2013 Tag Archive

Mark Lanegan – Imitations

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Luogo di ascolto: in macchina nel tentativo disperato di incassare un assegno prima del fine settimana.

Umore: come di uno che sta per fare un fine settimana dispendioso.

Mark Lanegan è affetto da un morbo serio e debilitante, nel suo caso è stato colpito da poco e la malattia è solo ai primi stadi: l’ex vocalist degli Screaming Trees è malato della sindrome di Morgan. Già, quella malattia che nei periodi di magra creativa spinge l’ex leader di una band ben riuscita ad uscire con dei dischi di meravigliose canzoni di altri, o come fa figo chiamarle, cover. Certo nel caso di Morgan la malattia che giustamente porta il suo nome è ai massimi livelli, il suo personaggio televisivo oramai è diventato ipertrofico rispetto alla caratura di artista di cui oramai non si ricorda nemmeno un pezzo degno di nota ma molte acconciature di gran bizzarria. Torniamo a Lanegan, Imitations (il titolo è chiaramente esplicativo degli intenti con cui lo si è registrato, evidentemente) è un disco di cover a cui non si può voler male ma nemmeno dire un mondo di bene. L’occhio tra le dodici canzoni che compongono la tracklist mi è caduto subito sull’ultima, “Autumn Leaves” quindi l’ascolto ha seguito una strada piuttosto sghimbescia (per quelli che leggono Signorini, significa storta): era troppa la curiosità di sapere come sir Lanegan avesse affrontato il pezzo più interpretato del sistema solare, sconquassato da sbrodolamenti jazzistici per 40 anni, infangato con versioni in inglese tradotte a membro di segugio (per i lettori di Signorini: a cazzo di cane), deturpato con pronunce francesi improponibili da parte per lo più di inglesi che non sanno altre lingue e dicono agli italiani che non sanno cantare in inglese. Direi che con “Autumn Leaves”, date le premesse, Mark se l’è cavata abbastanza bene; nulla di più però di un buon pezzo riarrangiato in maniera da calcare finalmente il battere di ogni accordo come mi ero disabituato a sentire dopo decenni di spostamenti ritmici swing, con un bell’arrangiamento di archi e batteria in modalità spazzole.

Mark Lanegan penso sia l’unico al mondo, al pari di Johnny Cash, a potersi permettere di cantare a tonalità subumane, avere la presenza scenica della stele di Rosetta (per i lettori di Signorini, il gossip qui non c’entra, Rosetta non è mai entrata nella casa del grande fratello) e al tempo stesso rapirti dal vivo come se non ti trovassi più a casa tua o in un palazzetto dello sport. Quando ascolti la voce di Mark Lanegan la sabbia che al mare trovi nelle pieghe dei pantaloni diventa terra rossa del deserto del Mohave e il cellulare in tasca diventa una pistola nella fondina. Quando ascolti tutte quelle chitarre arpeggiate dal suono così antico e al tempo stesso così caldo pensi di aver sbagliato a nascere nel vecchio continente e ti bombardi il cervello di suggestioni cinematografiche. Imitations poi non è cantato male, anzi; Lanegan dimostra di essere anche un ottimo emissore di note medio alte, arricchendo la sua tavolozza vocale di sfumature che sinceramente non credevo ci fossero. “Brompton Oratory” è un pezzone, davvero azzeccata l’interpretazione e la cornice, “Mack the Knife” è troppo simpatica in veste Country con le acustiche a fare il contrappunto alla melodia della voce, “Elegie Funebre” invece sembra cantata invece che in francese in coreano tanto è brutta la pronuncia . Il disco non è malaccio, ma è sempre un disco di cover e per di più senza nemmeno rischiare tanto, lo vedrei bene come colonna sonora di Nashville, la nuova serie Sky sul Country, ma nulla di più. Da un popò di artista così è lecito e doveroso aspettarsi un disco solo quando ha materiale per farlo, mica deve pagare le bollette come Morgan.

Almeno spero.

