RoSyByNdY – Kapytalysty vyrtualy

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RoSyByNdY è l’alias dietro cui si cela la figura del noto produttore Luigi Piergiovanni, molto attivo nella scena indipendente laziale che ha alle spalle già diversi lavori.
Questo “Kapytalysty vyrtualy” spiazza l’ascoltatore sin dalla iniziale “Chiudete bene la porta” (un incrocio fra i Prodigy di Fat of the land e i nostrani Bluvertigo), ma soprattutto nella successiva “Due sentieri” che già dal titolo fa capire che il disco sta prendendo un’altra strada e che vede la presenza di una grande star della canzone italiana, Tiziana Rivale, che nel 1983 vinse il Festival di Sanremo con “Sarà quel che sarà”.
Dogma” si scaglia infatti contro preti pedofili ma non risparmia neanche veline, impiegati cocainomani e tifosi esauriti ed il suo testo è talmente profondo e significativo che forse la musica passa persino in secondo piano nonostante la presenza degli special guests Fausto Rossi e Flavio Giurato.
Io sono la vittima” abbassa leggermente i bpm rispetto alle note iniziali ma lo stile rimane inconfondibile nonostante una voce un po’ più effettata.
Chinacrack” (sì, scritto tutto attaccato) vede anche Roxy N alla voce a dare un tono di sensualità alla canzone (assomigliando a tratti alla grande Loredana Bertè).
Parole che sfuggono alla voce” sicuramente trae ispirazione ai C.S.I. di “Tabula rasa elettrificata” e forse con una controvoce femminile avrebbe avuto quel tocco in più che non avrebbe guastato.
In “Non votare per me”  le similitudini con Morgan appaiono molto più evidenti, mentre nella successiva “Giù dal cielo” si rifà viva Rosy N– che si sovrappone alle basi musicali.

Mai titolo fu più indovinato di “Il ventre dell’anima” poiché proprio qui forse si evince tutto il cuore e lo spirito di questo progetto.
Nabouf” scandisce invece il beat sin dalle prime note incantando con il suo riff di basso e con la voce di Jing Ru.
Non mi svegliate più” è quello che mi verrebbe da dire mentre l’ascolto perché l’atmosfera si fa talmente onirica da sembrare di essere davvero in un sogno bellissimo come se nel lettore cd ci fossero gli Enigma di Michael Cretu.
Mengele’s nightmare” ricorda vagamente i Technotronic di “Pump up the jam” e lo si potrebbe considerare quasi uno strumentale pieno di campionamenti in cui Luigi Piergiovanni si dimostra il vero guru dell’elettronica italiana.
Vorrei parlarti di me” presagisce la fine di questo piccolo capolavoro che viene chiuso con il pezzo sicuramente più riuscito e più sperimentale ed azzardato di tutti, “Waiting Cleopatra”.

 

Last modified: 16 Gennaio 2013

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