Terzo disco per i romani Masoko, ed appena qualcuno metterà questo cd vi guarderà con un sorriso compiaciuto e magari un occhiolino come a sottolineare una intesa sonica con la sua musica, si perchè queste tracce, queste undici autonomie emozionali, grondano hit su hit e sembrano concepite come per un viaggio attraverso la schiettezza che va ben oltre il solito rapido raccontare cose che poi si vanno ad opporre alla realtà; qui dentro c’è la verve, l’ironia – anche stretta tra i denti – di chi guarda e riflette lo specchio appannato di questa società isolata, di chi canta l’amarezza e il vizio ottimale di decantare le sue voragini con intelligenza, quella dolce intelligenza che la band mette come una sfacciataggine di spessore.
“Le vostre speranze non saranno deluse” è il mondo personale dei Masoko, lontano dagli stridori delle involuzioni stilistiche e molto accostato alla formula primaria che del resto è parte fondamentale della loro poetica urbana, quel frammisto di new-vave, bagliori pop ed elettro dance che da sempre li caratterizza in una “rapidità lenta” che fa smuovere testa e corpo; un disco figlio di questi tempi, fiero della sua colorazione grigiastra dove però un pizzico di gloss ravvivo riattiva alla precisione la punta danzereccia, all’improvviso, tra una canzone e l’altra, che in fondo è la virtù rigenerante che parte proprio dal titolo di questo lavoro, eufemismo e ironia con un prezzo morale da pagare, da godere o scontare.
Parlavamo di pop ed elettronica, ma poi andando avanti nello scorrere della tracklist si incontrano “strani personaggi” come il funky slogato di “Buco nella testa”, le nevrosi di uno Studio 54 che bussa come un cuore sotto anfetamina “In alto”, “Birra e sigarette”, gli ottimi bridges vocali Seventies style che ricamano “Fortuna” e poi il jumping totale verso un Battisti trasognato, disilluso, un pathos di accordi acustici spennati ed aperti che porta l’ascolto del disco a picchi onirici e affascinanti, specie nella coda psicotropa, funkyes, jamming, che ti prende i nervi e te li tira in un ballo tribale e fuori di testa “Tutto di ieri”.
I Masoko non si smentiscono, anzi aumentano le loro già ottime quotazioni tra le onde avanguardistiche di questo strano mondo underground nostrano, la loro maturità artistica si impone certamente in maniera veramente perentoria tra gli stadi alti della nuova musica e questo terzo lavoro ce li inchioda sopra.
Last modified: 18 Giugno 2012
La lingua italiana sta sanguinando.