Anche a febbraio si urla e si piange parecchio. Com’è bello far lo screamo da Trieste in giù (citazione che ha più senso di quel che credete, giuro).
Bentornatə in Parzialmente Screamato, dove i mari di Bandcamp e Spotify non ci fanno paura, se la missione è trovare il meglio del meglio di emo, screamo e derivati su cui possiamo mettere le nostre manacce.
Dieci album ed EP da heavy rotation, con la solita playlist finale già aggiornata. Ovviamente, se trovate qualcosa che vi piace, ricordatevi di supportare band ed etichette.
Che dite, iniziamo?
Swimming – Old
[21.02.2025 | No Funeral | emo, pop punk, math rock]
A volte le cose sono più semplici di quel che si pensa. Prendete Old, il secondo album dei canadesi Swimming: non c’è un concept particolare dietro a questo titolo, o al suo artwork agé. Si tratta semplicemente di brani composti tra il 2019 e il 2020, prima di quelli del debutto That’s OK, datato 2021. Passo indietro? Raccolta di b-sides? Macché. Quella che poteva sembrare un’operazione atta a svuotare i cassetti e gli hard-disk, ci regala forse il miglior album emo di questi primi due mesi del 2025: melodico, compatto (si ferma a 29 minuti), pieno di riff catchy e momenti math per gli amanti del pirupiru lì fuori. Certo, non parliamo dell’invenzione della ruota, le ispirazioni sono sempre quelle (Modern Baseball, Sorority Noise) ma brani come You Smell Like Phys Ed, Reports e la conclusiva Charlie sono fatti per restare e fare svariati giri nelle nostre playlist.
Falesia – Falesia
[21.02.2025 | autoprodotto | screamo, post-hardcore]
Dai confini dell’impero, in quella Trieste che abbraccia la Slovenia, arrivano come un meteorite i Falesia sulla scena screamo italiana. Questi primi sette pezzi autoprodotti – ma anche registrati e mixati dai Falesia stessi – ci raccontano una band che sembra già grande, e con delle idee molto chiare. I testi caracollano tra emotività e rabbia, il passato è dolore e voglia di rivalsa, i dubbi sono quelli di una generazione che sta imparando a lottare contro il mondo per prendersi quello che merita. Musicalmente l’imprinting è quello dello screamo italiano classico, pucciato in passaggi più hardcore che ne aumentano i giri del motore, andando idealmente dai Raein (Per Non Vederti Sparire) agli Stegosauro (Figliolo), con un’accezione tutta personale. Finalmente Trieste è tornata ad essere triste.
Rookie Park & Sleep Schedule – Soft Places To Land
[14.02.2025 | autoprodotto | emo, pop punk]
Rookie Park e Sleep Schedule sono tra i nuovi germogli di quella scena emo che flirta con il punk rock da FM nata con i Get Up Kids e poi ibridata dall’arrivo dei vari Blink-182, Offspring, e via dicendo. Soft Places To Land è uno split EP che non inventa nulla, ma presenta due band texane tutte da scoprire, ancora in attesa di fare il debutto sulla lunga distanza. I Rookie Park sono un duo, in perfetto stile Origami Angel, e anche loro intraprendono la strada dei Modern Baseball (c’è sempre bisogno di nuovi eredi). I quattro Sleep Schedule giocano maggiormente con i riff e non disprezzano qualche urlaccio qua e là, come da lezione di Brave Bird e Prawn. Alla fine, un bel check-up dello stato di salute del Texas emo, ci rivedremo di sicuro.
Anxious – Bambi
[21.02.2025 | Run For Cover | emo, pop punk]
Difficile nel 2025 trovare un prodotto punk indipendente meglio confezionato di Bambi. Gli Anxious hanno sempre avuto un talento oltreterreno per la melodia, lo avevano già dimostrato nel debutto Little Green House, e con questo sophomore ci mettono il carico da novanta, supportati alla grande da una Run For Cover che ha iniziato a battere il ferro da ottobre (!). Ci siamo allora? Li abbiamo persi? Niente affatto! Sotto ai ritmi più mansueti e ai coretti zuccherosi (Counting Sheep, Jacy, comunque tra i momenti migliori) si nascondono grandi canzoni, che funzionano sia quando provano ad accelerare (Head & Spine, Bambi’s Theme), sia quando lasciano il posto a tenere ballad (Audrey Go Again). Se non vi spaventa una punk band perfetta da presentare anche ai vostri genitori, Bambi è il disco che fa per voi. Se cercate un po’ della ruvidezza degli esordi, passare oltre.
Derailleur – Derailleur
[09.02.2025 | autoprodotto | post-hardcore, screamo]
Ero indeciso se consigliarvi questi Derailleur perché di loro non so quasi nulla. Le mie informazioni si fermano a: suonano in 3 (chitarra, basso/voce e batteria), vengono da Glasgow, i 7 pezzi di questo esordio sono stati registrati a inizio 2024 e – sempre un anno fa – hanno aperto un live dei Kaddish. Niente social, niente sito web, solo un Bandcamp spoglio. Sono ancora attivi? Questa è una registrazione per dare il benservito alla band post-scioglimento? Non ci è dato saperlo, ma per fortuna c’è la musica. E quello che troviamo in questi 25 minuti è un post-hardcore scheggiato e muscoloso, di quelli che ti fanno sentire il peso di ogni corda suonata. La voce del bassista Calum West – da capire se per scelta o per limiti di registrazione – è grezza e filtrata, e copre i brani di un’ulteriore cappa scura. È come ascoltare dei Loma Prieta incerottati, ed è bello che anche Glasgow arrivi finalmente sulle mappe screamo, se escludiamo i testi degli øjne.
