La storia della band di Oxford attraverso cinque pezzi, a pochi giorni dalla loro data milanese.
Dopo la loro formidabile performance al TOdays 2019, i Ride stanno per tornare in Italia con il loro ultimo lavoro, This is Not a Safe Place.
L’appuntamento è per martedì prossimo 4 febbraio a Milano, Santeria Toscana 31.
Ecco cinque brani che faranno innamorare i profani e ricorderanno ai fedeli i motivi per cui non hanno mai smesso di amare Andy Bell e soci.
CHARM ASSAULT
[ Wheather Diaries, 2017, Wichita / PIAS ]
“La tua prima band è come il tuo primo amore; non la dimenticherai mai, e non riuscirai mai provare lo stesso sentimento per un’altra.” Era novembre del 2014 quando, accompagnato da questa citazione di David Crosby, un comunicato stampa annunciava la reunion dei Ride.
Non fu un fulmine a ciel sereno, a dire il vero. In pieno revival, la band di Oxford era l’ultima della sacra triade shoegaze a mancare all’appello: gli Slowdive avevano trascorso l’estate sui palchi di tutta Europa, i My Bloody Valentine avevano già pubblicato m b v. Ma non sarebbe bastato. Per i devoti alla scena, quelli che conoscevano le vicissitudini di Andy Bell, Mark Gardener, Laurence “Loz” Colbert e Steve Queralt, il loro fu probabilmente il ritorno più atteso, unico possibile lieto fine e insieme nuovo inizio di una storia destinata a durare.
È a febbraio 2017 che arriva il primo inedito post reunion, primo assaggio da Weather Diaries che sarebbe uscito alcuni mesi dopo, a interrompere un silenzio discografico che durava dal 1996. Charm Assault la dice lunga su quelle che, ascoltando poi l’intero disco, si sarebbero rivelate essere le coordinate dei nuovi Ride. L’ispirazione è rinnovata e la melodia la fa da padrone: ciò che aveva finito per intaccare la sintonia tra Bell e Gardener – le lisergiche matasse noise da un lato e le tentazioni retrò dall’altro – appartiene a un passato su cui è giunto il momento di mettere una pietra sopra.
SEAGULL
[ Nowhere, 1990, Creation Records ]
Al netto delle vicende che li portarono allo scioglimento, ciò che all’epoca accadde alla band di Oxford è ciò che sogna ogni gruppo di amici che decide di mettere su una band.
Tutto inizia nel 1988, al Banbury Technical College: quattro ragazzi che iniziano a suonare insieme condividendo l’amore per le sonorità di Sonic Youth, House of Love e Stone Roses, che si esibiscono al party di Natale del college e incidono un demo che arriva alle orecchie di Jim Reid e dell’allora manager dei Jesus and Mary Chain, Alan McGee; alla firma con la mitica Creation Records, la stessa label che pubblica i dischi dei loro amati MBV, segue l’uscita di tre EP e infine, a ottobre 1990, del debut album Nowhere.
Opening track dell’album, Seagull è uno dei brani più celebri dei Ride e rappresentativi dello stile che li ha resi un pietra miliare nella storia della musica: un vortice di chitarre che aggrovigliandosi a una sezione ritmica trascinante traspongono perfettamente in rumore le suggestioni dell’artwork del disco, una placida superficie liquida in procinto di erompere in un’onda devastante.
LEAVE THEM ALL BEHIND
[ Going Blank Again, 1992, Creation ]
In un’intervista di qualche anno fa Mark Gardener ha dichiarato che tutti i componenti della band sono concordi del ricordare il periodo di Going Blank Again come l’epoca migliore dei Ride.
È il 1992 quando la Creation pubblica il loro sophomore, che si piazza bene non solo nei cuori dei seguaci ma anche nelle classifiche di vendita, consentendo all’etichetta di attutire il colpo dovuto agli spropositati costi di produzione di Loveless dei MBV. È un momento in cui i quattro sono più che mai uniti nel godersi il meritato successo. L’indimenticabile atmosfera densa e tonificante di Leave Them All Behind, divenuto un classico del repertorio dei Ride, rispecchia l’affiatamento genuino con cui erano tornati in studio, decisi a perfezionare insieme la formula che aveva determinato la buona sorte dell’esordio: piegare il rumore al potere delle melodie pop.
È la nostalgia per quell’epoca che porterà le strade di Bell, Gardener, Queralt e Colbert a incrociarsi di nuovo molti anni dopo, quando la possibilità di tornare a suonare insieme inizierà a sembrargli non solo un’opzione plausibile, ma soprattutto l’unica che avesse un senso.
ETERNAL RECURRENCE
[ This is Not a Safe Place, 2019, Wichita / PIAS ]
This is Not a Safe Place esce ad agosto dello scorso anno, sostanzialmente confermando le scelte stilistiche intraprese dopo la reunion. I Ride di questo millennio sono abili nel dosare la propensione per il caos insito nelle sonorità proprie del noise col desiderio di farsi accessibili al grande pubblico, l’introspezione onirica dello shoegaze con il gusto agrodolce e carezzevole del dream pop.
Eppure, nonostante la produzione di Erol Alkan calchi la mano sui sintetizzatori e su una certa neo-psichedelia, alcune parentesi suonano meravigliosamente novantiane, come i ronzii ovattati di Eternal Recurrence, col cantato effettato a muoversi su linee docili e avvolgenti.
VAPOUR TRAIL
[ Nowhere, 1990, Creation ]
Prescindendo da metamorfosi e vicissitudini, quello di martedì sera sarà un live ad alto tasso emozionale, e ce ne staremo tutti in apnea finché non si udiranno le note che abbiamo impresse a fuoco sui cuori, quelle di Vapour Trail: da trent’anni a questa parte il potere salvifico di quel giro di archi che ne sigilla il finale senza sfumare vale da solo più di mille performance.
INFO E LINK
Martedì 4 febbraio @ Milano, Santeria Toscana 31
– unica data italiana –
Opening act: Crushed Beaks
Ingresso: 25,00€ + d.d.p. // 30€ in cassa
Prevendite disponibili su Mailticket e Vivaticket
https://www.thebandride.com/
https://www.hubmusicfactory.com/tour/ride/
SEGUICI
Web • Facebook • Instagram • Twitter • Spotify
concerto live Milano nowhere Ride ride band santeria toscana 31 Shoegaze this is not a safe place
Last modified: 11 Febbraio 2020