Prizes Roses Rosa – The Kinspiral

Written by Recensioni

Il disco più strambo, folle e indecifrabile nel meglio del 2020.
[ 17.04.2020 | autoprodotto | post rock, experimental, vaporwave ]

Preparatevi ad ascoltare una delle band più “strane” che abbiate mai conosciuto e non perché facciano chissà cosa di pazzesco, non parlo mica di GG Allin, ma perché tutto intorno a loro ha l’aria di essere eccentrico anche quando non lo è.

Partiamo dal moniker: p.rosa ma ultimo lavoro pubblicato a nome Prizes Roses Rosa e che, se volete ascoltarlo su Spotify, dovete cercare a nome Panda Rosa. Un disco di quasi due ore e mezza di rock sperimentale, psichedelia e deliri post rock per un artista capace, in circa cinque anni, di tirare fuori una media di due dischi ogni dodici mesi. Classe 1999 – sì, millenovecentonovantanove – l’australiano è già un mito per chi ha avuto la fortuna di farne la scoperta prima di questo The Kinspiral, ma non consideratelo un progetto solista di Aaron Denny vista la presenza di altri musicisti quali Vic Lincoln ai cori, Bec Matthews ai fiati e Sarah Snail ai synth di Richard Vander Wende.

Impossibile arrivare a una definizione della loro musica, e non parliamo di circoscrivere ai minimi termini, ma semplicemente darvi un’idea di cosa vi aspetti. Vaporwave, sound collage, tribal ambient, art rock, shoegaze e voci eteree in stile Have A Nice Life si aggiungono a quanto vi abbiamo anticipato e non siamo ancora vicini a tutto quello che è racchiuso nel disco. Un album troppo lungo e complesso per analizzarlo ora sinteticamente in tutte le sue parti, che spazia da intermezzi brevissimi di poco più di un minuto ad altri che sfiorano i venticinque.

Pezzi come Grave Suffering… Infinite Questions… sono quindici minuti di puro mistero ipnotico, o Of This Quiet Earth con quel fare lussureggiante in un tripudio di surreali campionamenti; brani come The Garden e il suo futurismo notturno e ansioso o la ritmica ripetitiva e oscura di Kinspiral.

Tutto questo è messo insieme in un album che è più di semplice musica, che è opera d’arte che sfrutta la musica, la omaggia evocando Bark Psychosis, Bjork, 2814, Shakleton, Brian Eno e tanti altri, a creare qualcosa che vi regali un’esperienza che sia più di ciò che può fare un semplice disco. Se avete voglia di immergervi in una situazione al limite, questo è il disco per voi, la colonna sonora di una puntata di “Black Mirror” diretta da David Lynch.

LINK

Bandcamp

SEGUICI

Web • Facebook • Instagram • Twitter • Spotify

Last modified: 3 Maggio 2020