Abbiamo provato a ripercorrere l’anno che volge al termine tra beat infuocati e rime scatenate, cercando di tirare fuori qualche nuovo nome in una scena tanto vasta da far perdere l’orientamento. Che il freestyle abbia inizio.
Mi è apparso in un momento di dormi veglia. Erano le 4 di notte, o del mattino, punti di vista. Ho pensato a come introdurre questo articolo e ho avuto tutto chiaro nel corso di quella lunga domenica insonne. La pioggia non smetteva più di scendere, io sono rimasta a letto con gli occhi chiusi a chiedermi che cosa potessi scrivere che non sia già stato scritto. Nulla, un bel niente. Alla fine provo a riaddormentarmi ma non ci riesco, così penso a delle cose belle che però non appunto e non ricordo, maledizione. Di una cosa, però, ho avuto certezza: questo articolo qui mi è davvero comparso davanti agli occhi in una notte gelida e tempestosa, con un testo sfocato ma con delle immagini ben precise.
Sapevate che non esistono solo Kendrick Lamar e JPEGMAFIA? Sapevate che in questo 2024 – così come nell’anno precedente e quello prima ancora nei secoli dei secoli – ci sono artisti che nell’ampia sfera dell’hip-hop sono riusciti a portare parole e sound ad un livello superiore, con freschezza, novità, metamorfosi, dando nuova linfa ad uno dei generi meno compresi nel nostro bel Paese?
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Io ho avuto tanta difficoltà con l’hip hop. Fino ai 14 anni, associavo questa parola ad Eminem, 50 cent e Snoop Dogg. Poi è arrivato Kanye West. Poi Kendrick. Poi il vuoto. Non sono una di quelle persone cresciuta a pane e Beastie Boys. Eppure. ascoltarli oggi mi riporta all’infanzia, per qualche strano motivo.
Qualche tempo fa, non con pochi sforzi, mi sono detta “Ehi, ma perché esistono tante cose diverse e potenzialmente interessanti nella musica e io sono ancora ferma a determinati generi musicali?”. Così è iniziato il mio percorso di espiazione della colpa. Un processo che ha richiesto molto impegno e volontà, ascolti su ascolti, comprensione dei testi che spesso restano incomprensibili perché ricolmi di un contrasto a cui non siamo abituati, ma una volta che si entra in questo mondo, aah che goduria. Quanti anni hai? Cos’è per te la musica? Quali sono i tuoi ascolti? Ne sei soddisfatto?
Mentre elaborate le risposte, noi vi diamo qualche suggerimento. Ecco a voi dodici album appartenenti al filone rap/hip-hop usciti nel 2024, di cui non vi ha parlato nessuno (o quasi). Non è una classifica, l’ordine è casuale. Buona lettura.
Revival Season – Golden Age of Self Snitching
[ 23.02.2024 | Heavenly | hardcore hip hop, Southern hip hop ]
Uno dei migliori debutti dell’anno, firmato Heavenly Recordings (stessa etichetta di Tapir! e KNEECAP) che vede come protagonista un duo di Atlanta composto dal rapper Brandon Evans e dal beatmaker/produttore Jonah Swilley, che hanno messo tutte le loro forze ed energie in quest’incontro di culture e background musicali.
Il risultato è un album prorompente, dinamico, che prende spunto da OutKast, Dungeon Family, Organized Noize, con una freschezza ed originalità beastboysiana. Un rap senza peli sulla lingua che lotta contro i ricchi e il successo a tutti i costi, pompato da beat veloci, senza troppi freni e spruzzate afro/funky che porgono la mano a virate post-punk ed electro-dance, godibili e ammalianti. Tante influenze, insomma, ma rielaborate in tempi attuali e in maniera super catchy. Prestate attenzione a questi due.
Tracce consigliate: Message In A Bottle, Stars
Xhef & MILLENIUM – ADHD
[ 24.08.2024 | FEEL-LO | experimental hip hop, cloud rap ]
Su un’invisibile podio, è questo il disco che più ha fatto battere il mio cuore nel 2024. La nuova generazione del conscious hip hop di vena underground è tutta qui, in queste vibes ultraterrene e viscerali, che scavano come dannate in una già profondissima crepa dell’anima.
