Per i Signori Sparhawk, detentori da dieci dischi del logos Low, con queste ambientazioni fatte girare tra le pareti sonore del nuovo The Invisible Way molto probabilmente – ma lo è di sicuro – è arrivato l’attimo, il tempo giusto per abbandonarsi a setacciare tutti i risvolti dell’anima fino alle più fitte intercapedini che vi ci si possano annidare; un pò di stacco vitale per ripulirsi dentro fa sempre bene, rischiarare il buio con la luce della tranquillità è l’input di un canzoniere, di un manifesto sonoro che si affina e addolcisce come un avvicinamento alla forma canzone in punta di piedi e nervi riposati.
Acustiche, liricamenti Folk, ispirazioni field e poesia nuda si fanno spazio tra ballate e Slowcore che attraversano la tracklist come aria dopo un violento temporale, una sensibilità introspettiva che diventa materia e aliante vitalità per un ascolto cameristico da dieci e lode, e quando poi la positività si riprende i tempi andati dei loro chiaroscuri, i Low cominciano a brillare talmente forte che diventano immediatamente fruibili per sognare dal profondo; il trio di Duluth (Minnesota) rinasce – se la vogliamo dire tutta – in un cambiamento lineare che disegna trame e scansioni melodiche eccezionali, undici tracce che hanno il taglio appunto del profumo Folk, quella dose di malinconia tra ricordi e presenti che non diminuisce mai, una costante che tocca i momenti più cool – e ce ne sono tanti – dell’intera list. Vogliamo magari parlare di un disco elegiaco? Ebbene si, i Low sono raffinati a tal punto che crescono con l’intonsa espansione di un’alba d’autunno, si allargano tra acide ispirazioni e ieratiche atmosfere che è inutile provare a trovarci un neo che sia un neo, sarebbe come cercare pelo in un covone.
Il pianoforte liquido che trema “Amethyst”, la spennata indolente sulle orme di Young “Holy Ghost “, “Clarence White”, l’epos peculiare che abita “Just Make it Stop” o la forte ispirazione che sta dietro le reiterazioni di “To Our Knees” saranno certamente le rivelazioni d’ascolto che più vi prenderanno, niente di pre-condizionato intendiamoci, col tocco dell’intensità toccante.
Folk Low Max Sannella Minesota Neil Young Rockambula Slowcore Sub Pop Records The Invisible Way
Last modified: 20 Febbraio 2022
Devo ammettere che questo post è fantastico…! Probabilmente diventerete dei blogger famosi, se non lo siete gia’. Complimenti 😉
Ciao. Grazie mille delle belle parole. Tuttavia preciso che non si tratta di un blog ma di una vera e propria webzine, oltretutto una delle più “antiche” d’Italia, anche se alla nascita guardava soprattutto alla scena Punk/Hardcore. Grazie ancora.