La prima vibrazione che ci regala “Love°Pdf”, il nuovo disco dei bresciani Plan De Fuga, è la certezza – allegata ad una conferma – di quanto su per giu sapevamo da tempo se non addirittura da sempre, vale a dire che il punto centrale della poetica della band è quell’agrodolce malinconico e melodico che non lascia scampo e che da una lezione sonora a tanti simulacri e “succedanei” dell’emergenza sonora; lo si avverte nitidamente in questo disco, c’è tutta la sensualità di una crescita ed una cura che delinea subito un’atmosfera canagliescamente avvolgente e che è sintomo di un mondo sonoro che riparte, che rimette in moto quella perfezione attitudinale del rock autorale.
Una confezione di classe che racchiude da una parte un dvd con quattro videoclip già editi più tre ancora inediti, e dall’altra il disco con le undici tracce, le undici suggestioni che accompagnano l’ascolto di questo lavoro edito dalla Carosello come un brillante da sfoggiare tra gli scaffali sempre più impoveriti di bello; tracce che parlano, vantano, struggono, piangono e anelano l’amore in tutte le sue gradazioni, intensità e strappi sonori fanno la loro controparte, si amalgamano e dividono nelle sfaccettature del pop, rock, funk. sprizzi soul e tenerumi scuri per restituire interamente e a tratti solennemente la dimensione di un disco che non si rivolge solamente ai parterre di casa nostra, ma pronto per il grande pubblico internazionale, alle grandi platee d’ascolto allargate a dismisura.
Cantata in inglese per intero, la tracklist snocciola canzoni una più bella dell’altra, difficile fare una scelta per difetto, irrequietezze ben definite, punti d’appoggio briosi e rabbie circoscritte sono il comune denominatore di tanti passaggi, come nella stupenda e Radioheadiana “Touchè”, nella fantasticheria Stinghiana che rutila “Make it”, tra le ombre doppie evanescenti Buckleyane “On your own”, “This was your bad”; notte e giorni si alternano per l’intoccabile diametro del registrato, animosità delicate ti scompigliano delicatamente tra i tasti di pianoforte “The jump” o ti legano le vene con gli arpeggi cromatici di “All that stands around” per segarti le gambe definitivamente nel momento preciso in cui l’intimità roca di “Violence” passa chiudendo il disco, come un paravento soul loner che fa a brandelli quel poco di cuore che è rimasto a fare tunf tunf dentro la gabbia toracica.
Il loro è un piano di fuga dannatamente architettato ma che nessuno prende sul serio, nessuno vuole scappare dal loro ammaliante trappola poetica, proprio nessuno. Disco Dop.
Carosello Records Love ° PDF Plan De Fuga
Last modified: 31 Ottobre 2012
Bellissima recensione!! azzeccata in pieno!!!! viva i Plan de Fuga!!!!!
Complimenti Max!
Bellissima recensione che condivido appieno.
Questo lavoro é davvero “un brillante da sfoggiare tra gli scaffali sempre piu’ impoveriti di bello”.
Bella, mi piace questa similitudine!
Grandi Plan De Fuga!
Una bella e attenta recensione di un disco che merita moltissima attenzione. I Plan de Fuga possono davvero fare la differenza sul panorama rock musicale italiano e internazionale.