“Sperimentale” è una parola adatta, sì, ma sarebbe quasi riduttivo accostarla al lavoro del rapper Xhef e del produttore MILLENIUM, che insieme hanno dato idea, voce e suono al concetto di malattia mentale, attraverso un’interpretazione più ampia e intensa. Non c’è base. Non c’è musica. Un flusso di parole pronunciate in modo sempre più disperato man mano che si va avanti nell’ascolto, accompagnate da un harsh noise che si mescola al dark ambient, come se entrassimo in un tunnel degli orrori senza via d’uscita, che strilla e impreca ogni qualvolta ci avviciniamo troppo alle sue pareti strette e soffocanti. “Ci sono pezzi di me, in questo progetto, che non riavrò mai indietro, ed altri che invece non mi lasceranno mai” (Xhef).
Tracce consigliate: ADHD, Please Let Go Of Me.
1999 WRITE THE FUTURE – hella (˃̣̣̥╭╮˂̣̣̥) ✧ ♡ ‧º·˚:
[ 09.02.2024 | 88rising | jazz rap, pop rap, neo-soul ]
24 brani, 1 ora e qualche minuto. Se ci pensate sono mediamente meno di 3 minuti per canzone. Ogni traccia – ad eccezione di 4 pezzi – è accerchiata da altri artisti della scena musicale mondiale, dai colossi Busta Rhymes e De La Soul, ai BADBADNOTGOOD, fino all’ipnosi electro/pop di Eyedress, giusto per citarne alcuni. Il debutto dal titolo così gen z del duo asiatico, strizza l’occhio a sonorità che si adagiano su mille sfaccettature, andando alla ricerca di momenti che si alternano al genere trap, alla dubstep, o ancora all’R&B e al bedroom pop, inaspettatamente ma neanche troppo, con voci calde e allo stesso tempo forti, fino ad arrivare all’estasi paradisiaca del pezzo finale.
1999 WRITE THE FUTURE stanno davvero scrivendo il futuro? Chi lo sa. Di certo ovunque loro si trovino, non ci si annoia.
Tracce consigliate: LONG in the tOOth, VOoDOo BOogie.
Serengeti – KDIV
[ 05.04.2024 | CC KING | abstract hip hop, jazz rap ]
Non gli si riesce proprio a star dietro a David Cohn. Un singolo dopo l’altro, sia solista che non, confezionando piccole perle solitarie nel suo antro a stelle e strisce in quel di Chicago.
Nel 2024 il nostro Serengeti è uscito con ben due album (oltre ad un’infinità di brani a sé stanti), il primo dei quali si chiama KDIV, che sta per Kenny Dennis IV, a distanza di dieci anni tondi tondi dall’album Kenny Dennis III. Kenny è l’alter ego animato, quello su cui il rapper ci ha montato una vera e propria serie musicale, un po’ confusa e visionaria “claiming that you’re vegan, but ain’t touched the giardiniera“, ma piena di anima e di beat assurdi, con quel pizzico di humour che pervade l’intero ascolto.
Prosegue il sodalizio più che decennale con quel cuore di panna che è Sufjan Stevens (alla produzione) – sapevate che questi due hanno anche un supergruppo con Son Lux? – e, udite udite, c’è ancora una volta lo zampino di quel simpaticone di Anders Holm (star della serie Workaholics) che figura come Ders in alcuni brani, oltre ai contributi di Andrew Broder e Kenny Segal. Serve aggiungere altro?
Tracce consigliate: piano, song finale.
Enoch – Waiting for Something to Happen
[ 08.03.2024 | autoprodotto | hip hop, Boom bap ]
Con una copertina così, non si può non avere neanche la minima curiosità di ciò che si cela dietro gli occhi spiritati di quello che sembra essere una specie di drago verde, accerchiato da dei giganti serpenti velenosi e avvelenati. Il Boom bap oscuro del debutto di Enoch – già membro del gruppo alternative hip hop CYNE – non è passato inosservato ai più accorti sostenitori dell’hip-hop underground, lo stesso che ti assale e martella fino allo sfinimento.
