Da questa settimana inauguriamo un nuovo appuntamento nel quale analizzeremo e presenteremo diverse pellicole che, in qualche modo, hanno avuto a che fare in maniera diretta ed evidente con il mondo del Rock e della musica in generale. Parleremo di film biografici su grandi musicisti, pellicole la cui colonna sonora ha acquisito più fama delle immagini, musical e quant’altro. L’appuntamento è ad ogni martedì, nella sezione articoli. Buona lettura e, magari, buona visione. Quest’oggi tocca al grande Jonny Cash.
Walk the Line (Quando l’Amore Brucia L’anima).
Il film racconta della vita di Jonny Cash (Joaquin Phoenix) e del rapporto con quello che sarà il grande amore della sua vita, June Carter Cash (Reese Whithrspoon). Il canovaccio è il classico del biopic cinematografico americano. L’ascesa: un’infanzia difficile segnata dalla morte del fratello, il rapporto tormentato con il padre, le prime avversità economiche legate alle difficoltà dello sfondare nel mondo della musica, fino ai primi successi. La caduta: i primi problemi legati alla notorietà, i tradimenti coniugali e la spirale di dipendenza di droga e alcool. La rinascita: il ritorno sulle scene e al successo con affianco June. Il plot appare scontato, ma il film ci racconta cose interessanti, come la nascita del genere Rockabbilly, dell’epoca d’oro della Sun Record di Memphis e dei primi concerti di Cash assieme a Elvis Presley e Jerry Lee Lewis. Quindi in generale, dell’epoca del benessere americano, quello che nell’immaginario collettivo sarà legato in modo molto banale a Happy Days (o ad American graffiti per i più esigenti) ma anche i suoi lati oscuri. Il vero personaggio forte della pellicola appare June Carter, anche per l’ottima interpretazione della Whiterspoon (premio Oscar per questo film). June Carter è un personaggio granitico (almeno da come ci viene descritto dalla pellicola); enfant prodige dalla musica, è conscia dei suoi limiti, tanto da compensarli con un’irriverenza del tutto originale.
Una essenziale sequenza ci dimostra tutto il suo carattere, quando nel giro di cinque minuti si sente, prima osannare per la sua carriera e poi criticare per il suo divorzio, uscendone in entrambi i casi con stile. È una fotografia dell’America di quegli anni, abbagliata dal primo divismo, ma ancora bigotta e reazionaria.È lei con la sua forza e il suo amore a salvare Cash dalla sua dannazione. Altro momento importante, come del resto lo è stato per la storia della musica, è come viene raccontata la creazione e la realizzazione del live nella prigione di Folsom. Il concerto apre il film, per poi staccare con un lungo flashback, ma già dalle prime immagini si può ascoltare il rumore di libertà che traspare da quel live. Quando “l’uomo in nero” propose ai produttori quel concerto si vide ricevere un secco rifiuto, lo stesso che gli fece anni prima, con le stesse motivazioni, Sam Philips alla sua prima audizione. Questa volta però, forse per intuito o per cocciutaggine o anche perché quella musica era dentro di lui, Cash va avanti realizzando uno dei migliori album della storia della musica.
Insomma, meglio la sua musica del film che racconta la sua vita (questo è il minimo), ma resta un film godibile e vedibile per tutti, oltre che dai fan del genere e per gli amanti della musica.
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Last modified: 19 Febbraio 2014