Era rimasto un pò sulle sue Mr. Bobby Gillespie dopo che non era riuscito a marcare stretti gli anni Ottanta ed i fratelli Reid a bordo dell’esperienza dell’album Psychocandy con i Jesus & Mary Chain, e così in quattro e quattr’otto, riafferra per la collottola la vecchia band di Glasgow, i Primal Scream, e dopo una piccola turbina di Ep per nulla fortunati, approda al 1991 con il disco della svolta totale, Screamadelica, il giro di boa che lascia alla spalle le costernazioni e le fisime shoegazer per abbracciare melodie sixties, languori psichedelici, il sound inglese influenzato dal r’n’b pienamente debitore agli Stones.
Basta col romanticismo sfigato della wave, meglio la Madchester spigliata, pazza e piena di vita, omaggiante fino alle viscere al mixed-up di stili rivoluzionari, sangue misto tra rock, pop, house, black music, e lo scandaloso repertorio Stonesiano che riempie ancora le bocche bacchettone di benpensanti mai piegati agli anni; un disco che è una rivolta sensuale da tutte le angolazioni, pop ballabile che si fonde nella lussuria di un rock a tratti selvaggio, a tratti spurgato, Stoogies e Beatlesmania che vanno a braccetto con la dance senza cadere nel ridicolo, anzi con la velleità che anche facendo due passi di danza si può sempre rimanere duri e puri come un dio comanda. Ogni pezzo è un singolo, una hit a sé, tutto fa muovere il corpo e la testa, undici tracce che si inchiodano nell’immaginario collettivo come fossero un arcobaleno cromatico campionato su basi calde e oscillanti che i produttori stessi – Hugo Nicolson, Jimmy Miller e gli Orb – definirono “una divagazione al di sopra dell’inaspettato” e mai parole furono più sincere.
L’espansione goduriosa degli Primal Scream si mette in mostra in tutte le sue forme eccentriche, dal gospel dai labbroni alla Jagger “Movin’on up”, “Loaded”, alla psichedelica di stampo Sly & Family Stone “Slip inside this house”, dalla ballata sorniona sull’alito di un sax complice “I am comin’ down”, al languore blues “Damaged”; se poi ci inoltriamo nella “discoteque” che Gillespie e soci amplificano a rotta di collo “Shine like stars”, “Don’t fight it, feeel it” il cerchio si completa, ma non si chiude, il mondo conoscerà ancora pulsazioni vitali e dure di questa stupefacente formazione che già a messo a mollo le cosidette “bollette” in un futuro fatto di lampi “Swastika eyes” e saette “Miss Lucifer”, il techno-punk che ancora rimbomba nelle orecchie di moltissimi.
L’Urlo primordiale, che violentò le forze fisiche tra dance e pietre rotolanti, lacerò per anni le notti folli di junkyes cotonati.
Last modified: 30 Aprile 2012
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