Il suono freddo del tormentato post-punk est europeo.
[ 20.04.2020 | Death Shadow Records | post-punk ]
L’Europa dell’est ha da anni un forte legame con il post-punk, la musica dark e tutto quanto ne concerne, tanto che le stesse band italiane finiscono per trovare terreno fertile più in questi paesi che non in patria. Eppure, il resto del mondo non si accorge con puntualità di quanto di buono riescano a produrre lontano da UK o USA come nel caso di questo nuovo lavoro della band bielorussa Nürnberg, che già aveva attirato l’attenzione dei più curiosi con Skryvaj.
Se il suono della formazione sarà di quelli più accattivanti per voi, il consiglio è di ripescare il disco precedente che qualitativamente suona anche più in forma di questo Paharda, nei limiti della floridezza concessa da un genere non certo fresco. Il post-punk dei Nürnberg si mescola alla coldwave, proprio la corrente influenzata dalle band come Joy Division e che ha finito per attecchire nell’Europa continentale spingendosi a est. Il disco è diretto e dritto, i suoni gelidi e misurati, la voce non ha l’appeal dei suoi colleghi più famosi ma, tutto sommato, l’insieme è convincente senza farci gridare al miracolo.
Trentatré minuti, dieci brani, che supponiamo possano farsi una nutrita schiera di ammiratori in patria; se sapremo dargli retta, non dovremmo faticare nell’ascolto perché, lingua a parte, troveremo tutte le caratteristiche del genere, con bassi semplici e ipnotici, ritmiche meccaniche, voce melodica ma tetra e chitarre affilate come rasoi. Un disco che, anche senza capire le liriche, vi farà affondare nel ricordo del dopoguerra europeo, negli anni della Berlino Est, dell’U.R.S.S., dei controsensi del vecchio continente, degli anni 80 più bui. Dieci canzoni i cui titoli sono parole secche, ferite, fede, speranza e lasciano intuire anche quale sia il clima dei testi dei brani. Io ho provato a tradurli, e vi consiglio di fare lo stesso.
Lasci segni sulla terra nera,
Le tue lacrime la trafissero.
Torno indietro nei giorni
Il tuo sole non splende più su di me.
Vieni più vicino, non respirare,
E abbracciami più forte.
Vieni più vicino, non respirare,
Abbracciami più forte.
Dolore inutile e passaggi preoccupanti,
Ho trovato tutti i motivi molto tempo fa.
Così spaventoso da guardare, ombre da ricordare,
Le parole erano vuote.
(Abdymi)
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Last modified: 8 Maggio 2020