Parzialmente Screamato Vol. 1 [Gennaio 2025]

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Il primo capitolo di una rubrica mensile che vi accompagnerà alla scoperta del meglio che le scene emo, screamo e dintorni hanno da offrire.

Visto che il latte intero sembra fatto apposta per far venire il mal di pancia e quello scremato è imbevibile, ho trovato una via di mezzo.
Benvenutə in Parzialmente Screamato, una rubrica assolutamente digeribile per tutti, dove ogni mese parleremo delle migliori nuove uscite emo, screamo e affini su cui sono riuscito a mettere mani, occhi e orecchie.
Dieci album ed EP da consumare allo sfinimento, con un’agile playlist finale pronta a crescere di mese in mese. Ovviamente, se trovate qualcosa che vi piace, ricordatevi di supportare band ed etichette.
Che dite, iniziamo?

Camelia – insieme.
[ 01.01.2025 | Self Versed, Hunkofplastic ]

A inaugurare il 2025 ci hanno pensato i brianzoli Camelia che, dopo un primo singolo molto promettente nel 2023, hanno passato un anno di evoluzione e cambiamenti per arrivare a questo insieme. 23 minuti, 8 tracce e un bell’equilibrio tra sberle assestate a piene mani (Fine, Casa) e momenti più melodici (Pensieri I, Radici): le cose migliori succedono quando queste due anime trovano l’equilibrio perfetto (Cancrena, Specchio) ma siamo solo all’inizio di quella che sembra una bella avventura. Tra la nebbia della Brianza è sbocciato un bel fiore.

Reverie / Put Pùrana – Split
[ 24.01.2025 | Tomb Tree, Shove, Salto Mortale, Rival Mists, My Back Hurts, Tuscia Clan, Dingleberry, Entes Anomicos, Mevzu, No Funeral ]

Brianzoli come i Camelia, i Put Pùrana sfondano la porta del 2025 con uno split EP in collaborazione con gli emiliani Reverie. Trattandosi di due delle migliori nuove band sulla scena sapevamo già cosa aspettarci, e non siamo rimasti delusi: quattro pezzi debitori tanto a Pageninetynine quanto ai La Quiete, con i Reverie a continuare sulla scia del bellissimo Everything Repeats Itself Forever del 2022, e i Put Pùrana nella loro versione più diretta e senza compromessi, senza concedersi le pause ed il respiro del debutto Sospinti Da Una Massa Remota. Un bel modo per dimostrarsi ammirazione reciproca in dieci minuti che bruciano intensi. 

Bee Hive Ski Race – Unlimited Violence Apologia
[ 03.01.2025 | autoprodotto ]

Anche tra i palazzi di Cleveland si muove qualcosa. I Bee Hive Ski Race sono in quattro, prendono il nome da una vecchia gara canadese di slalom gigante e si autodefiniscono “progressive emo”, anche se fortunatamente di svarioni in stile Glass Beach non se ne sentono. In questo Unlimited Violence Apologia si sente piuttosto una serie di generi diversi che spaziano dallo screamo (Hurricane) al post-punk (Gish Gallop), fino all’emotional hardcore classico (Glittter, Carrier). Il tutto con la giusta spruzzata di cavalcate post-rock che contribuiscono a rendere denso e atmosferico un album sulla carta lungo (55 minuti) ma che sfila con la rapidità di un bob sulla pista nera.

Rose Ceremony – somewhere the sun sets east
[ 03.01.2025 | Tiny Sounds Collective ]

I texani Rose Ceremony vanno veloce. Album d’esordio a settembre, nuovo EP a inizio gennaio, per un totale di 15 brani e 35 minuti di musica. Rispetto a iteration ii, questo somewhere the sun sets east mette in vetrina il lato più “melodico” della band, soprattutto nei riff e negli attimi di calma prima della tempesta. Non preoccupatevi: si urla ancora come ossessi, ma il recente cambio di line-up (via il bassista Drew Carter, dentro il chitarrista Alex De Los Santos e il cantante Kyle Berryman imbraccia anche la quattro corde) ha portato il suono della band ad evolvere ed affinarsi in modo più compatto in questo saldo equilibrio tra furia cieca e melodie scintillanti.

