L’evoluzione storico/tecnica del Record Producer. Terza Parte.

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Parte Seconda

In seguito ad una missione internazionale che incluse nel suo itinerario città come Leipzig (dove, soltanto nella seconda metà di maggio, effettuò più di 200 registrazioni ), Budapest, Vienna, Milano, Madrid, Valencia, Glasgow, Belfast, Dublino e Cardiff, Gaisberg trascorse l’intero gennaio 1899 presso il laboratorio di Eldridge Johnson situato a Camden, New Jersey. Qui il prolifico scienziato statunitense stava sperimentando in gran segreto l’utilizzo della cera nella fabbricazione industriale dei dischi: “The use of wax as a basic recording material must result in better sound, Johnson felt, because the process of cutting in wax made a far smoother groove that etching in zinc could do”.

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Qualche tempo più tardi il prolifico Eldridge Johnson avrebbe introdotto anche il disco da dieci pollici, con un playing time di tre minuti. Ben presto tale accorgimento si dimostrò di primaria importanza nel panorama della registrazione musicale dal momento che ben pochi brani, arie o partiture per pianoforte potevano essere incise sul precedente supporto da sette pollici (due minuti di riproduzione), senza essere necessariamente ridotti in lunghezza. Dopo una breve spedizione sovietica, mirata alla registrazione del magnifico tenore Leonid Sobinov (1872 – 1934), Fred fu inviato nuovamente nella città di Milano. Qui, durante una rappresentazione della Germania di Alberto Franchetti, ebbe la fortuna di ascoltare il giovane e promettente Enrico Caruso, tenore italiano dal talento straordinario, che accettò di incidere una serie di brani per conto della Compagnia dietro il pagamento di un cospicuo compenso; le recording sessions ebbero luogo tra le mura di uno studio rapidamente improvvisato presso il Grand Hotel di via Manzoni, come ricorda lo stesso Fred: “Dressed like a dandy, twirling a cane, Caruso sauntered down Via Manzoni and – to the delight of those worshippers of tenors, the waiters – entered the Grand Hotel where we were waiting for him. We barred from the room his escort of braves with the exception of his accompanist Maestro Cottone… Caruso wanted to get the job over quickly as he was anxious to earn that £100 and to have his lunch, [but] he forgot all this when he started on the job”.

Grazie all’immenso successo ottenuto mediante le dieci registrazioni di Caruso, nell’estate del 1902 venne finalmente decretato il definitivo trasferimento dall’obsoleto laboratorio di Maiden Lane in una struttura più moderna e rispettabile, situata al 21 di City Road; uno studio indubbiamente all’avanguardia, come testimonia il seguente resoconto giornalistico: “Here in the gramophone laboratory pratically every variety of sound – producing instrument as available – two pianos, a large Mustel organ, church chimes of all sizes, a variety of drums, horns, stringed instruments, and all manner of equipment for producing descriptive records, together with horns for receiving sound of every size and shape. The recording room is at the top of the building, and it has been so situated in order to remove it as far as possible from the din and turmoil of the street traffic of the busy City Road… Stretching from one end of the room is a glass partition, behind which is placed the recording machine… In the costruction of this room every possible means has been utilised to secure its perfection from an acoustic point of view”. Negli anni seguenti Fred rivolse tutti i suoi sforzi al nuovo studio londinese di City Road, immortalando su disco le performance di Francesco Tamagno, Nellie Melba ed Adelina Patti (1843 – 1919), probabilmente uno dei soprani più in voga del momento. Come imprescindibile clausola contrattuale l’artista pretese categoricamente che le recording sessions avessero luogo nella sua residenza privata, il castello di Craig-y-Nos, (Galles): “Two large bedrooms had been cleared and were placed at our disposal. Here we assembled our recording machine. We had a curtain over one of the doors, and through a hole projected the recording – horn. The piano was placed on wooden boxes… Her first selection was Mozart’s famous ‘Voi Che Sapete‘. She had never heard her own voice, and when the little trumpet gave forth the beautiful tones, she went into ecstasies! She threw kisses into the trumpet and kept on sayng: ‘Ah! Mon Dieu! Maintenant je comprends pourquoi je suis Patti! Oh, oui! Quelle voix! Quelle artiste! Je comprends tout!’”.

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Dopo l’ennesimo trasferimento della Compagnia nella periferica location di Hayes (dove venne innalzato un nuovo centro multifunzionale che annoverava al suo interno l’head office, gli studi di registrazione e l’impianto di pressatura), Gaisberg trascorse gli anni successivi della sua vita nella penisola italiana; qui, grazie alla feconda collaborazione con il giovane e brillante direttore d’orchestra Carlo Sabajno (1874 – 1938), vennero immortalate le performance degli artisti più rinomati del momento, come Celestina Boninsegna, Andrès Perello De Segurola, Aristodemo Giorgini, Titta Ruffo, Mattia Battistini, Francesco Marconi, Luisa Tetrazzini e Graziella Pareto. Ma anche la Russia stava per regalare una grande sorpresa; infatti, dopo anni ed anni di inutili tentativi, venne finalmente sottoscritta (13 marzo) una scrittura decennale con il celebre basso sovietico Feodor Ivanovich Chaliapin (1873 – 1938), secondo questi specifici termini contrattuali: “Advance first year £3,000 for fifteen records. Royalty after sale of 1,000 of each title: if Co continue the sale they agree to pay Chaliapin R1.80 on each record sold over that number. Should Chaliapin be asked to make more than fifteen records the Company agree to pay him R2,000 for each additional record. Chaliapin will also sing in the year 1911 – 12 a further ten selections not in Russian for an advance of R15,000 on royalty which is to be paid at the rate of Rl for these records only. All twelve – inch in size“.

Last modified: 20 Febbraio 2019

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