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Demonical – Darkness Unbound

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C’è poco da lamentarsi sui Demonical, tra le nuove (più o meno) leve del Death Metal sono i primi della classe e riescono a cogliere sempre il centro:  conoscono i giusti dosaggi di riff, blast beat e assoli per creare un pezzo  degno di nota. Darkness Unbound è la nuova fatica di Sverker e soci, una ventata di freschezza per il genere di cui loro fanno parte nonostante scimmiottino talvolta  i Dismember. Ricordo ancora con ammirazione il loro penultimo disco, Death Infernal, un lavoro che, come questo, mi rese felice, assicurandomi che, nella scena Death, non stavano presenziando solo pupazzetti privi di idee.

Chiaramente in questo nuovissimo Darkness Unbound non c’è nulla di innovativo o di originale ma la capacità del gruppo di assestare  possenti riff ed assoli in un sound limpido e pulito è un qualcosa di veramente interessante. In “The Order” (cavallo di battaglia tra l’ altro) si riesce a cogliere perfettamente quella loquace melodia che rende la traccia ancora più appetitosa.  In “Contempt and Conquest” si sottolineano le levigate parti blast dei Demonical ed anche i giri di riff sono una sorta di specialità in questa traccia. Passando a “Words Are Death” e “Deathcrown”, due tracce che mettono in risalto la vera cattiveria e aggressività dei ragazzi svedesi, palese come non risparmino nulla tra riff, batteria che sembra un vero e proprio rullo compressore ed assoli.  Ve l’ho detto, in queste nuove orde di band Death Metal i Demonical sono quelli che più riescono a proporre qualcosa di sensato e godibile; hanno tecnica, audacia, grinta, insomma le caratteristiche giuste per “sfondare”. Un gruppo che ho ascoltato e seguito con piacere e spero soltanto che non si perda per la strada ma lasciamoci questo pessimismo alle spalle e poghiamo con Darkness Unbound che credetemi male non vi farà.

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Top Ten 2013. La classifica generale della redazione di Rockambula

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TRIPWIRES

Come I nostri lettori più affezionati avranno capito, il 2013 è stato per Rockambula l’anno della svolta. Abbiamo ampliato il numero e la tipologia di recensioni, cercando di tenere sempre altissimo il livello qualitativo. Soprattutto, però, Rockambula si è aperta sempre più alle proposte internazionali, dedicando buona parte della vetrina al meglio che il Rock mondiale ci propone col passare dei mesi. Logica conseguenza di questa apertura dei confini è la prima classifica di redazione, la Top Ten Internazionale, che anticipa le classifiche del nostro caporedattore e le consuete Top 3 italiane dei singoli redattori.

La Top 10 proposta dalla nostra redazione sarà per voi una sorpresa, perché in fondo lo è stato anche per noi. Nessuno si sarebbe aspettato probabilmente di vedere in testa l’esordio dei Tripwires, band britannica a metà tra Shoegaze e Britpop e in pochi avrebbero scommesso sul podio del musicista, regista e compositore francese Yoann Lemoine, in arte Woodkid, anche lui all’esordio con The Golden Age. Cosi come è assolutamente inaspettato il terzo posto del duo tutto femminile, Lilies on Mars, italiane ma londinesi di adozione. Una classifica variegata e bellissima, che propone dunque ottimi esordi (da non tralasciare quello dei Daughter) ma anche conferme eccelse come quelle dei Vampire Weekend e degli Arcade Fire, senza dimenticare vecchie glorie che dimostrano di avere ancora tanto da dire e di sapere ancora come dirlo. Dai Pearl Jam, al sensazionale ritorno dei My Bloody Valentine, dal clamore meritato per i Daft Punk fino all’immortale Paul McCartney. Fuori di pochissimo These New Puritans e David Bowie.

