Tra l’intro sospesa e delicata di Motto (che fa un po’ opener di Mellon Collie and the Infinite Sadness) e la vaga orecchiabilità di Sister, Brother, sono The Landlord e la title track a prendersi la scena in maniera incontrastata. La prima propone in maniera assolutamente convincente quell’alternanza sonora ed emozionale tra lentezza ed esplosioni che ha reso leggendari gli Slint, arrivando anche a sfociare in abrasive derive post-hardcore. La seconda prosegue pressappoco sulla stessa falsariga, foriera di uno slowcore scosso qua e là da tormentate e ruggenti bordate sonore. L’intima delicatezza che contraddistingue la conclusiva Atlantic Road rende poi la tracklist dell’EP perfettamente simmetrica.
Fester è un lavoro vivo, intenso e sperimentale, il ponte perfetto tra The For Carnation e deathcrash, tra i già citati Slint e i Black Country, New Road.
A questo punto, dopo un antipasto di tale livello, l’attesa è tutta per il debutto su lunga distanza. Con lentezza, però, mi raccomando: altrimenti che slowcore sarebbe?
(Vittoriano Capaldi)
Ascolta anche:
//LESS – Social Disappointment [ noise rock, post-hardcore | The Ghost is Clear Records / Reptilian Records ]
A Deadly Orchestra – One Foot on the Platform [ slowcore, indie rock | Candlepin Records ]
bloodsports – bloodsports [ post-hardcore, indie rock | Candlepin Records ]
Girls In Synthesis – Die Leere [ noise rock, post-punk | Own It Records ]
Hallan – The Noise of a Firing Gun [ post-punk, indie rock | Nice Swan Records ]
kresy – Lumer [ noise rock, avant-garde | Peleton Records ]
Lowertown – Skin of My Teeth [ indie rock, indie pop | autoprodotto ]
CRYING LOSER – OAF MILK
[ 30.08.2023 | art punk, post-punk, no wave | autoprodotto ]
Sono solo in quattro, ma talvolta sembrano suonare come fossero un’intera orchestra, sgangherata e geniale. Corposi, scuri e densi come una pinta di stout, i talentuosi Crying Loser sono irlandesi, per la precisione originari di Cork. Oaf Milk è il titolo del loro EP di debutto: sei pezzi che si districano fra nuda e cruda improvvisazione e raffinatezza compositiva, attingendo a piene mani dai variegati calderoni di art-punk, post-punk e no wave.
È impossibile resistere al fascino torbidi groove di Wet Grip, dalle sue massicce linee di basso e dai disegni a mano libera tracciati da quell’ipnotico clarinetto; un’ardua impresa restare indifferenti allo sconnesso e ruvido spoken word in Muscle Man, o alle iniezioni free jazz e all’attitudine da jam session di Shit In Shit Out. Se vi piacciono Snapped Ankles e Crack Cloud, l’ascolto è caldamente consigliato; potrebbe essere la band perfetta per voi.
(Francesca Prevettoni)
Ascolta anche:
I Dreamed I Dream – Why Say A Lot? [ art punk, experimental | autoprodotto ]
Tapir! – Act 2 (Their God) [ experimental, folk | Heavenly Recordings ]
Enola Gay – Casement [ noise, post-punk | Modern Sky UK ]
Moreish Idols – Lock Eyes And Collide [ post-punk, art punk | Speedy Wunderground ]
Colour Me Blood Red – Colour Me Blood Red [ noise, post-hardcore, post-punk | Roadkill Records ]
CHALK – CONDITIONS
[ 05.05.2023 | electro punk, noise rock | Dutch Tilt ]
Poteva mai sfuggirci l’esordio del trio di Belfast che ha conquistato l’anima e il cuore dei più fedeli seguaci della scena post-punk odierna? La risposta è: assolutamente no. Tra energiche sfuriate di chitarra e pulsanti colpi di basso e batteria, i Chalk dimostrano di avere stoffa da vendere in una scena che non fa affatto fatica a ripetersi e ripetersi, ancora e ancora. Dal dirompente shock iniziale affidato al singolo Asking fino all’incredibile scarica emotiva della conclusiva title-track, sopravviviamo ad una tempesta di suoni nell’arco di 5 brani uno più interessante dell’altro, senza mai perdere le connessioni e l’attenzione.
D’altronde, cosa ci si poteva aspettare da una band che come punti di riferimento cita (anche) Protomartyr e Preoccupations? Tutto, o forse un bel niente. E invece i nostri tre irlandesi ci hanno saputo davvero fare, destreggiandosi alla grande nel loro mondo musicale. Gustiamoci insieme i 17 minuti di questo EP e, seduti al bancone di un bar davanti ad una tazza di cioccolata calda, attendiamo speranzosi la prossima mossa.
