La band di San Diego esordisce con un lavoro dal suono viscerale, diretto e primordiale, un tripudio sonoro che attraversa garage punk, post-punk e hardcore.
[ 31.01.2025 | Smoking Room | garage punk, post-punk, hardcore punk ]
Dopo quasi tredici anni dal loro primo disco, possiamo affermare senza esitazione che i Protomartyr sono stati un pilastro fondamentale per la scena post-punk americana e per quella inglese (trainata, quest’ultima, da IDLES, shame e affini).
Riprendere in mano certi suoni, sporchi ed urgenti, ha ancora senso dopo più di un decennio.
Le Lambrini Girls, tanto per fare un esempio, sembrano proporre una versione al femminile degli stessi IDLES versione 2017, ma senza la carica innovativa e l’urgenza espressiva che aveva reso la band di Joe Talbot così dirompente.
Power Corrupts degli Intermission vuole suonare come i primi lavori della suddetta band di Detroit, mantenendo la base post-punk e garage punk ma scarnificando le atmosfere à la Sonic Youth e Mission of Burma che avevano caratterizzato il gruppo di Joe Casey a partire da Under Color of Official Right.
Una corsa senza sosta.
Tra le influenze più evidenti sono da annoverare Joy Division e The Fall, riscontrabili nel basso ipnotico e ossessivo e nei riff taglienti di ogni brano. In pezzi come U.T.G. e New Fire emerge anche l’impronta hardcore punk dei Dead Kennedys, mentre il levare “death disco” dei Public Image Ltd. si fa sentire in brani come Cold, la stessa New Fire e l’iniziale Castle (Artillery).
L’aura lo-fi e il cantato vagamente simile a un latrato amplificano ulteriormente l’inquietudine e la tensione nervosa che attraversano l’intero album.
I sedici minuti del disco sono una corsa senza sosta, un assalto sonoro incessante che dimostra tutto il potenziale della band di San Diego.
Se Power Corrupts parte chiaramente da una base ispirata ai primi Protomartyr, gli Intermission riescono a superare il modello inserendo elementi personali e distintivi: la loro visione è più viscerale, diretta, con una furia primordiale che li avvicina maggiormente al punk e all’hardcore, pur mantenendo la complessità strutturale del post-punk ed inserendo chiari elementi dance-punk.
Sono certo che, se provenissero da Bristol, Liverpool o Leeds, le zine inglesi ed europee li avrebbero già consacrati come una delle next big thing del nuovo post-punk.
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Last modified: 31 Gennaio 2025