“Ascoltavamo Creedence, De Gregori, Honeybird And The Birdies, Frank Zappa, Beirut, Woodkid, Wilson Pickett, Pj Harvey, Moriarty, Albedo, Vintage Violence, Maria Antonietta, Vinicio Capossela , Cypress Hill , Houses, Dead Can Dance. Le strade schiumano di Pills contro il dolore e l’infelicità, noi le ascoltavamo tutte. Ci saremmo sparati Laura Pausini se l’avessero dichiarata illegale”
Silvio Don Pizzica
Houses – A Quiet Darkness (Usa 2013) Dream Ambient Pop 3/5
Duo in arte e nella vita, al loro secondo lavoro la band di Chicago sceglie la strada del concept raccontando la storia di una coppia separata da un olocausto nucleare che cerca di ricongiungersi. Buone le atmosfere ma tra le mille sfumature possibili di una vicenda del genere, gli Houses raccontano solo i grigi.
Max Sannella
Creedence Clearwater Revival – Pendulum (Usa 1971) Country Rock 5/5
La California al suo apice musicale, i fratelli Fogerty firmano le più belle pagine country del secolo.
Cypress Hill – Skull And Bones (Usa 2000) Hip Hop, Rap 4/5
Dalle strade malfamate di San Francisco il jumping-cross che ha rivoluzionato l’autenticità delle gang urbane.
Dead Can Dance – Spleen And Ideal (Australia 1985) New Wave 4/5
L’armonizzazione gotica spruzzata di esotismo che più di tutte elargì consensi mondiali al duo Perry/Gerrard.
Lorenzo Cetrangolo
Francesco De Gregori – Bufalo Bill (Ita 1976) Cantautorato 4,5/5
Reduce dal successo di Rimmel, il cantautore romano sforna a breve distanza quest’album particolarissimo, dove esprime tutto il suo amore per gli States e le sue nuove capacità vocali. Perla nascosta: Atlantide e il suo “barattolo di birra disperata”.
Vinicio Capossela – Ovunque proteggi (Ita 2006) Folk, Etnico, Cantautorato 5/5
Capolavoro enciclopedico, un viaggio nello spazio e nel tempo dove Capossela si diverte a ricreare atmosfere e sensazioni dal passato e da luoghi lontani (il Medio Oriente di “Non Trattare”, la Grecia antica di “Brucia Troia”, i musical americani in “Nel Blu”, la violenta follia di Roma in “Al Colosseo”, una Russia steam- o cyber-punk in “Moskavalza”, l’Estremo Oriente di “Lanterne Rosse”…). Caleidoscopico, magistrale, virtuoso.
Robert Johnson – King of The Delta Blues Singers (Usa 1961) Blues 5/5
Il voto è per il significato che questo disco, un album compilation di sedici registrazioni, catturate in due diverse sessioni nel 1936 e nel 1937, ha avuto su generazioni di musicisti blues, americani e non. Se non avete sentito questo disco, non avete mai sentito davvero il blues.
Maria Petracca
Honeybird And The Birdies – You Should Reproduce (Ita 2012) Crossover 4/5
La leggerezza e la spensieratezza di una giornata primaverile. Disco un po’ ripetitivo per alcuni brani, ma è un dettaglio poco rilevante. In fondo, chi mai si annoierebbe di un po’ di colore che rende più allegra la giornata?
Maria Antonietta – Maria Antonietta (Ita 2012) Rock 4,5/5
La verità sputata in faccia da una voce che assume a tratti i toni della follia e da chitarre distorte capaci di urlare tutta la disperazione del mondo. La colonna sonora di quando sei incazzato e vuoi farlo sapere in giro…
Ulderico Liberatore
Frank Zappa – We’re Only in it For The Money (Usa 1968) Progressive Rock 5/5
Album fenomenale, qui Zappa compone e realizza un album parodia della società americana dove la prende con tutti, dai figli dei fiori alla polizia, arrivando ad offendere anche i tossici e cupi Velvet Underground antagonisti della costa est.
Simona Ventrella
Beirut – The Rip Tide (Usa 2011) Gypsy Punk Folk 4/5
Il famoso giramondo indie Condon per il terzo album con i Beirut propone un mix stilistico tra la consueta tradizione bandistica fatta di fiati e coralità strumentali, e una visione intimistica e nostalgica del viaggiatore spoglia dai fragori balcani e dal sapore agrodolce. Solo per sognatori esperti.
Vintage Violence – Piccoli Intrattenimenti Musicali (Ita 2011) Alternative Rock 4,5/5
Undici pezzi di puro Rock italiaco energico con un forte impatto sonore e ben suonato, unito a testi inteligenti, ironici e marcatamente taglienti. Un gruppo da live trascinante. Finale con ghost track da urlo realizzata e prodotta da Dario Ciffo.
Le Capre a Sognagli – Sai di Capra (Ita 2013) Stoner, Lo-Fi 3/5
Disco complesso non adatto a tutti i palati. Un viaggio fatto da molte tappe in paesi e atmosfere del mondo. I brani si muovono tra sonorità Folk, Hard rock, Stoner e Indie tutto amalgamato da una costante e voluta patina Lo Fi.
Diana Marinelli
Woodkid – The Golden Age (Uk 2013) Sperimentale, Pop 5/5
Quattordici tracce per ripercorre l’età d’oro, cioè l’infanzia che finisce per buttarsi in una quotidiana vita frenetica. Quattordici tracce senza luoghi, senza tempo, piene di ottoni, archi e tamburi da guerra, in una miscellanea di sperimentazioni e di immagini filmiche come solo Yoann Lemoine sa fare.
Marco Lavagno
Wilson Pickett – The Exciting WIlson Pickett (Usa 1966) Soul 5/5
Un’esplosione di euforia. I fiati amplificano più di un muro di Marshall e conquistano con gran facilità la “terra dei 1000 ballerini”. Un disco con cui svegliarsi ogni giorno e apprezzare le grandi gioie della vita.
Albedo – Lezioni di Anatomia (Ita 2013) Rock, Elettronica 4,5/5
La band che ha rapito Rockambula ha rapito anche me. Difficile trovare sonorità così attraenti, prive di ogni forzatura. Sonorità che ci rapiscono in un viaggio interstellare. Paradossalmente, senza andare troppo lontano, esplorano chirurgicamente il nostro corpo.
Giulia Di Simone
Pj Harvey – Rid Of Me (Uk 1993) Art Rock 5/5
48 minuti di vocalizzi multiforme ed orgasmici, tra semplici accordi giusti e d’effetto. Un disco controverso, in bilico tra disperazione, ossessione ed irrazionalità che ha consacrato PJ Harvey come una delle poche donne rocker con le palle.
Moriarty – The Missing Room (Fra 2011) Folk Pop 5/5
Dean Moriarty viaggiava in autostop tra Parigi e Firenze, amava le donne e la sua storia venne raccontata da Jack Kerouac. Queste sono le radici culturali di cui si nutrono i Moriarty, e non sono certo deboli radici.
Ida Maria – Fortress Round my Heart (Nor 2008) Pop Punk 4/5
Classe 1984, dalla Norvegia arriva Ida Maria, una rocker senza peli sulla lingua che soffre di sinestesia (quando ascolta musica vede colori) e realizza il singolo “Oh My God” con un ospite d’eccellenza: Iggy Pop.
consigli Pills playlist Rockambula
Last modified: 4 Maggio 2013
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