(Federica Finocchi)
Ascolta anche:
Geese – 4D Country [ alternative rock, art punk, indie rock | Partisan Records / Play It Again Sam ]
Opus Kink – My Eyes, Brother! [ post-punk, jazz punk, new wave | Nice Swan Records ]
Turnstile, BADBADNOTGOOD – New Heart Design [ psychedelic soul, jazz fusion | Roadrunner Records ]
Shelf Lives – You Okay? [ alt pop, electro clash, hyper pop rock | Shelf Lives / Modern Sky UK ]
Propaine – Salt [ emogaze, post-punk, shoegaze | Kitty Records ]
Miss Tiny – DEN7 [ post-punk, indie rock – Speedy Wunderground ]
Prohibition Prohibition – Built from Nothing Else [ post-punk | new basement ]
Teleforme – Empty Faces [ post-punk | Hottwerk Media ]
Jpegmafia, Danny Brown – SCARING THE HOES: DLC PACK [ hip hop, rap | PEGGY ]
headboy – Was It What You Thought [ indie pop, indie rock | Blitzcat Records ]
Josienne Clarke – Only Me Onliness [ acoustic, songwriting | Water Colour Music ]
Kae Tempest – Nice Idea [ spoken word, rap, hip hop | Republic Records ]
Carolco – Bala [ electronic, experimental | Banned In Vegas ]
WANDERING SUMMER – WANDERING SUMMER
[ 07.07.2023 | indie rock, noise pop, fuzzy indie punk | Safe Suburban Home Records ]
In questo EP di esordio la band di Leeds suona un indie rock sbarazzino che rimanda subito al noise rock degli anni 90, ai chitarroni dei Dinosaur Jr. e alle melodie sognanti dei Band of Horses. Cinque brani che corrono veloci, cinque brani che mettono subito in luce la bravura dei quattro musicisti inglesi. Canzoni sbarazzine, leggere come la brezza estiva, facili ma profonde al tempo stesso. Pezzi come Show Me The Way mettono insieme le due anime della band, l’allegria melodica che richiama ai Real Estate e i muri di riverberi tipici dei primi Sonic Youth. Tutto è bilanciato, rumore e melodia, tutto si incastra perfettamente e riesce a tenere alta l’attenzione. Le distorsioni di J Mascis hanno fatto scuola e si sente, così come ha fatto scuola la scrittura dei Wilco a cui i Wandering Summer sono sicuramente debitori (come nella bellissima Ghost In Your House).
Un ottimo punto di partenza per questa giovane band, che secondo me nei prossimi mesi tornerà a farsi sentire e chissà, magari ritroveremo tra le cose migliori alla fine del prossimo anno. Intanto questo EP è promosso a pieni voti: è frizzante, divertente, solare, rumoroso e vagamente malinconico. Una gran bella scoperta.
(Federico Longoni)
KRAUS – ANYTHING ELSE
[ 27.02.2023 | shoegaze | autoprodotto ]
Chitarre stratificate che ti avvolgono come ricordi della prima volta che hai messo sul piatto Loveless. Niente di nuovo, niente di speciale, tanto riverbero, puro talento, puro shoegaze. Will Kraus vuole solo toccare le corde delle emozioni giocando con il nostro amore malinconico fregandosene di affogare in un mare di cliché estetici. Il risultato è semplicemente bellezza, una luce accecante che servirà da lezione ai novizi in cerca di idee. La cosa più importante è che si può scrivere, cantare o parlare di ogni banalità, se lo si fa con stile tutto apparirà splendido
(Silvio Don Pizzica)
APHEX TWIN – BLACKBOX LIFE RECORDER 21F / IN A ROOM7 F760
[ 28.07.2023 | elettronica | Warp Records ]
A cinque anni dalla sua ultima fatica discografica, il producer irlandese è tornato nel 2023 con un EP. Il lavoro è stato anticipato da una singolare campagna promozionale dal nome più impronunciabile della progenie Grimes-Musk. Per l’occasione è stata realizzata l’app YXBoZXh0d2lu che, attraverso la scansione di QR Code apparsi sui muri di mezzo mondo e sui ledwall dei live di RDJ, permette di accedere ad una esperienza di realtà aumentata assai intrigante.