Aren’t We Amphibians / awakebutstillinbed / California Cousins / Your Arms Are My Cocoon – fourwaysplit
[ 07.01.2025 | Lava Socks, No Time ]

In un pirotecnico tentativo di unire tutti gli States in lunghezza, questo split mette in fila i californiani Aren’t We Amphibians e awakebutstillinbed per il lato emo del ring, mentre il side B vede i California Cousins (da New York) e i sempre ottimi Your Arms Are My Cocoon (da Chicago) cimentarsi nelle consuete rasoiate screamo. Il risultato è una rapida carrellata di quanto di buono abbiano da offrire le nuove leve della scena US e dove potete trovare un po’ di tutto: pop punk dalle chitarre liquide, emo urlato a squarciagola, esplosioni telluriche e screamo in 4 bit. Tutto sommato, quattro belle cartoline dagli USA a pezzi.

…And Always – Feel Fine
[ 06.01.2025 | No Funeral ]

Sono passati 7 anni dall’omonimo debutto degli …And Always. 7 anni in cui il trio di Toronto è sparito, per poi tornare all’improvviso con questo EP che, a detta loro, poteva parlare “di film horror che non piacciono a nessuno o della fine del mondo”, e indovinate quale strada hanno scelto. Cinque brani che ricordano gli Envy e i primi Loma Prieta, ugualmente aggressivi ed atmosferici, mentre i testi sparano a zero su capitalismo, guerre e politica. Un peccato che una band così potente, che condivide addirittura il batterista con i Respire, dica di sé stessa “we’re barely a band, we’re like a beer league”.

Vremja – Finché rimaniamo
[ 25.01.2025 | Urban Infection ]

I padovani Vremja sono un’altra di quelle band che, a cinque anni dall’EP di debutto, cerca di trovare un equilibrio in questa giostra della musica. Di sicuro questo tempo è servito al quartetto per affinare il proprio suono, che ora azzanna alla giugulare con una ferocia nuova. Vento/Forma mette subito in mostra una melodia invidiabile, che evolve e muta più volte in spirali post-hardcore. Idem Ragnatele, che azzarda anche con lo spoken word, o una Abbandono che diventa innodica sul finale. I Vremja hanno (ri)messo il proprio segnalino sulla mappa, chissà cosa succederà adesso.

Crochet – Cherish
[ 03.01.2025 | autoprodotto ]

Se vi piacciono i dischi sguaiati che sembrano registrati in una cantina, questo Cherish credo faccia proprio al caso vostro. Giovanissimi, incazzati (e scazzati), i Crochet prendono a piene mani le strutture dei Nuvolascura, immergendole nella sporcizia e nel caos di I Hate Sex e Your Arms Are My Cocoon (senza le venature chiptune di questi ultimi). Il risultato è urgente, pruriginoso, il tipo di musica che non sembra fatta per piacere quanto per sfogare un istinto primordiale di qualche tipo, sebbene calcolato. Cherish è tutto tranne che fatto a caso: sotto i riff slabbrati si nasconde un animo quasi math, e quando Jacob Adelmund non urla, sembra di ascoltare Isaac Wood dei Black Country, New Road. Nell’attesa che diventino una bellissima farfalla, i Crochet sono un baco coloratissimo, meraviglioso nella sua imperfezione.

Rosemary nods upon the grave – EP 1
[ 14.01.2025 | GALLOWDANCE ]

Basta il mese di gennaio per capire che la scena screamo ed emoviolence statunitense sta una favola. I Rosemary nods upon the grave sono un power trio da Savannah, Georgia e, nonostante questo sia il loro EP di debutto, si sono già fatti una discreta esperienza live in apertura a nomi del calibro di Massa Nera, Dreamwell e Xiu Xiu. In questi 4 pezzi affiorano alla mente echi di Daïtro e Frail Body, maestri nel saper mescolare urla sofferte e crescendo vorticosi. Portare alla luce brani come War-Torn e la furiosa I remember Halloween sono il motivo per cui questa rubrica esiste in prima battuta. 

Cape Crush / Good June / Impossible Dog – Good Dogs Wear Capes
[ 24.01.2025 | autoprodotto ]

Se dopo questa serie infinita di urla sentite il bisogno di voci pulite, melodie catchy e canzoni più radio friendly, eccovi un cioccolatino finale. Tre band di Boston decidono di realizzare uno split EP che rappresenti la scena DIY cittadina, con brani cantati in featuring tutti assieme, e il risultato è semplicemente splendido. Good Dogs Wear Capes ha tutto: la band con i riffoni e i cori infallibili (Cape Crush), i timorati dei Modern Baseball (Impossible Dog) e quelli che hanno mandato a memoria ogni album della quarta ondata emo (Good June). Se a fine ascolto non siete rimasti con un sorrisone ebete stampato in faccia, forse non voglio essere vostro amico.

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Last modified: 5 Febbraio 2025