“Avevamo due buste di erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, un’intera galassia multicolore di eccitanti, calmanti, scoppianti, esilaranti. E anche un litro di tequila, un litro di rum, una cassa di birra, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper e una pila di cd con le Pills di Rockambula. Non che per il viaggio ci servisse tutta quella roba, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi.”
Silvio Don Pizzica
California X – California X (USA 2013) Alt Rock 3/5
Stile Dinosaur Jr, frastuoni alla Japandroids, canto alla Perry Farrell per un esordio potente come pochi senza troppe novità.
Daughter – If You Leave (Uk 2013) Art Pop 3,5/5
Pop leggiadro e delizioso ma senza grandi idee
Plantman – Whispering Trees (USA 2012) Alt Pop 3,5/5
Un album pieno di cuore e anima e tanta altra roba, forse troppa. Momenti di perfezione sonora si alternano a pause poco ispirate e alla lunga, quindici pezzi possono anche stancare.
Riccardo Merolli
The Cure – Disintegration (Uk 1989) New Wave, Dark, Post Rock 5/5
L’opera prima della New Wave moderna, un disco da ascoltare almeno cento volte nella vita. Grandissimo.
Alessandro Maiani
Dave Mattews Band – Under The Table And Dreaming (USA 1994) Rock 4,5/5
Questo album continua a sorprendermi: quasi vent’anni che non si sentono né nella sonorità né tantomeno nel songwriting. Da ascoltare in viaggio, in auto, in treno o anche passeggiando.
Marco Lavagno
American Hi-Fi – S/t (USA 2001) Punk Rock 3/5
Sapore incredibilmente americano. Facile sveltina tra il punk più collegiale e il pop da classifica, non manca l’hard rock spudoratamente radiofonico (Def Leppard, Cheap Trick). Non di certo memorabile, ma buon compagno di viaggio nell’autoradio.
Glasvegas – S/t (SCO 2008) Alt Rock 4/5
Uno splendido gioco di luci e ombre. Sagome che si muovono lente e lontane. Visivo e poetico.
Marialuisa Ferraro
Liars – They Drew us All in a Trench And Stuck a Monumer on Top (USA 2002) Rock 3,5/5
Rock con un accenno della commistione elettro-dance che caratterizzerà i lavori successivi della band. Un sound potente, in cui grida e distorsioni sono ammorbidito da ondeggiamenti funky.
Mono – Manifestation Ep (JAP 2011) Strumentale 4,5/5
Musica strumentale e d’atmosfera, in cui è predominante l’influsso delle avanguardie classiche novecentesche, del cool jazz, e dello studio compositivo per le colonne sonore cinematografiche. Da scoprire.
Diana Marinelli
Os Argonautas – Navegar è Preciso (ITA 2012) Cantautorato-Acustico 4/5
Una sonorità raffinata, quella del quintetto barese, tra musiche d’autore che spaziano tra influenze brasiliano-portoghesi. Suoni magici che raccontano un viaggio e se la vita è come il mare l’importante non è vivere ma navigare.
Ulderico Liberatore
Jon Spencer Blues Explosion – Orange EP (USA 1994) Punk Blues 4,5/5
Tra riff blues e grezze distorsioni, una chitarra da 12$ per uno dei dischi più esplosivi e originali dei ’90.
Lorenzo Cetrangolo
All Saints – Saints & Sinners (UK 1999) Pop 3,5/5
“Pure Shores” va conosciuta. “Black coffee” suona bene. “Surrender”, “All Hooked Up” (“I know that you want a piece of my ass”) e “Ha Ha” raccolgono tutto l’R’n’B che le Spice hanno lasciato indietro. Produce Orbit, già dietro a “13” dei Blur.
Richard Cheese – Lounge Against The Machine (USA 2000) Swing, Blues, Lounge 3/5
Una carrellata di hit rivisitate in chiave swing/blues (con canzoni di Radiohead, Nine Inch Nails, Beastie Boys, Offspring, Limp Bizkit, RHCP…). Un sereno divertissement.
Scala & Kolacny Brothers – Scala & Kolacny Brothers (USA 2011) Pop, Corale 1/5
La formula: prendere canzoni di successo (metallica, Oasis, Depeche Mode, Kings Of Leon, Nirvana…), insegnarle ad un coro, suonarle con l’accompagnamento di un pianoforte (e archi, all’occorrenza). La domanda: perché?
Last modified: 16 Marzo 2013