Quanto all’EP, a differenza delle pubblicazioni più recenti, contiene meno brani del solito (quattro pezzi, di cui un remix del singolo), ma nonostante la parsimonia è uno dei lavori più complessi e stratificati del produttore di Limerick da un po’ di tempo a questa parte. L’ultima volta che RDJ ha rivoluzionato la sua musica è stato nel 2015 con Computer Controlled Acoustic Instruments pt2; stavolta invece la sperimentata formula aphexiana non viene stravolta, gli estimatori di lunga data sicuramente avranno riscontrato delle familiarità, e tuttavia sono presenti elementi di novità che si spera di ritrovare, raffinati e dilatati, in un lavoro sulla lunga distanza.
Sebbene non si possa parlare di rivoluzione, i quattro brani, che esplorano i vari stili e sottogeneri che RDJ ha maneggiato sin dagli inizi, sono da apprezzare soprattutto la parte ritmica sensibilmente più sofisticata e grintosa. Se in zin2 test5 e in a room7 F760 le percussioni dal sapore retrò sono più dritte e nette, in Blackbox Life Recorder 21f, brano portante dell’EP, la partitura è più complessa e i suoni più ovattati e riverberati.
Con questo EP Aphex Twin gioca con la memoria e le risposte emotive che suscita: la combinazione di sintetizzatori analogici e percussioni pur suonando fresca sembra provenire dal passato (e precisamente un Selected Ambient Works 85-92 con una linea melodica attualissima), suscitando sensazioni contrastanti che dallo straniamento vanno fino al senso di conforto. Ed proprio la technostalgia a rendere questo disco tanto accessibile quanto attuale.
(Pasquale De Prizio)
XIU XIU – IGNORE GRIEF (REMIXES)
[ 23.03.2023 | death industrial, dark ambient | Polyvinyl Records ]
Vede la luce in marzo ma è un EP che non ha nulla di primaverile: in quest’opera, tetra ed enigmatica, il duo formato da Jamie Stewart e Angela Seo diventa un trio grazie all’aggiunta di David Kendrick (ex Devo) e ripropone due pezzi dell’album Ignore Grief remixati da due ospiti d’eccezione: A Place to Bury Strangers e Rawzilk. La copertina dell’album originale, uno sfondo nero raffigurante un pipistrello dai contorni bianchi – chiaro richiamo bauhausiano – si tinge di rosa in veste di EP.
I geni della distorsione, “the loudest band in NY”, hanno più volte condiviso il palco con gli Xiu Xiu e in quest’occasione sono invitati a stravolgere Brothel Creeper. In effetti il pezzo, in origine freddo e straniante nella sua obliquità, nella versione remix assume un incedere più ritmato ed elettrico, con dei suoni quasi rassicuranti, su cui la voce ovattata di Angela Seo si adagia fino a diventare un’eco sussurrata in bassa frequenza (“Why do I happen to me? / Fanciful summer / Eating poison apples”)
Pahrump invece viene invece completamente decostruita dal musicista di Dallas, che risponde benissimo all’immaginario sperimentale e delirante degli Xiu Xiu. Una chitarra distorta, delle percussioni metalliche ed il sax compulsivo ed affilato ci introducono ad una nuova realtà immaginata da Rawzilk: il brano si allunga (da 4:24 a 13:53 minuti) in una ripetizione ossessiva dalla visione apocalittica, con la voce di Stewart che suona quasi robotica (“Excessive violence now not beneath you / Back from the dead / With promises to live at least three months / Paula Pahrump eats in a dump”).
Soffocante, inquietante, oscuro ed estenuante, tradotto in immagini, questo EP potrebbe essere l’incubo del sassofonista Fred Madison in “Strade Perdute” di David Lynch. Un pellegrinaggio verso l’ansia attraverso un massimalismo sonoro che possiamo ritrovare solo nei nostri incubi più cari.
(Paola Simeone)
COSREC Triple Split
[ 04.11.2023 | post-rock, slowcore, post-hardcore, alt rock, shoegaze, emocore | Cosmic Records ]
Questo EP condiviso tra Kullnes, Portable Heads e Ochre è il primo lavoro rilasciato dalla neonata Cosmic Records di Perth, Scozia. Ci troviamo di fronte ad un lavoro complesso ed omogeneo nonostante si percepiscano distintamente le differenze fra tre band.
I Kullnes portano Life Under a Rock, un pezzo hardcore punk rumorosissimo a metà strada tra Hüsker Dü e Nirvana con una intensa coda slowcore, e Potion Seller, che naviga tra shoegaze, emo e slowcore come i Title Fight di Hyperview.
