The Blues (Usa)
Anno 2003
Se nello scorso approfondimento abbiamo parlato dei fratelli Edwood e dei loro Blues Brothers, questa volta parleremo delle origini, appunto, del Blues e lo faremo proponendo un film che è anche qualcosa in più, ovvero un mega progetto affidato a vari grandi registi, tutti sotto la supervisione di Martin Scorsese. Nello specifico il progetto The Blues, consiste in sette lungometraggi che raccontano storia e origini, e mostrano filmati d’archivio inediti anche per gli appassionati fan del genere. Il primo Feel Like Going Home ( in realtà ci sarebbe la versione italiana del titolo “Dal Missisipi a Mali”, ma original is better), diretto da Scorsese stesso, ci mostra il musicista blues Corey Harris intraprendere un viaggio che affonda nelle origini, nelle radici, partendo dal delta del fiume Mississipi (da qui Delta Blues) fino ad arrivare in Africa. Una chicca o meglio ciò che rende ancor più speciale questo lungometraggio è che ritrae in una rarissima intervista Otha Turner, uno dei più grandi rappresentati del Delta blues. Chiaramente, nella durata di questi ottanta minuti le performance dei migliori bluesman non mancano; infatti, tanto per citarne alcuni, troviamo John Lee Hooker, Muddy Waters, Lead Belly, Otha Turner e molti altri. Passiamo poi al secondo lungometraggio, diretto da quel geniaccio di Wim Wenders,The Soul of a Man. Questa volta si approfondiscono tre storie, quelle di tre grandissimi e forse meno conosciuti bluesman, ma che di certo hanno fatto la storia oltre ad essere fra l’altro anche i preferiti di Wenders. Si tratta di Blind Willie Johnson, Skip James e J.B. Lenoir. È interessante la struttura di questo lungometraggio perché è probabilmente assieme al quarto, il più recitato. Il narratore è Blind Willie Johnson, interpretato da Laurence Fishburne (Morpheus di Matrix per intenderci) e attraverso la sua voce ripercorriamo la vita dei tre bluesman in questione, alternandosi a brani, interviste, filmati inediti e reinterpretazioni di vecchi e storici brani di artisti contemporanei quali Nick Cave & The Bad Seeds, Lou Reed, Beck, Jon Spencer Blues Explosion e… citarli tutti vi rovinerebbe la sorpresa!
Il terzo The Road to Memphis, diretto da Richard Pearce, come suggerisce il titolo stesso si concentra sulla scena emersa a Memphis e su tre acclamati Memphis blues man, B.B. King, Rosco Gordon e Bobby Rush. Il quarto Warming by Devil’s Fire, è presentato come la storia di un ragazzino in visita dei propri parenti nel Mississipi, luogo dove il Blues è più vivo più che mai. Le performance non si concentrano solo sul Blues ma anche sul Gospel, parte integrante di questo. Nel quinto invece, Godfather and Sons diretto da Marc Levin , ci addentriamo nei ricordi e nella storia della Chess Records, ovvero una delle più importanti etichette discografiche nata nel 47 e specializzata esclusivamente in musica Blues,Rock’n’Roll e Rhythm & Blues e che annovera fra i suoi artisti Howin Wolf, Muddy Waters, Etta James e Chuck Berry; inoltre assistiamo alla nuova registrazione di “Electric Mud” (di Muddy Waters), con la collaborazione dei “vecchi” musicisti Blues e dei “nuovi” musicisti Hip Hop. Nel sesto lungometraggio Red White and Blues, di Mike Figgis, abbiamo la prospettiva inglese del Blues e gli effetti della “british invasion” sull’american Blues, con interviste a Van Morrison e Jeff Beck. L’ultimo, Piano Blues, dell’uomo dagli occhi di ghiaccio, Clint Estwood, si focalizza sul Blues suonato con il piano e lo fa assieme a Ray Charles, Marcia Ball, Dr John e Dave Brubeck. In conclusione,adesso avete ben sette titoli che vi catapulteranno direttamente alle origini di tutto quello che noi ascoltiamo oggi e… feel the blues.
Blues Brothers Clint Estwood Feel Like Going Home Godfather and Sons Laurence Fishburne Marc Levin Martin Scorsese MaryF Matrix Mike Figgis Piano Blues Red White and Blues Richard Pearce The Blues The Road To Memphis The Soul of a Man Warming by Devil’s Fire Wim Wenders
Last modified: 20 Febbraio 2019