Il terzo lavoro dei Santo Barbaro. I testi di Pieralberto Valli sulla musica composta a quattro mani insieme a Franco Naddei.
Questa volta però vengono messe da parte le chitarre.
L’impronta del disco è fortemente sperimentale. Un misto di elettronica, new-wave, trip-hop e ambient su cui si adagia perfettamente il cantato di Valli. Arrangiamenti minimali e lunghi tappeti sonori. Le parole sembrano codici, le frasi spesso lasciate a metà come un flusso di pensieri intermittente.
Tutti questi ingredienti sono trasportati in un viaggio sospeso.
Senza una partenza, senza un arrivo. Non è una fuga. Non è un ritorno a casa. Lunghe stasi spezzate da momenti di totale smarrimento. Un naufragio che da sollievo in un’immensità che impaurisce ma affascina ed attira.
Navi viaggia lontano da ogni logica commerciale ma ha sonorità assolutamente internazionali. Ha un po’ di Sigur Ros (Transit), degli ultimi Radiohead (Io non ricordo) ma non mancano brani nelle corde dei precedenti lavori come Prendi me.
Un disco che ha la capacità di catapultare in un mondo sublime dove l’ascoltatore può solo rimanere immobile cercando di intuire cosa si celi tra le spume delle onde.
Lasciamo perdere i bei giri di parole. Navi è un disco che va ascoltato non spiegato. Non ha bisogno di rigirare la frittata per farsi spazio. Sa difendersi benissimo da solo. Santo Barbaro è un progetto estremamente lucido e riesce ad imprimere in un disco tanto enigmatico le idee originali del duo. Non si comunica con un giro d’accordi e nemmeno con le parole. Lo si fa attraverso le sensazioni, le esperienze, le fotografie riversate dalle menti di Valli e Naddei direttamente in questo disco.
Cosabeat Studio Navi Radiohead Santo Barbaro Sigur Ros Vittorio Massa
Last modified: 4 Gennaio 2013