Con Red House i Portable Heads aggiungono post-hardcore epidermico tra Jesus Lizard e Unwound, mentre Iris è una progressione post-rock in slomo frastornata da chitarre in reverse.
Infine, gli Ochre si muovono sullo sludge metal dei Melvins (Organised Chaos) e – sempre con questo cantato urlato, quasi parlato – propongono poi Subconscious Slabber, uno strano pezzo tra emo, post-rock e noise rock.
Speriamo che questa etichetta faccia emergere la scena scozzese post-rock/post-hardcore che bolle sotto la crosta punk inglese.
(Gianluca Marian)
Ascolta anche:
Cowboyy – Epic the Movie [ post-punk, art punk | Nice Swan Records ]
Lifeguard – Dressed in Trenches [ noise rock, post-hardcore | Matador Records ]
Them Airs – Viper Island [ post-punk, art punk | autoprodotto ]
Provincial Camps – A Star That’s Dripping Blood [ indie rock, noise rock, post-hardcore | autoprodotto ]
Stalled – contentment [ slowcore, shoegaze | Candlepin Records ]
SOFTCULT – SEE YOU IN THE DARK
[ 24.03.2023 | shoegaze, grunge, alt punk | Easy Life ]
Nella bio si legge “music for mall goths” e sarebbe di per sé una presentazione già ideale su qualsiasi -cosa – disco, pure senza sapere che dietro la ‘music’ in questione ci sono le gemelle Mercedes e Phoenix della band Softcult. Le due grintose riot grrrls canadesi hanno deliziato le classifiche anche quest’anno grazie al loro ultimo EP e meritano menzione: forma shoegaze e sostanza grunge distillate in sei pezzi della durata di venti minuti a cui è impossibile resistere, e che dimostrano quanto non serva mai allungare il brodo se sai bene cosa dire. Più che sufficienti le chitarre e gli ideali. Con un cuore di tenebra, ed una voce da sogno anni novanta. Canzoni preferite: Drain, Dress e Someone2me.
(Claudia Vecchioli)
Ascolta anche:
Angel Olsen – Forever Means [ alt country, cantautorato | Jagjaguwar ]
crushed – Extra Life [ dream pop, trip hop | Funeral Party ]
HEARTWORMS – A COMFORTING NOTION
[ 24.03.2023 | post-punk, new wave | Speedy Wunderground ]
L’etichetta di Dan Carey è una continua fucina di talenti, ma Heartworms è letteralmente la sua punta di diamante per il prossimo futuro, visto che con tutta probabilità il primo album arriverà nel 2024. Trattasi del progetto di Jojo Orme, ragazza del nord di Londra affascinata dalle atmosfere gotiche e dalle uniformi militari con cui spesso va in scena. Il suono spazia tra un post-punk di scuola Interpol e momenti di new wave “siouxsiana” per un flusso complessivo abbastanza dark ma misurato, che ben si sposa con l’attenta iconografia creata da Jojo.
A Comforting Notion è il suo EP di debutto e comprende quattro brani tra cui l’iconica Retributions of An Awful Life : nella coinvolgente intro del brano si sente bene il suono del theremin, vecchio strumento elettronico che sfrutta il movimento delle mani vicino a delle antenne, momento un sacco scenico anche dal vivo, come si vede dal video che segue.
(Dario Damico)
Ascolta anche:
Cumgirl8 – phantasea pharm [ punk, goth | 4AD ]
AMERICAN NIGHTMARE – DEDICATED TO THE NEXT WORLD
[ 09.06.2023 | hardcore punk | Heartworm Press ]
Se un EP finisce con dei rimpianti potrebbe essere un buon segno. Gli American Nightmare di Wes Eisold – ormai noto ai più per il progetto Cold Cave – sono un nome di culto nella scena hardcore punk contemporanea e quest’anno ci hanno tenuto a ricordarci come il ritorno sulle scene del 2018 non fosse una scintilla destinata a spegnersi gelidamente.
Ecco quindi uscire a giugno Dedicated to the Next World, che è la loro testimonianza concentrata in 8 minutini di scaglie affilatissime imbevute di quel sano hardcore urgente che non tira mai il freno, ma che non disdegna la melodia catchy intelligente (Real Love). Siamo lontanissimi dai tempi di Background Music ma gli AxNx ci dimostrano che a rigurgitare un certo malcontento sociale a suon di riff abrasivi sono ancora tra i primi della classe. Forse proprio per questo ci sovviene un pizzico di rammarico: qualche minutino in più non ci sarebbe affatto dispiaciuto.
