In anteprima esclusiva per Rockambula, ecco il videoclip di “La Corsa all’Oro”, nuovo estratto da Sogni Lucidi, l’album di Mantovani uscito a novembre 2016.
Se ci fermassimo per un momento ad osservare il mondo da un’altra prospettiva, come se potessimo guardare tutto e tutti da una nuvola, probabilmente ci chiederemmo qual è il reale senso di tutto questo: un correre frenetico senza sosta, un affannarsi continuo per avere, accumulare, risparmiare, spendere, anche spesso in cose inutili, giusto per stare al passo coi tempi e le tendenze del momento, rincorrendo l’idea di una felicità materiale. Svegliarsi presto la mattina per andare a lavorare, farsi “un’ora di coda in tangenziale”, odiando con buone probabilità il prossimo se ci taglia la strada. Tutto appare ripetitivo ogni giorno, la vita diventa un film sempre uguale, che ripropone le stesse immagini. In un’epoca di progresso tecnologico e di velocissime comunicazioni, non ci si incontra realmente ma si rimane intrappolati nel riflesso di “virtuali concezioni e false identità”.
In questo brano, Mantovani ci da il suo punto di vista: come un outsider, descrive ciò che il suo occhio riesce a cogliere distaccatamente in una visuale metropolitana e con un po’ di rassegnazione, canta l’inutilità di questo correre in ogni direzione a tale velocità, di un’inevitabile decadenza dei valori e ideali umani. Vengono messi in scena il paradosso e il dramma dell’ uomo moderno: falsità di rapporti, incomunicabilità, routine e l’impossibilità di dare un senso all’esistenza. Qualcosa, via via, ci sta allontanando sempre più da noi stessi e dagli altri senza che ce ne accorgiamo. Come i pionieri di un’epoca lontana, ci facciamo abbacinare dal luccichio “dell’oro moderno”; le false libertà che questa società ci propina sono fatte di shopping, pubblicità e mendaci bisogni che si trasformano in “beni di prima necessità” e creano una gabbia da cui diventa sempre più difficile evadere.
“La Corsa All’Oro” è uno spaccato di vita quotidiana e una riflessione sociale sulle tendenze che ci caratterizzano in quest’epoca di iperconnettività e perentoria autoaffermazione.
L’idea di girare il video in un centro commerciale abbandonato, sottolinea l’elemento simbolico di decadenza presente nel messaggio che la canzone vuole dare. Questi spazi, di per sé, raccontano una storia che è simile alla situazione descritta nel testo: la solitudine, una mentalità “usa e getta” e una disfatta di valori e rappresentano, con immagini semplici ma efficaci, i vizi capitali 2.0.
Cambia pelle, mai sostanza.
Marco Mantovani è nato a Milano il 14 settembre 1979. Musicista, autore e interprete ha all’attivo numerose collaborazioni con band in cui ha suonato, prodotto album da studio ed esibizioni live in concerti. Il recente incontro con Andrea Viti, ex bassista degli Afterhours, di Alice e numerosi artisti italiani e internazionali come Mark Lanegan, segna l’avvio di una felice collaborazione in studio tra i due che li porterà a co-produrre un album di brani interamente originali, composti nelle liriche e musiche da Mantovani.
Crediti Video
Soggetto di Fabio Quellari e Marco Mantovani
Regia: Fabio Quellari
Aiuto operatore: Gabriele Giacobbe
Montaggio: Karicabeat Studio
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Last modified: 22 Febbraio 2019