Attrice teatrale e cinematografica, ancor prima musicista, Mimosa Campironi esordisce con La Terza Guerra, un disco che racconta storie di donne ed amori, a volte violenti, a volte sbagliati. In undici brani viviamo una serie di capitoli in cui le carriere parallele della cantautrice si coniugano in continuazione come se ci trovassimo davanti a una risposta italiana alla statunitense Amanda Palmer: rimembranze del suo Dark Cabaret sono, difatti, presenti nella titletrack. E il che non disturba. Veniamo mandati indietro ai tempi del film muto e della comicità di fine Ottocento. “Arance” e “Fame D’Aria” ci ricordano con veemenza che ci troviamo nel 2015 e Mimosa regala magie con il suo pianoforte, molto più contemporaneo. E anche questo non è un male. “Gli Effetti” torna sui binari isterici dei Dresden Dolls: teatralità e giocosità a iosa. Dal sorriso alle lacrime in quanto la successiva “Fakhita” è dedicata alle donne trovate uccise in Africa, di cui spesso non si conosce neppure l’identità. Un episodio toccante che fa lievitare il voto di almeno mezzo punto. Delle seguenti composizioni segnalo “Voglio Avvelenarmi un Po’”, che gode di una ritmica che segue appieno la voce recitata dell’artista. Purtroppo sul finire regna una certa stanchezza dove il messaggio delle canzoni deturpa le canzoni stesse. Teatrale, sognante, triste, talvolta divertente: La Terza Guerra è tutto questo e molto più. Un album attuale concepito nel passato da una mente che ha un’esperienza enorme a dispetto dei suoi ventinove anni. Il confine tra arte e musica non è mai stato così labile.
2015 Amanda Palmer Dresden Dolls Gas Vintage Records Giovanni Panebianco La Terza Guerra Mimosa Songwriter
Last modified: 20 Febbraio 2022