Questo disco piacerà ai fan old school, ma credo che metterà un po’ tutti d’accordo. Ossessivo ma non compulsivo, cupo ma di un’accecante speranza che si espande pian piano, soprattutto negli ultimi tre brani del disco. Tanti artisti, tra cui il rapper ELUCID, hanno contribuito alla causa. E noi ne siamo felici.
Tracce consigliate: Exact Change, Tonight.
Kapsoul – ASCENT
[ 03.04.2024 | P-VINE | hip hop, free jazz ]
5:00 del mattino. Le strade di Tokyo si confondono nella notte tra un sax seducente e percussioni fumanti. Vi ho già detto che i giapponesi stanno avanti? No? Bene, ve lo dico ora: i giapponesi stanno avanti, anche se vivono negli Stati Uniti e, più precisamente in questo caso, a Los Angeles.
Beatmaker, DJ, mago delle parole e della combinazione di generi quali jazz e soul (lo dice pure il nome d’arte) con l’hip hop, Kapsoul si diverte a giocare con ritmi e sfumature anche per merito dei meravigliosi musicisti che hanno partecipato alle registrazioni del suo secondo album solista, ASCENT.
Nel giro di 40 minuti, il tempo scorre via tanto rapidamente quanto la voglia di mettere play ancora e ancora. Raffinato, variopinto, curato nei minimi dettagli, mai scontato nei suoi momenti che somigliano ad ondate improvvise di free jazz o in quelli in cui i flussi di coscienza confluiscono in tracce corali dalle mille voci e tonalità differenti, ognuna delle quali dona bellezza e classe in sovrabbondanza.
Tracce consigliate: DO THAT, SAME THANG.
Tay Jordan – Player of The Year
[ 27.09.2024 | Players Club | UK hip hop, R&B ]
Non so se qualcuno in U.K. ha già azzardato l’accostamento surreale con Michael Jackson (che cita nel brano Foreign Waters), ma questo rapper del sud est di Londra sa il fatto suo, senza bisogno di paragoni. Tay Jordan esce direttamente dalla parte più R&B degli anni ’80, dipingendo con mille colori diversi il quadro da cui viene fuori.
Un giro di qua, un passo di danza di là, ed eccoci finalmente immersi nel mondo lo-fi hip hop e synthpop di Jordan, ma non solo. Qui troviamo groove da vendere e una perfetta sintonia tra il rap più contemporaneo e i paesaggi “vintage” che appartengono ad un passato mai stato così vicino, vellutato proprio come l’epoca in cui il rapper di Norwood sembra sguazzare con tanta facilità. Ah, dimenticavo: c’è pure Man in the Mirror. Ma per scoprire se si tratti di una cover o meno, non vi resta che dargli una chance.
Tracce consigliate: Foreign Waters, Player of The Year.
Kail Problems – A Flower Blooms In May 2
[ 24.05.2024 | Broken Complex | West Coast hip hop ]
Si sa: i nati sotto il segno zodiacale del Gemelli, tra i vari disagi che si trascinano dietro, sono piuttosto egoriferiti. Come? Non è così? Beh, qui c’è qualcuno che ha portato alla luce non uno ma ben due album legati al mese di maggio, periodo di nascita del protagonista in questione. Kail Problems è nato il 27 maggio 1997 (un batuffolo, praticamente) e in questo 2024 ha deciso di proseguire col concept “faccio uscire cose nel mese di maggio, il mio preferito” tirando fuori, facile a dirlo, una bomba a mano.
A Flower Blooms In May 2 (seguito della prima parte) tiene alta la bandiera del West Coast hip hop di Panorama City (L.A.), attraverso accattivanti beat funkeggianti e flow decisamente old school davvero godibili. Tra un tiro e l’altro, ci perdiamo lungo le strade quasi estive di una San Fernando Valley in pieno stato “relax&chill”. Il sodalizio incorruttibile con il dj e produttore DJ Hoppa tende a dare quel guizzo maggiormente euforico e morbido. Tutto ciò che DJ Hoppa tocca, diventa oro.
Vorrei tanto parlare anche del formidabile EP uscito appena due mesi prima di A Flower Blooms In May 2, dal titolo Massive, che vede questo stesso duo all’opera con un’energia immersiva e totalizzante, degna delle più grandi battles in ambito rap di sempre, ma io non andrò oltre perché qui tocca sedersi comodamente e recuperare la discografia di questo giovane e freschissimo rapper.
