Un lavoro valido e schietto che meriterebbe di mandare in panchina un sacco di posticcio indie rock italico.
La scena indipendente italiana è piena di formazioni con proposte musicali valide e anni di esperienza alle spalle che tuttavia navigano ancora nei meandri incerti dell’autoproduzione. Gli Psychopathic Romantics sono tra queste, e dopo aver confezionato un paio di album tornano ora con un EP omonimo, anche stavolta autoprodotto, con cui sembrano aver fatto un discreto salto di qualità.
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Da un esordio votato all’hard rock più classico, passando per un secondo step (Pretty Prizes, 2010) che spaziava dal punk ad accenni di prog, apprezzabile per un certo gioco di stili ma non completamente convincente, propongono ora un lavoro in cui sembrano finalmente aver trovato la loro dimensione.
Le sette tracce che lo compongono suonano eclettiche ma compiute, variazioni eleganti su un substrato folk rock levigato a dovere. Ciò che ne viene fuori è il sound sommesso ed efficace di Bread and Circuses, che si fa morbido nel sax di Open Up Wide e ricorda i Noir Desir più melodiosi, per mutare poi nella spensieratezza ritmata di I’ll See You There.
Eleganti ballad si alternano ad arrangiamenti più torbidi, legati insieme dalla timbrica vocale di Mario La Porta, calda e rauca al punto giusto, di quelle a cui ci hanno abituati i rocker della tradizione (tra mandola e chitarra di Einstein Said sembra nascondersi un certo Cat Stevens), ma parallelamente il progetto nel suo complesso non sembra affatto volersi attestarsi sul tradizionale, anzi, appare propenso ad ogni tipo di contaminazione feconda. Se con l’underground italiano condividono la situazione di cui sopra, lo stesso non si può dire del sound, che si muove in un universo nettamente distante dalla tendenze nostrane attuali.
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Consapevolmente anti-modaioli o inevitabilmente fuori moda? C’è il rischio che il pregio più interessante degli Psychopathic Romantics si traduca nella loro condanna? Chissenefrega dei trend, questo è un EP valido e schietto che meriterebbe di mandare in panchina un sacco di posticcio indie rock italico.
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Last modified: 8 Aprile 2021