(Daniel Molinari)
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Øjne – Sogno #3 [ screamo, post-hardcore | To Lose La Track ]
MARUJA – KNOCKNAREA
[ 17.03.2023 | post-tutto | autoprodotto ]
Sono uno dei progetti più chiacchierati nei sottoboschi di Bandcamp e Rate Your Music, ma l’hype è reale e appropriato: il quartetto nato a Manchester vanta un sound affine a quello dell’underground londinese da cui sono spuntati black midi, Black Country, New Road e Shame.
Dico affine perché è difficile etichettare i Maruja come band e, di conseguenza, il loro EP Knocknarea: nelle ossa un art punk come i black midi, meno avant garde, con i muscoli più metal (ad esempio nel brano d’apertura Thunder) e un’energia presa in prestito dall’hardcore punk ma con un cuore jazz, al cui fulcro c’è il sax di Joe Carroll (The Tinker).
Knocknarea ci ricorda della comunione d’intenti tra jazz e post-rock che viene spesso dimenticata, dove l’improvvisazione si trasforma in ricerca, le atmosfere diventano tangibili e i climax sono catartici. Ai Maruja bastano quattro pezzi per creare atmosfere precisissime, e non vediamo l’ora di scoprire se e come questa formula si tradurrà sotto forma di LP.
(Claudia Viggiano)
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Va Fa Napoli – Va Fa Napoli [ emocore, punk | autoprodotto ]
STEGOSAURO – STEGOSAURO
[ 31.03.2023 | Midwest emo, math rock, screamo | Dischi Decenti ]
Con buona pace del centinaio di band nate negli ultimi tempi, era da anni che nella scena emo/skramz italiana non si sentiva un hype così prepotente come quello per gli Stegosauro. Il loro EP d’esordio arriva a un paio d’anni e qualche mese dalla formazione ed è subito finito sulla bocca (e nelle cuffiette) di tutti, grazie ad un mix di midwest emo, math rock e screamo che rimbalzano nei pezzi come atomi impazziti.
Le chitarre pogano tra di loro in una danza sincronizzata, la sezione ritmica regge tutto con precisione millimetrica e le voci si intrecciano con quel giusto mix di scazzo e urgenza di urlarti addosso tutto quello che non funziona e non volevi ricordarti. Semplifichiamo? Immaginatevi gli Algernon Cadwallader che jammano in una stanza con gli Snowing, ma quella stanza è una sala prove nelle campagne vicino a Vicenza.
Consigliarvi un pezzo solo è impossibile: Jap’n Cazz, Tangram, Squalo, vanno bene tutti. Premete play e partite alla velocità della luce in questi venti minuti scarsi che riportano una luce sfolgorante nella scena italiana.
(Sebastiano Orgnacco)
Ascolta anche:
saturdays at your place – always cloudy [ emocore | No Sleep Records ]
Two Shell – lil spirits [ elettronica, glitch pop | Mainframe Audio ]
Generic Animal – Rosso [ cantautorato, indie rock | La Tempesta ]
Fine Before You Came – Ti Canto / Quando Non C’è Nessuno [ emocore, slowcore | autoprodotto ]
stripes. – 90’s BREAKDANCE MACHINE [ indie rock, lo-fi | autoprodotto ]
Into it. Over it. – My Goddamn Subconscious / Heather Lane [ emocore | Storm Chasers Ltd ]
TROUT – COLOURPICKER
[ 31.08.2023 | bedroom pop, lo-fi | Chess Club Records ]
C’è qualcosa di estremamente confortante e familiare nella voce di Cesca, l’anima anglo-iraniana dietro al progetto Trout. C’è tanto pop e ci sono linee melodiche già sentite, è vero, ma questo non va a discapito del prodotto finale. Colourpicker, l’EP pubblicato a fine estate, è un’esplorazione di indie pop che dura poco più di un quarto d’ora e che ricorda, a tratti, bands come Warpaint e artistə come Phoebe Bridgers, specie nell’esecuzione e produzione dei vocals, collocandosi tra il dream pop e il cantautorato moderno.
In pieno stile DIY, i pezzi sono stati interamente scritti e prodotti da Cesca. La songwriter, cresciuta tra Copenhagen, il Galles e ora di base a Liverpool, affronta temi quali relazioni – finite o problematiche, ovviamente – e dipendenze. La ciliegina sulla torta? Il pezzo di chiusura, Bugs, in cui l’artista omaggia le sonorità degli anni ’90.
(Lara Magnelli)
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Floral Image – So Synthesised [ indie rock, psych rock | autoprodotto ]
Hibou – Arc [ dream pop, synthpop | autoprodotto ]
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Last modified: 30 Novembre 2023