My Brightest Diamond: grinta, intimità e rabbia di una voce accordata da magia divina

Written by Live Report

L’unica data italiana della musicista di Detroit si è rivelata un viaggio imperdibile tra vulnerabilità, stravaganze e desiderio di libertà.
[ 16.02.2025 | Mount Echo’ @ Teatro Comunale, Porto San Giorgio (FM) ]

Foto @ Giulio Contigiani

Quella di domenica 16 febbraio 2025 è stata una di quelle serate da portare nel cuore, fino all’eternità. Quando le parole sono superflue, ci pensa la musica a spiegare stati ed emozioni che altrimenti rimarrebbero silenti.

Ora, sui vostri piccoli e grandi schermi, proveremo a mettere nero su bianco una piccola parte di ciò che forse deve ancora essere metabolizzato da chi c’era. Non una semplice domenica passata a vedere un concerto, ma una vera e propria esperienza sonora, visiva, e ancor prima umana.

C’è chi si lancia dal paracadute, chi sfreccia a 170 km/h in autostrada. A noi, eterni nostalgici dell’ignoto, basta fare un salto da Mount Echo’ per vivere attimi di pura adrenalina mista ad incontrollata gioia. Giunta al suo attesissimo decimo volume, la rassegna marchigiana che promuove arte e cultura sotto vari aspetti – soprattutto quello musicale – è ormai ripartita col botto, dopo averci salutato a fine 2024 con il delizioso live dei Tapir!

L’apertura con AM Higgins.

Prima tappa del suo tour europeo ed unica data italiana. Sembrava incredibile, ma è tutto vero. Shava Nova, in arte My Brightest Diamond, sceglie proprio questa piccola, grande realtà del centro Italia per portare dal vivo, sotto una nuova veste, il suo ultimo album Fight the Real Terror.

Stavolta ci spostiamo nel meraviglioso Teatro Comunale di Porto San Giorgio, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato alla nascita dei concetti di bellezza ed eleganza, nel pieno del loro splendore.
La biglietteria è affollata, i volti delle persone rilassati in pieno mood domenicale, quel brivido di trepidazione nell’aria risulta gradevolissimo ed indispensabile.

Prendiamo posto. Pochi minuti dopo le 21:00 il sipario rosso si apre, letteralmente. All’artista americana AM Higgins, accompagnata da Jason Toth alla batteria (Handsome Family, Daniel Mark Williams), è affidata l’apertura. Una piacevole scoperta, quella della musicista e cantautrice statunitense adottata dalla Francia. I suoni delicati delle tastiere sprigionano un potentissimo respiro a cavallo tra dream pop e folk, flirtando calorosamente con una voce che sembra appartenere ad un’altra dimensione, al di sopra delle nostre teste ma vicina ai nostri cuori infreddoliti.

La penetrante cover della struggente Holy Ghost dei Low ci ha condotti verso un illusorio paradiso fatto di nuvole bianchissime e leggere dove poggiare la propria guancia accarezzandone la vana consistenza. Siamo certi che, da qualche parte, Mimi Parker abbia sorriso commossa.
Ancora un po’ scossi ma grati, salutiamo amorevolmente AM Higgins per aver riscaldato l’atmosfera prima di inebriarci completamente.

Combatti il terrore.

Giusto pochi minuti dopo, ecco che il palco si illumina di nuovo. Al centro, c’è lei. In piedi, con la sua chitarra in mano, il pc nascosto da un telefono anni ‘60 dello stesso colore della sua folta chioma arancio. Dietro, un appendiabiti piuttosto pieno e, accanto a questo, una scala. Gli elementi scenografici catturano l’occhio per qualche frazione di secondo, non c’è tempo.

Il palco è tutto di My Brightest Diamond, che si prende la scena a colpi di schitarrate con il primo brano in scaletta, che corrisponde alla title track Fight the Real Terror.
Ma qual è questo terrore? Da dove proviene? Se lo chiede e ce lo chiede nel corso della serata, quando incanta il pubblico con la meravigliosa delicatezza che la contraddistingue, svestendo per un attimo i panni della musicista e indossando quelli della Shara che, nel luglio 2023, decide di buttare fuori un po’ di idee per il nuovo album.

