Sabato sera si è concluso a Milano il lungo tour che ha portato Francesco Motta e il suo disco La Fine Dei Vent’Anni in giro per l’Italia per quasi cento date.
(foto di Francesco Oddo)
[ qui l’intervista di Rockambula a Francesco Motta in occasione del live a L’Aquila lo scorso settembre ]
Il cantautore livornese alla prova da solista si è dimostrato vincente, risultando una delle rivelazioni della scena indipendente italiana, finendo anche per vincere la targa Tenco 2016 come miglior opera prima. Un percorso in continua crescita per un disco apprezzato sia dalla critica sia dal pubblico, che l’ha premiato con una serie di date sold out, non ultima quella di sabato sera all’Alcatraz di Milano.
Ad aprire e scaldare il pubblico due giovani artisti, Campos Band e Verano, entrambi i progetti legati da un’attitudine elettronica associata a un sound Pop. Due giovani realtà messe alla prova su un palco importante.
Con un po’ di ritardo la festa di Motta prende il via e dopo un inizio segnato dalla scelta di un microfono sbagliato e un po’ in sordina l’energia – la sua e dei suoi musicisti – prende forma sul palco per un trittico iniziale travolgente. Si comincia, infatti, con “Se Continuiamo a Correre”, “Del Tempo Che Passa La Felicità” e a seguire “Prima o Poi Ci Passerà”. I brani riarrangiati rispetto al disco, fanno emergere un lato elettronico e danzereccio che anima il pubblico e ritmo di percussioni e bassi profondi coordinati con un set di luci dal grande effetto scenico. S’inizia col botto insomma, anche se dopo i primi tre brani è già tempo di una pausa, per dilungarsi forse un po’ troppo in chiacchere che sebbene cariche di emozione e ringraziamenti per la band, per la famiglia e in particolare per il padre, protagonista anche dell’ultimo video uscito e ottimo gancio per riprendere a suonare con “Mio Padre Era Comunista”, “Una Maternità” e “Sei Bella Davvero”. Anche in questo caso le canzoni sono intervallate da molti interventi a volte un po’ troppo sopra le righe, che strappano forse un sorriso e un applauso, ma che rallentano e spezzano la parte musicale distraendo eccessivamente il pubblico già fin troppo rumoroso.
La serata riserva però ancora molte sorprese, perché giustamente quando si festeggia si chiamano gli amici più cari, quelli che vorresti sempre al tuo fianco. Salgono quindi sul palco i primi compagni di Motta, i Criminal Jokers, con cui ha condiviso gioie e dolori e ben due album insieme, per suonare pezzi storici come “Bestie”, “Fango” e “Cambio La Faccia”. Neanche il tempo di farsi travolgere da “Roma Stasera” che è il momento del secondo ospite, forse l’ultimo vero rocker italiano, Giorgio Canali. Il duetto inizia con un brano di Canali, “Lezioni di Poesia”, grande e struggente ballata con un testo da far impallidire chiunque, per poi passare a “Abbiamo Vinto Un’Altra Guerra”.
Siamo quasi alle battute finali e per il gran finale Motta si fa accompagnare dal conterraneo amico e compagno di sempre Appino degli Zen Circus in “Fino a Farti Spaccare Due o Tre Denti”.
Siamo ormai ai saluti ed è il momento di ringraziare prima di tutti Riccardo Sinigallia e a seguire etichetta, produttori, tecnici… Una lunga lista e tante parole che escono come un fiume dalla bocca di Motta che si mischiano in un discorso infinito, di gioia, rivalsa, felicità. Glielo concediamo perché la musica è un lavoro che richiede fatica e sacrificio e quando cose belle come questa accadono, chiudiamo un occhio e ci lasciamo trasportare dalle parole di “La Fine Dei Vent’Anni” e la proverbiale, in questo caso, “Prenditi Quello Che Vuoi”. Forse non è stato il miglior live di Motta, ma gli riconosciamo un grande talento e aspettiamo a braccia aperte lui e i suoi progetti futuri.
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Last modified: 22 Febbraio 2019