A chi si arrovella il cervello per cercare di scovare in qualche anfratto di un qualcosa che non sia oscurità, confusione, insicurezza e delusione da far circuitare tra l’aria da respirare e un sogno che sia una vera via d’uscita dal tutto, consiglio caldamente questo Ep del quartetto romano dei Melatti, “Quando le ore e i minuti sono uguali”, e credo sia quella insperata salvezza che può fare molto, ma anche la chiara dimostrazione che dal basso può arrivare – per stazionarsi in un alto senza limite – musica, concetto e poesia come fossero finalizzate al racconto magico di quello che si ha dentro.
Quello che gira in queste cinque tracce è una creatività di penna che va a braccetto con lo stupore pronunciato, un’idea di base che non rimane mai immutata ma incontra una serie di espedienti intimi che la ibridano all’altezza del cuore e nella profondità degli spazi narrati, ed è proprio da qui, da questi luoghi sonori visitati e vissuti, imbastiti da questa formazione, che prende il via la liberazione interiore, quella via d’uscita di cui sopra; cinque pezzi, cinque inganni sonori concepiti con un senso retrò coinvolgente, una piccola opera che fa efficacia con percorsi apparentemente velati dalla spiritualità di Zampaglione, Sinigallia “E così è l’amore”, “Sono davanti a te”, eccelsa traccia dedicata all’Annunciata del pittore Antonello da Messina, un alito leggiadro e malinconico di Fossati “L’uomo più fortunato”, poi una strizzata di cuore nel ricordo del giornalista Giuseppe D’Avanzo, le sue indagini, le sue occhiate le sua parola ferma contro la mafia che sono rimesse in gioco nella appassionante “Io avanzo”, traccia che vede la partecipazione del chitarrista di Peter Gabriel David Rhodes, e che già da sola regge tutto l’Ep.
Alberto Fiori voce, Menotti Minervini basso, Giorgio Amendolara tastiere, pianoforte e Andy Bartolucci alla batteria non hanno dubbi sull’elettroacustica pop che caratterizza la loro anima musicante, il loro modo di muovere sentimenti, storie e chili di note soffuse, la loro poetica sonorizzata non ha angoli, solo curve addomesticate e atmosfere da abbracciare come un amore che non si rivede da tempo, come un rapporto da ricostruire dopo un temporale della vita; e lasciarsi rapire dal tremore emozionale di “Empatia” è solo un dettaglio sospeso, un momento sottolineato all’infinito, curioso di capire se poi queste ore e quei minuti sono veramente uguali.
Sommessamente fantastico.
Last modified: 10 Settembre 2012