Never Any Ordinary – Life Everlasting
[21.02.2025 | We’re Trying | emo, screamo]
Life Everlasting, il nuovo album dei Never Any Ordinary, è una di quelle cose che non ti aspetti, ma di cui avevi bisogno. Niente rivoluzioni, niente concept weird: solo otto canzoni che scavano nel dolore, nella perdita (ma anche nella speranza) con una sincerità disarmante. E funziona, soprattutto quando ti avvicini ad un disco senza particolari aspettative.
Le coordinate sono quelle di un punk rock a tinte emo che sa essere feroce (I Am Never Getting Closure), struggente (Things Have Gotten Worse…), persino ballabile (New Skin). La title track è un pugno allo stomaco: voce fragile, chitarra tremolante ed un senso di vuoto che si fa spazio tra le note. Life Everlasting è il suono di qualcuno che cerca di mettere insieme i pezzi sotto il sole della South Carolina. E, musicalmente parlando, ci riesce.
Coma Of Eris – Coma Of Eris
[14.02.2025 | Zegema Beach, Middleman | screamo]
Qualcuno ha detto supergruppo? I Coma Of Eris nascono dalla fusione di Coma Regalia e Apostles Of Eris, per un distillato purissimo della scena screamo DIY americana. Niente fronzoli, ancora meno pose: 13 pezzi in 18 minuti, un concentrato di urgenza, violenza emotiva e chitarre che si contorcono su loro stesse.
Si parte con You’re Trying To Save A Skeleton, 68 secondi di occhi iniettati di sangue, e da lì è un ottovolante continuo: Cloud City Demolition Company e Archers Take Aim giocano con strutture complesse e testi che pesano come macigni, mentre Dozing Past Decency sputa veleno su politica e disillusione, senza troppi giri di parole (inizia letteralmente con “If you are unable to govern then you probably cry woke”). Un suono è sporco, diretto, senza filtri, per un album che va dritto al punto, senza compromessi. E che fa male al punto giusto.
Courtesy – Lichen
[21.02.2025 | autoprodotto | emo, alt-rock, post-hardcore, noise]
Ci sono band che si accontentano di giocare con il revival emo (e non c’è nulla di male) e altre che provano a portarlo da qualche altra parte: i Courtesy appartengono alla seconda categoria. Lichen è il loro album più ambizioso, un ibrido che prende il classico suono emo e lo immerge in noise, post-hardcore e classic rock, creando qualcosa di altro.
Burn Down The Belfry in apertura è una dichiarazione d’intenti: niente ritornelli facili, 8 minuti di tensione che cresce su pianoforte, chitarre angolari e una voce che esplode solo quando serve. Metrosexual gioca con momenti pieni e vuoti con grande naturalezza (quasi post-punk), mentre High School Friends è tanto dissonante quanto catchy e danzereccia. Gone chiude il disco con un crescendo più classico, che sfocia comunque in un fiume noise che esonda dagli argini.
Insomma, il classico album dove i momenti di quiete pesano quanto quelli rumorosi, spingendosi oltre l’emo per come lo conosciamo ora.
as migalhas dø tempo que guardei pra viver – o que eu não guardei
[15.02.2025 | autoprodotto | screamo, emoviolence]
Nella mia costante ricerca di nuove band, nuova musica, non mi ero ancora imbattuto in una band brasiliana. Questi as migalhas dø tempo que guardei pra viver compensano questa mancanza con un EP d’esordio bruciante, in cui la bassa qualità della registrazione è bilanciata da intrecci chitarristici illuminanti, che poi esplodono in frantumi fragorosi, accompagnati da un urlato sofferto in bassa fedeltà. Magari non avrà la notorietà di altri nomi in questo articolo, ma è confortante scoprire cosa succede in una zona del mondo musicalmente così “aliena” (almeno per me) e ritrovarci gli stessi dubbi, la stessa voglia di fare casino e spaccare tutto.
El abismo en mí – Palabra-Esquirla
[20.02.2025 | autoprodotto | screamo, post-hardcore]
Romanticamente, terminiamo questo secondo volume di Parzialmente Screamato spingendoci ancora più in là, geograficamente parlando. El abismo en mí (“l’abisso in me”) è una band cilena con all’attivo un demo e un paio d’EP, il secondo dei quali è proprio il Palabra-Esquirla qui in oggetto. Screamo classico che fa dei build-up il suo punto di forza (Arrecifes, Quebrada), ma che non disdegna momenti atmosferici anche quando parte a mille all’ora (Dagas), in perfetto stile La Quiete e City Of Caterpillar. In tutto questo, i testi sono brevi ed evocativi al punto giusto, citando anche l’autore e anarchico italiano Giorgio Cesarano sul finale di Dagas. Parole e musica come schegge, attraverso tre canzoni che bruciano facendo tanta luce.
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Last modified: 16 Marzo 2025