Un disco al giorno, per nove giorni. Ripetere la cura al malessere almeno finché non si sono imparati a memoria tutti i titoli degli album scelti.
(in foto: cursetheknife)
Diciamo le cose come stanno: già è stato tremendamente difficile stilare una personale top 10 del 2023, che è andata a contribuire alla nostra top 50 finale, piena di generi musicali, influenze e gusti differenti. Figuriamoci quindi farne una con dischi poco conosciuti o di cui si è parlato troppo poco.
La verità è che il 2023 è stato un anno esplosivo dal punto di vista musicale. Un anno con tanti ritorni ma anche tante dipartite. Un anno in cui la musica è stata al primo posto nella vita della sottoscritta: mi ha dato tanto e mi ha fatto capire e scoprire qualcosina in più su me stessa e sugli altri esseri che abitano il mondo. Scoperte incredibili, artisti fenomenali, album consumati e imparati a memoria, qualche delusione ma fa parte del pacchetto, sarebbe anormale il contrario.
Tra dischi che hanno accompagnato i miei viaggi in treno e le mie lunghe attese in aeroporto e dischi scovati totalmente a caso di cui mi sono perdutamente innamorata, ho scelto 8 album e 1 EP che credo meriterebbero più attenzione – da critica e non critica – e andrebbero assolutamente ascoltati o riscoperti per poterne così percepire una nuova, fresca e luminosa essenza.
Puma Blue – Holy Waters
[ 01.09.2023 | Blue Flowers / PIAS | neo-soul, trip hop, alternative R&B ]
Voglio iniziare così. Con questa meraviglia uscita il primo di settembre, forse in parte oscurato dai potenti nomi della musica con cui ha condiviso la data di release. Puma Blue è lo pseudonimo del cantautore, produttore e polistrumentista di stanza a Londra Jacob Allen, e Holy Waters è il suo secondo album. Malinconico, oscuro, affascinante, da metter su di notte e lasciarsi guidare dalla sublime voce del nostro artista, che attraverso curve sinuose viaggia su binari pop, trip hop, soul, jazz e non solo, attirando tutto ciò che trova davanti a sé.
Sì, questo disco è stato acclamato e il talento del suo autore riconosciuto, ma non abbastanza. Sono stati osannati dischi molto meno validi di questo. Siamo di fronte ad uno di quei lavori che verrà considerato maggiormente nel corso del tempo, statene pur certi. Per tutti gli inguaribili introversi (so che siamo in tanti).
Pezzi consigliati: Falling Down, Hounds, Holy Waters.
Josienne Clarke – Onliness (songs of solitude and singularity)
[ 14.04.2023 | Josienne Clarke | indie folk, songwriting ]
Una voce accordata da divinità celestiali che scava nelle profondità dell’animo e del cuore, riuscendo a far emozionare anche i più anaffettivi. Provate a far ascoltare questo disco, anche solo le prime tre tracce, a qualcuno di vostra conoscenza che abbia il cuore ricoperto dalla pietra più solida che ci sia, avvolta nel gelo e nella nebbia. Sfiderei questo qualcuno a dire che non ha smosso proprio nulla.
Josienne Clarke è una cantautrice, polistrumentista e produttrice che dal 2011 al 2018 ha operato in coppia con Ben Walker, per poi, dal 2019, sperimentare la carriera solista che le ha fruttato diversi EP ed album. Onliness ha il sottotitolo di “canzoni di solitudine e singolarità”, un regalo alle anime solitarie intese più come individui a sé stanti, che non devono contare su nessun altro all’infuori di loro stesse. I brani contenuti nel disco sono stati recuperati dall’artista nel suo passato. Si tratta infatti di rivisitazioni di canzoni scritte tempo prima ma sepolte, che per fortuna un bel giorno sono tornate alla mente e riprese, da un punto di vista più attuale.
Josienne sottolinea come gli artisti siano costantemente chiamati a creare nuovi contenuti consumati nel breve termine e dimenticati. Riflette sul fatto che da quando è in proprio è libera di fare ciò che vuole con la sua musica e la sua arte, senza star dietro ai ritmi delle grandi etichette – negli anni del duo ha firmato con Rough Trade e Navigator Records – che in molti casi ostacolano la libertà e i guadagni stessi dei musicisti. Atmosfere intime e profonde, melodie malinconiche e tocchi delicati da parte di una voce gentile e vicina al cuore.
Un album da riscoprire interpretato da un’artista preziosa. Per gli animi più sensibili e per chi ha voglia di versare qualche lacrima rigenerante.
Pezzi consigliati: The Tangled Tee, It Would Not Be A Rose, Anyone But Me.
