Esto también es un cartel: al Primavera Pro amano discutere approfonditamente della situazione dell’industria musicale, e sono dell’opinione che qualsiasi evento riguardante la musica debba, per definizione, ospitare anche la musica dal vivo.
Per questo, anche quest’anno la conferenza che ogni anno si affianca al Primavera Sound Festival di Barcellona, riserva un grosso spazio alle performance di artisti che potranno molto facilmente diventare le star di domani (se non lo sono già oggi stesso).
Tra uno stage al Pati de les Dones del CCCB, in pieno centro città, e uno al Parc del Forum, questi showcase tastano il polso della scena underground lungo i cinque continenti, proponendo una varietà di artisti di nazionalità molto diverse tra di loro, che arrivano a Barcellona con il sostegno del Primavera Sound e delle varie realtà che operano per la loro diffusione internazionale.
I primi 25 nomi della lineup del Primavera Pro 2018 vengono da svariate parti dell’Europa e dell’Asia: Austria (grazie ad Austrian Music Export), Corea del Sud (Zandari Festa), Ungheria (Hungarian Oncoming Tunes), Irlanda (qui alla sua prima partecipazione a Primavera Pro, attraverso Music from Ireland), Lussemburgo (music:LX), Polonia (Don’t Panic! We’re from Poland, Adam Mickiewicz Institute, Culture.pl), Taiwan (Ministry of Culture of Taiwan – 9 Kick) e ancora una volta Italia (Italia Music Export – SIAE, Puglia Sounds, A Buzz Supreme, Modernista). A livello spagnolo sono confermate le band che rappresenteranno Valencia (grazie a Sounds From Valencia) e la Catalogna, in collaborazione con Catalan Arts, che faranno da ambasciatori all’evento.
Ma chi sono i tre rappresentanti italiani scelti per l’edizione 2018?
Any Other
Attualmente in tour con Colapesce, la talentuosa Adele Nigro esordisce con i suoi Any Other nel 2015 con Silently. Quietly. Going Away, su etichetta Bello Records. Classe 1994, come il suo album preferito: There’s Nothing Wrong with Love dei Built to Spill. È una passione che impregna il suo debut a base di Slacker Rock e lo fa nel modo giusto, senza il rischio di cadere nel citazionismo, perchè unita al timbro maturo e versatile di Adele e alla giusta dose di elettronica conduce in territori fertili e pressoché inesplorati dall’Indie italico.
Guano Padano
I tre musicisti che nel 2008 hanno dato vita al progetto Guano Padano sono più noti all’estero che in patria, anche perché Alessandro ‘Asso’ Stefana affianca da anni una come PJ Harvey in studio e sui palchi di tutto il mondo. Dall’esordio omonimo per la statunitense Important Records sono trascorsi quasi dieci anni, durante i quali il trio ha declinato la propensione per la musica da spaghetti western anche collaborando con artisti italofili come Marc Ribot e Mike Patton. La musica dei Guano Padano sarebbe la colonna sonora perfetta per un film scritto a sei mani da Sergio Leone, Jim Jarmusch e Sofia Coppola: parola di Joey Burns dei Calexico.
Populous
Dall’esordio in chiave folktronica via Morr Music fino a quel caleidoscopio sonoro a base di cumbia che è il suo ultimo Azulejos (tra i dischi migliori dello scorso anno per Rockambula), passando per trip hop, dream pop e world music, dal 2002 ad oggi i lavori a firma Populous non hanno mai smesso di sorprenderci. Il salentino Andrea Mangia campiona, taglia, cuce e trasforma in musica le suggestioni dei suoi viaggi. Producer oltre che eclettico musicista, la sua è un’elettronica multiforme e immediata che non ha intenzione di precludersi alcuna possibilità futura.
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Last modified: 20 Febbraio 2019