Mike Shinoda è nato nel suo stesso quartiere. Coincidenze?
Tracce consigliate: Most High, Story Of A Man.
Dos Monos – Dos Atomos
[ 31.05.2024 | autoprodotto | experimental hip hop, noise, rap metal ]
Torna nuovamente Tokyo, a riprova del fatto che i giapponesi stanno avanti anni luce, per certi versi (e sono due). Stavolta però troviamo una metropoli non più vista di notte, ma alla luce del giorno. Una luce solare che devasta e illumina i disastri nucleari che si porta dietro. Questo disco è totalmente folle, e per tal ragione imperdibile.
Il rap schizofrenico del trio giapponese Dos Monos accelera i battiti e pulsa nelle vene, tra spinte noise, schitarrate metal, botte hardcore e rincorse jazz. Se siete tipi da ascolti abbastanza audaci, Dos Atomos fa al caso vostro. Se vi piacciono le sonorità dei black midi – con cui il trio è andato in tour nel 2022 – potreste trovare delle piacevoli sorprese in questo album super psicotico. Un caos che scaraventa lontano ogni regola dell’hip hop tradizionale e non solo.
Tracce consigliate: HI NO TORI, UNDO.
Navy Blue – Memoirs in Armour
[ 02.08.2024 | Freedom Sounds | abstract hip hop, conscious hip hop ]
Può un disco di soli 25 minuti colpire così tanto nel profondo da non riuscire più a staccargli occhi e orecchie di dosso? La risposta è sì, quando si tratta di uno dei rapper più sensibili e introspettivi sia della East che della West coast.
Dopo l’inspiegabile decisione della Def Jam di concludere il rapporto lavorativo tra l’etichetta e il rapper, quello che doveva inizialmente uscire come un EP composto da otto tracce, diventa un intero album che riflette il mood riportato in copertina: evanescente, quasi divino, inarrivabile per certi versi. Il rapper statunitense traccia le sue memorie tra spiritualità, amore, famiglia, con un velo abbastanza spesso di malinconia che ci fa ricordare quanto siamo piccoli e soli, in questo mondo. “This is the first time somebody would ever say this on a rap song, but can you turn me down? Depression was the birth of Navy Blue, my message is to serve a greater you.” Siamo davanti ad un disco che rappresenta un rifugio, sia per il suo stesso autore, che per noi anime sempre un po’ fuori posto. E allora lasciamoci coccolare dalle nostre lacrime sulle note nostalgiche di Memoirs in Armour.
Tracce consigliate: Slow, Red Roses.
earl saga – Faces Are For Friends
[ 11.01.2024 | AOPCTV | rap, cantautorato ]
Se avete voglia di mettere sul piatto un disco breve, di poche pretese ma che funzioni alla grande, ci siamo. Vi avverto, però: le anime più soul troveranno pane per i propri denti. Momenti spoken word si alternano a leggere ma nostalgiche pop ballad, in cui diverse voci femminili – da Bby Shea a Ella More – scaldano i nostri cuori e ci avvolgono in un grande abbraccio collettivo. Forse è il disco “meno rappato” o “meno hip-hop” di questa sfilata, ma a chi importa?
Tracce consigliate: Friends, Long Haul.
Masta Ace & Marco Polo – Richmond Hill
[ 26.01.2024 | Fat Beats | East Coast hip hop, Boom bap ]
Continua a dare grandi soddisfazioni il progetto a cui il beatmaker e produttore Marco Polo e il rapper Masta Ace hanno dato vita già qualche anno fa. Un boom bap ipnotico di matrice East Coast, che stavolta vola a pieni polmoni su tutta Brooklyn. Tra diete vegetariane, comunità afroamericane, criminalità, dipendenze e un tributo a cartoni e supereroi della propria infanzia, Masta Ace si conferma come uno dei più grandi rapper di sempre (non me ne voglia qualcuno, ma è così) e affiancato dai beat frizzanti e melodici di Marco Polo, guadagna ancora più punti in questa nuova decade. Un album confortevole, che profuma di nostalgia, di calore, di casa.
Tracce consigliate: Below The Clouds, Outside In.
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Last modified: 26 Dicembre 2024