“L’abuso delle Pills non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove.”
Questa settimana il nuovo dei Depeche Mode visto da Marco Lavagno, tanta roba italiana, nuova e datata, mostri sacri del calibro di The Cramps, Counting Crows, Tortoise, Simply Red, Limp Bizkit, Perturbazione e una perla addirittura dalla Romania, scovata per voi da Diana Marinelli
Silvio Don Pizzica
Marnie Stern – The Chronicles Of Marnia (Usa 2013) Math Rock, Noise-Pop 3,5/5
Il quarto lavoro di Marnie Stern non è il disco della consacrazione, non è il punto di arrivo a niente, non un capolavoro, né la fine eterna della sua arte ma suona piuttosto come un nuovo inizio
NaNa Bang! – S/t (Ita 2013) Folk Pop/Rock, Lo-fi 3,5/5
Dai Dodos, ai Velvet Underground; dal Paisley a Daniel Johnstone. Un disco pieno di roba nonostante una durata ridottissima
Max Sannella
Bruce Cockburrn – In The Falling Dark (Can 1976) Cantautorato 4/5
Lo stile soffice ed ispirato della poesia che attraverso l’equilibrio pop innesta un jazzly impalpabile
Counting Crows – August And Everything After (Usa 1993) Indie Pop 4/5
La bella epopea di Duritz e Soci comincia da qui, da una cometa spenta in un cielo verdognolo. Supremo.
The Cramps – Off The Bone (USA 1983) Punk 5/5
Lux Interior da scandalo e fervore, ed insieme ai Cramps da fuoco ad un modo di pensare bacchettone con una mitragliata di punk che passa alla storia.
Lorenzo Cetrangolo
Tortoise – Millions Now Living Will Never Die (Usa 1996) Post-Rock, Strumentale 4,5/5
I “padrini” del post-rock americano nel loro album più riuscito.
Simply Red – Greatest Hits (UK 1996) Pop,Soul 4/5
Un’enciclopedia delle hit che hanno reso famoso il gruppo di Mick Hucknall. Da riscoprire.
Limp Bizkit – Chocolate Starfish And The Hot Dog Flavored Water (Usa 2000) Nu Metal, Crossover 4.5/5
Un disco compatto, potente, sarcastico. I tamarri del nu metal insegnano, e lo fanno nell’episodio più esplosivo e meno raffinato della loro carriera. Da godersi senza sensi di colpa.
Vincenzo Scillia
Ministry – The Land Of Rape And Honey (Usa 1988) Industrial 5/5
Una pietra miliare dell’ Industrial, “The Land Of Rape And Honey” rappresenta la svolta di una delle band più innovative degli anni 90, i Ministry. Aggressivo, crudo, atmosferico, il disco qui presente è la classica opera che da ubriaco ti fa viaggiare, soprattutto sulle note di “Flashback” e “Stigmata”.
Kirlian Camera – Obsession (Ita 1995) Rock Alternative 4/5
“Obsession” dei Kirlian Camera è una fierezza nostrana. I suoni emessi in questo disco sono a dir poco eccezionali, poche band italiane sono riuscite a far amalgamare l’ elettronica ed il rock come hanno fatto loro. Un disco da ascoltare assolutamente.
Carcharodon – Macho Metal (Ita 2008) Southern, Death’n’Roll 4/5
In attesa del loro secondo disco, sono andato a gustarmi ancora una volta il disco d’ esordio di questo gruppo italiano. I Carcharodon fecero il loro ingresso ufficiale nel 2008 con questo “Macho Metal” un lavoro sporco, volgare e provocatorio. Il bello è che c’è un sound che ti fa scuotere dalla testa ai piedi.
Diana Marinelli
Ann (Annamaria Chiarella) – Vecchi Ricordi (Ita 2011) Pop 3/5
Giovanissima interprete pugliese, voce orecchiabile e un lavoro d’esordio un po’ scontato.
Luna Amară – Don’t Let Your Dreams Fall Asleep (Rom 2008) Alternative Rock 4/5
L’alternative rock rumeno per esprimere messaggi politici e socialmente utili, attraverso un genere ben definito e sicuramente da ascoltare.
Marco Lavagno
Depeche Mode – Delta Machine (UK 2013) Elettronica, Pop 3/5
La voce di Dave Gahan e il sound avvolgente salvano (di nuovo?) canzoni mediocri. Certo, la classe e l’esperienza comunque escono fuori già solo nella strabiliante ballata “Heaven”.
Perturbazione – Del Nostro Tempo Rubato (Ita 2010) Pop 4/5
Progetto ambizioso quello del doppio LP. Ma con calma e qualche lampo di follia (“Vomito!”, “Io Sono Vivo Voi Siete Morti”) la band rivolese supera la prova. E poi i testi nostalgigi (il tema del tempo aiuta e li rende più che mai saggi) risultano essere anche questa volta il valore aggiunto. “Perfino il rock ti scava rughe sulla faccia…e chi l’avrebbe detto?”
Last modified: 30 Marzo 2013