Clark – Sus Dog
[ 26.05.2023 | Throttle Records | electronic, art pop, IDM, experimental ]
Che dire del musicista e produttore britannico Clark che non sia già stato detto? Pseudonimo di Christopher Stephen Clark, attivo dal 2000, super prolifico e pieno di idee, è da annoverare tra quegli artisti che nel 2023 è riuscito a pubblicare ben due album, uno a maggio e uno a dicembre, entrambi di una bellezza colossale e l’uno complementare all’altro. Infatti, quello uscito a dicembre possiede alcune tracce inedite e ne rivisita altre appartenenti proprio al precedente uscito a maggio. Sus Dog e Cave Dog sono due facce della stessa medaglia, una più irrequieta, più sperimentale, più ritmata, l’altra più essenziale ma non per questo meno dinamica. Sus Dog, nello specifico, ha come produttore esecutivo Thom Yorke, che presta anche voce e basso nell’ipnotica traccia Medicine. Un album ricco, vario, che va dall’elettronica al soul, tutto da assaporare, brano dopo brano. Agli amanti delle sperimentazioni sonore. A chi vuole perdere la testa nella propria stanza senza essere osservato da nessuno. Ai fan di Thom.
Pezzi consigliati: Alyosha, Town Crank, Sus Dog, Medicine.
FEWS – GLASS CITY
[ 14.04.2023 | Welfare Sounds & Records | post-punk, alt rock, krautrock ]
Ci sono più mondi all’interno dei FEWS. C’è la parte britannica, quella statunitense e quella svedese, ed è proprio la Svezia il territorio su cui attualmente la band opera maggiormente. Il quartetto poliglotta, dopo aver lavorato tra gli altri anche con Dan Carey, pubblica il suo terzo album in aprile 2023.
GLASS CITY prende vita nello studio di registrazione della band a Malmö e oscilla tra adrenalinici stati noise-punk, momenti più liturgici, quasi shoegaze, ed altri dettati da ipnotismi a cavallo tra post-punk e alt rock. I FEWS salutano il 2023 con un album dalle sonorità decisamente interessanti e calibrato a dovere nella sua claustrofobia (con una copertina che sembra quasi più quella di un album black/doom metal). Per qualcosa di non scontato e per chi ha voglia di iniziare il nuovo anno con la giusta carica.
Pezzi consigliati: MASSOLIT, Soon, Get Out.
Charity Empressa – A Riot Of Snowflakes
[ 24.03.2023 | Velvet Blue Music | ambient, drone, shoegaze ]
Ci sono album scoperti a caso, quasi per sbaglio, che capitano in determinati momenti della propria vita forse per una ragione. A Riot Of Snowflakes è uno di quelli. I Charity Empressa sono un duo attivo dal 2001, rimasto fermo per anni e tornato alla luce soltanto nel 2023, appunto. Composto da Eric Campuzano (Lassie Foundation, Prayer Chain, Cush) e Frank Lenz (Headphones, Starflyer 59, Richard Swift), il duo inizia a lavorare al disco ben prima della pandemia e lo fa uscire senza alcuna aspettativa, semplicemente per l’amore sincero che entrambi provano nei confronti della musica e, si può dire, si sente. Si percepiscono purezza e calore, in quell’abbraccio della durata di 30 minuti esatti. Un abbraccio che supera gli svariati generi musicali in cui si addentra, lasciando una sensazione finale di benessere. Per empatici quasi felici.
Pezzi consigliati: A Brand New Shiloh, Despedida, Supseudio.
Headache – The Head Hurts but the Heart Knows the Truth
[ 31.03.2023 | PLZ Make It Ruins | spoken word, hip hop, trip hop ]
Il cuore conosce la verità. La prima volta che ho ascoltato questo disco, mi sono quasi messa a piangere. Non mi sono documentata subito a riguardo, non m’interessava farlo. Sapevo solo che aveva lasciato qualcosa dentro di me. Poi, un giorno, mi sono imbattuta nel profilo Instagram di questo progetto. Solo post scritti, bianco su nero. Nessuno scatto, nessuna promozione. Il primo post dice che Headache potrebbe essere nato il 3 marzo 2002, o il 22 dicembre 1993, o ancora il 4 febbraio 1999. Assurdo. Ebbene, nell’assurdo c’è la risposta.
Headache è il nuovo progetto del produttore e DJ britannico Vegyn e i testi dell’album dal titolo così lungo da farmi evitare di ridigitarlo, sono stati scritti da Francis Hornby Clark. Chi sia quest’ultimo, non si è proprio capito. Un progetto avvolto nel mistero. Ma quindi, chi c’è alla voce? Un rap/spoken word prodotto dall’AI. Eh sì, proprio quell’AI, la tanto discussa Intelligenza Artificiale. O almeno questa è la versione ufficiale dei fatti. E, se ci atteniamo a questa versione, è incredibile pensare che qualcuno che esiste solo virtualmente possa parlare in modo così diretto e limpido all’animo. L’album trafigge i cuori deboli, quelli che sentono un po’ di più. Le parole sono pugni nello stomaco, ti guardano in pieno viso e aspettano che tu prima o poi ceda. Non dovranno attendere molto. Headache può anche rimanere un progetto contornato da un’aurea misteriosa, nessun problema. L’importante è che continui ad esistere, nelle forme che più preferisce. Al tuo amico. A quel tuo parente a cui vuoi bene. Al tizio da cui vai a fare la spesa che sorride sempre. A te, che leggi.