1.    Tripwires – Spacehopper (Uk / Shoegaze, Britpop)

2.    Woodkid – The Golden Age (Francia / Chamber Pop, Art Pop)

3.    Lilies on Mars – Dot to Dot (Uk, Italia /Alt Rock)

4.    Pearl Jam –  Lightning Bolt (Usa / Alt Rock, Grunge)

5.    Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (Usa / Indietronica)

6.    Daughter – If You Leave (Uk / Art Pop, Dream Pop)

7.    My Bloody Valentine – M B V (Irlanda / Shoegaze)

8.    Arcade Fire – Reflektor (Canada / Art Pop, Pop Wave)

9.    Daft Punk – Random Access Memories (Francia / French House)

10.  Paul McCartney – New (Uk / Pop Rock)

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Metaponto Beach Festival 2013 dal 17 al 19 agosto

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Metaponto Beach Festival 2013, un mare di spettacoli al castello Torremare

Le novità della IX edizione: il Brasilicata Tour e il Festival del cabaret

Le vie del Metaponto Beach Festival sono infinite, come dimostra il cartellone dell’edizione 2013 che, dal 17 al 19 agosto, condurrà entro le mura del Castello Torremare di Metaponto, in Basilicata, l’allegra musica contaminata dei Folkabbestia, la comicità dei cabarettisti in gara alla prima edizione di “Un Mare di Risate”, i ritmi in levare della tradizionale Meridional Reggae Reunion, l’arte carioca degli ospiti brasiliani, le risate dei bambini che parteciperanno all’appuntamento pomeridiano di Laboart, oltre al Dj Set delle Ladies Collage e al sound system di Brigante Sound, che chiuderanno rispettivamente la prima e l’ultima serata.

Gli appassionati di musica non potranno perdersi la serata di inaugurazione con la miscela di Folk, Rock, Ska, Punk, canzone d’autore e musica popolare proposta dai Folkabbestia, il noto gruppo barese che trascinerà il pubblico in un divertente viaggio sonoro tra atmosfere slave e sonorità irlandesi, passando dalla tradizionale tarantella pugliese.

Il viaggio in programma sabato 17 agosto prevede anche una sosta in Brasile per ammirare i graffiti del writer/rapper Fikore e l’insolito “spettacolo di cabaret circense in musica” della Banda Dona Joana, un gruppo di musicisti, compositori, attori, ballerini e circensi provenienti da Rio de Janeiro.

Confermato per il nono anno consecutivo, l’atteso appuntamento con la Meridional Reggae Reunion chiuderà, lunedì 19 agosto, il Metaponto Beach Festival 2013. Sempre più numerosi i Reggae singer di tutto il Sud Italia che rispondono all’appello, “rigorosamente in dialetto”. Dalla Campania arriveranno Zulù dei 99 Posse, Tonico, Stik B, Funky Pushertz e Francesco Di Bella che recentemente ha lasciato i 24 Grana. Giungeranno dalla Puglia, invece, Mama Marjas, Nico Mudù, Papa Ricky, Fido Guido, Moddi, Julia Kee, Papa Buju e Spaddin. La Calabria sarà rappresentata da Killacat, Gioman, Eman, mentre la Sicilia da Lorrè Shakalab e Jahmento. Tutti si alterneranno sul palco, insieme ai padroni di casa Manuel & Big Simon, accompagnati dalla Krikka Reggae. Apriranno la serata i giovanissimi Youth Promotion.

La IX edizione del Metaponto Beach Festival è realizzata dalle associazioni Krikka e Laboratori Culturali di Bernalda, e dall’associazione Multietnica di Potenza, con il patrocinio del Comune di Bernalda e della Provincia di Matera e il sostegno del Piot Metapontino Basso Sinni. Per essere sempre aggiornati è possibile consultare il sito ufficiale dell’evento www.metapontobeach.it o la pagina facebook Metaponto Beach Festival. Per info e tickets: info@metapontobeach.it, 339.3089013.

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Arctic Monkeys: esce 2013

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B-Side di Do I Wanna Know?, traccia di presentazione di AM, l’album atteso per il prossimo 9 settembre, il nuovo brano degli Arctic Monkeys si intitola 2013. Questa mattina era disponibile sul canale YouTube della band, ma è stato prontamente rimosso per violazione del copyright da parte della British Recorded Music Industry. Non si può fare altro quindi che scaricare a pagamento o acquistare su iTunes il singolo, nell’attesa che la band di Alex Turner si esibisca di nuovo in Italia: il concerto è previsto per il 13 novembre al Forum di Assago di Milano.