Nel buio di una Detroit invasa dalla tempesta lei scrive, compone, suona. Si lascia ispirare dalla tragica scomparsa di Sinéad O’Connor, avvenuta praticamente poche ore prima. Ripensa, sul palco del teatro marchigiano, all’episodio del Saturday Night Live in cui la compianta artista irlandese strappa la foto dell’allora papa Giovanni Paolo II, gesto che fa il giro di mezzo mondo, nella buona e nella cattiva sorte.

“Fight the real enemy”, uno slogan che sapeva di promessa. I nuovi brani di My Brightest Diamond partono proprio da questa riflessione: come combattere il nemico? Lo vediamo tutti i giorni, sotto i nostri nasi e davanti i nostri occhi, eppure resta sempre lì. Forza o intelletto? Forse un’unione di entrambe le cose, o forse no.

Tra estasi mistiche e stravaganze.

C’è però anche anche un pezzetto di Italia, oltre che di Irlanda, nel disco della polistrumentista (ha suonato ogni singolo strumento da sola, in fase di registrazione) americana. Lasciandosi ammaliare dall’Estasi di Santa Teresa d’Avila dello scultore italiano Gian Lorenzo Bernini, Shara Nova compone brani d’amore, anche se non riesce a farlo come la sua poetica musa Sinéad.

Ironizza sul fatto che, nella tormentata ballad electropop Imaginary Lover, non sapesse davvero come scrivere d’amore, perché per la maggior parte della sua vita è stata sola. Tenebre e luci crollano tutto d’un fiato sul palco di Porto San Giorgio, in un alternarsi di momenti riflessivi, grintosi ed iconici.

Il dark blues del singolo Black Sheep è dominato, oltre che dal timbro stratosferico della cantautrice, dal suo cambio d’abiti e dalle movenze jazz/hip hop che incantano tutti i presenti in sala. Rapiti a più non posso, vediamo Shara scendere dal palco per interagire col suo pubblico, come in uno spettacolo di cabaret disarmante ed unico nel suo genere.

Fa cantare le sue note inarrivabili al teatro, ma noi ci proviamo lo stesso perché, diciamocelo, quando ci ricapiterà nella vita di duettare con un’artista simile?!
Musica, danza, recitazione. Perfomer a 360 gradi, quando indossa un paio di stravaganti occhiali da sole rosa ed un tutù dello stesso colore utilizzato però come coprispalle, in terza posizione dei piedi, muovendosi tra un port de bras e un altro con stile, eleganza e quell’autoironia già annunciata che rende lo scenario magico ed inaspettato.

Abbraccia le tue vulnerabilità.

Tra l’esplosione saltellante del brano che fa parte di This Is My Hand (2014) dal titolo Pressure, che dal vivo prende una piega ancora più travolgente che in studio, e la toccante cover di The Seer’s Tower di Sufjan Stevens (di cui è stata turnista), la nostra Shara ci saluta con un immenso regalo, dopo un’ora e un quarto circa di puro spettacolo di elevatissimo livello.

Nina Simone non potrebbe esserne più fiera, visto che ha dato voce per la prima volta ad un brano composto da Anthony Newley e Leslie Bricusse, dal titolo Feeling Good. Se il pezzo in questione capita nelle mani d’oro di un’artista come My Brightest Diamond, beh, non c’è che goderne.

Un finale energico e trionfante, che non risponde a nessuna domanda ma che c’invita a continuare a porci interrogativi, nel nome della libertà. “Oh, Freedom is mine, and I know how I feel”.
Abbraccia le tue vulnerabilità, combatti per un mondo migliore. La serata è stata indimenticabile.
Grazie Shara, anima e artista straordinaria. E grazie Mount Echo’ per aver reso tutto ciò possibile.  

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Il primo gradino del decimo volume della rassegna marchigiana è stato scalato, e la salita non è mai stata così piacevole. Mount Echo’ ci aspetta al prossimo appuntamento per domenica 9 marzo 2025 con Lukas Frank, in arte Storefront Church. Non mancate! 

Qui le altre foto della serata.
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Last modified: 23 Febbraio 2025