Pezzi consigliati: The Beginning of the End, Truisms 4 Dummies, Mission Impossible III.
Bricknasty – INA CRUELER EP
[ 07.06.2023 | FAMM | lo-fi hip hop, neo-soul, contemporary R&B ]
L’Irlanda è una terra musicale che ha i fari puntati addosso. Sforna lavori senza tempo e il 2023 non è stato da meno. Tra le uscite irlandesi dell’anno in pochi hanno considerato l’esordio del quintetto di Dublino Bricknasty, che ha preso forma all’inizio del 2020 come un progetto “a distanza” per ovvie ragioni ma che ha dato vita a qualcosa di più concreto negli ultimi due anni. Dall’animo neo-soul, i Bricknasty mescolano in modo a dir poco geniale ed elegante R&B, hip-hop e jazz, uscendo dai sobborghi dublinesi per affacciarsi al resto del mondo. L’Irlanda è in rovina, non c’è rimasto più nulla. Cannibalizzata e venduta ai migliori offerenti, l’unica salvezza è continuare a non restare indifferenti, anche attraverso la musica. E non solo secondo i Bricknasty, come sappiamo. Per gli amanti di aria fresca e nuova.
Pezzi consigliati: guilt2001, ducks ina row, grace of god.
cursetheknife – There’s A Place I Can Rest
[ 08.09.2023 | New Morality Zine | alternative rock, slowcore, shoegaze ]
L’ennesima fortuita scoperta, l’ennesima estasi. I cursetheknife sono un quartetto di Oklahoma City che nel settembre 2023 realizza il secondo album dal suggestivo titolo che lascia intendere la natura della band: emotiva, nel senso più puro del termine. Non importa quanto sei stressato, quanto caotica è la tua vita, un giorno morirai e finalmente avrai una pausa da tutto ciò. Quindi dai un significato alle tue giornate e non lasciare che le cose brutte e gli incidenti ti distruggano troppo. La copertina raffigura una natura morta in scala di grigi e spinge il pubblico ad osservare e ad essere presente nello spazio che l’album offre. Slowcore/alternative rock d’introspezione e riflessione, con attimi in direzione hardcore da cui è difficile deviare. Un po’ Deftones, un po’ My Bloody Valentine. Un lavoro che rapisce e che inspiegabilmente è stato poco considerato. Per anime tormentate.
Pezzi consigliati: The Gift, Big Ole House, There’s A Place I Can Rest.
NODUO, B1g Z – Harvest Moon
[ 18.11.2023 | Secret Scriptures | conscious hip hop, boom bap, jazz rap ]
Dalle terre canadesi, in questo 2023, ha preso vita il duo hip-hop/rap NODUO, composto dai giovanissimi rapper Nonazz (anche produttore) e no god, che hanno unito le loro forze e i loro anni di amicizia e condivisione di idee musicali per mettere in piedi questo nuovo progetto. Anno più che creativo, che ha visto l’uscita di ben due album collaborativi: il debutto NODUO e il più recente Harvest Moon, che vede la presenza dell’amico e collega B1g Z. Siamo su pianeti che parlano il linguaggio dell’hip-hop in modo genuino e autentico e lo fanno affiancandogli influenze che si aggirano attorno al jazz/rap, al soul, al trip-hop e ai suoni della tanto cara East Coast.
Harvest Moon è un concept album sulla Luna del Raccolto, appunto, ossia la luna piena più vicina all’equinozio d’autunno. Un momento di cambiamenti, di ricordi di ciò che è avvenuto nella stagione più calda e di aspettative e timore verso quello che avverrà in quella più fredda. Tutto è in continuo mutamento e lo scorrere del tempo è inevitabile e va accettato, per rimanere sani di mente e sopravvivere in questo mondo. Le stagioni cambiano, ci intima in apertura l’album con eleganza, per poi tuonare all’arrivo dell’inverno in chiusura. Il progetto NODUO è appena nato ma sembra di essere di fronte a due musicisti che hanno tutte le carte in regola per brillare nel 2024 e negli anni a venire. Per un nuovo anno più calmo e leggero, all’insegna dell’hip-hop.
Pezzi consigliati: Aries, Mongolian Garments, Winter.
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Last modified: 4 Gennaio 2024