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Ypsigrock 2013

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Cominciano a prendere forma programma e line up dell’Ypsigrock 2013, storico festival siciliano ormai alla diciassettesima edizione che si svolgerà dall’8 all’11 agosto. Anche quest’anno tanti i nomi importanti che riempiranno di musica il borgo di Castelbuono (provincia di Palermo). Shout Out Louds, The Drums, Metz, Rover, Local Natives, Editors e tanti altri ancora da annunciare.

Ypsigrock 2013

8-11 Agosto 2013- Castelbuono (PA)

ABBONAMENTO concerti 9-10-11 Agosto: 52€ disponibile ONLINE su www.ypsigrock.com
Venerdì 9 Agosto: Efterklang, Shout Out Louds, The Drums (22€ day tickets)

Sabato 10 Agosto: Depford Goth, Suuns, Erol Alkan (22€ day tickets)

Domenica 11 Agosto: Indians, Metz, Rover, Local Natives, Editors (33€- day tickets)

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NaNa Bang! – S/T

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Tira aria buona, aria sincera e oculatamente hipe; non sono elucubrazioni metereopatiche, ma considerazioni positive che vengono a galla dopo l’ascolto di questo ottimo esordio dei bresciani NaNa Bang!, formazione “rimodulata” in cui militano Andrea Fusari e Giuseppe Mondini (ex Gurubanana), otto tracce che grondano un indie con la consapevolezza del lo-fi, un calembour di hit a portata di tutti e che con la rapidità lenta delle cose buone si presentano all’ascolto con una sorta di sincera parata che non sconta nessun peccato, piuttosto un qualcosa di “sfacciatamente” (ri)trendy.
Dolciastre scorribande silenziate dal rombo dell’elettricità forzata, ballate e sensazioni temporali di anni Sessanta e di una Frisco agli esordi della beat generation, profumi ed essenze di Naked Pray, lontanissimi Nuggets, Three O’ClockBoomers” come pure un allampanato Country Joe and The FishPossibly bright”, “While I’m here”,“Thinkerbelly” quel suono Paisley che tanto ha fatto sognare, nebbioso e riverberato in una psichedelica che si taglia col coltello; “beach songs” a tutti gli effetti, brani dell’ingenuità perduta e della serenità conquistata che scorrazzano in questo disco come una sintesi di sole e “ieri” che non tramonta mai, e anche un’ulteriore conferma di un suono – rimodulato da questa straordinaria formazione in duo – che è sempre avanguardia senza anagrafe e droga legale per cultori accaniti.
Anche disco di flash e ricordi, in cui affiora una buona voce conduttrice che si muove tra i quadrangolari di una melodia stropicciata, picaresca, con la l’inerzia di un dopo sbronza, mentre il contorno è un allucinante teatro di sirene, echi e stridori di gamma che riportano alle cadenze dreamly di Steve WynnRefried beans”, mentre la florescenza DylanianaStroll” e la rivisitazione del brano di Daniel JohnstonTrue love will find you in the end” vanno a rendere omaggio all’impero dei sensi valvolari del piacere assoluto.
I NaNa Bang! mettono in scena un piccolo capolavoro di sabbia e luce, che non è testimonianza di uno stile passato, ma una nuova orma da seguire per restare al tempo, capace di emozionare e aprire teste ristrette e colpire tutta quella “futuristica” sonante che  sparge nulla.
Fatevi possedere da queste stupende tracce, non opponete resistenza al loro principio attivo, fregatevene dell’oggi!

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I Grizzly Bear in Italia.

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Cari amanti dell’orso Grizzly da Brooklyn, non avrete vita facile se il vostro proposito per il 2013 sarà vedere la band di Edward Droste dal vivo. Freschi del loro quarto album Shields, il loro Folk psichedelico sarà disponibile in Italia per una sola data:

28 Maggio 2013 – Alcatraz, Milano

Prevendite da giovedì 6 Dicembre, prezzo 20€ + d.p.

In bocca al lupo!

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