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Babel Fish – Follow Me When I Leave [STREAMING + RECENSIONE]
Follow Me When I Leave è il nuovo EP dei Babel Fish, in uscita venerdì prossimo 2 marzo per Tempura Dischi. Continue Reading
Tangled Thoughts of Leaving – Yield to Despair
Dopo lo split del 2009 in compagnia degli Sleepmakeswaves, australiani come loro e postrocker come loro, e a quattro anni di distanza dall’esordio full length Deaden the Fields, tornano i ragazzi di Perth con cinque brani che uniscono gli aspetti più poderosi dell’Hardcore, alle precisioni del Math Rock di scuola statunitense anni Novanta, il tutto in forte chiave Post Rock solo in parte vicina alle icone leggendarie 65daysofstatic e Godspeed You! Black Emperor. Se gli aspetti più aggressivi e nerboruti, quasi Sludge e Post Metal a voler rischiare, sono subito messi sul piatto con l’opening “The Albanian Sleepover – Part One”, specie nei primi cinque minuti, ricalcando lo stile mogwaiano di The Hawk Is Howling soprattutto (leggi “Batcat”) la part two dello stesso brano ci mostra i Tangled Thoughts of Leaving sotto tutt’altra veste, grazie ad un uso matematico del piano, delle ritmiche, dei tempi e delle note, lambendo territori Neo Classical. Si abbassano ancora i toni con “Shacking Off Futility”, cupa ed emozionante, perfetta per evidenziare tutto l’eclettismo della band. Con “Downbeat” si torna in territori più impetuosi, infernali e oscuri, grazie ad una miscela di Noise, Avant Rock, Doom, ovviamente Post Rock e divagazioni Modern Classical prima della conclusiva e quasi toccante “Yield to Despair” che sembra voler chiudere l’album mostrandoci il lato più disturbato della formazione australiana, più tormentato e inquieto, nel suo crescendo sonico. Yield to Despair è un disco di non facile interpretazione, ponderoso per orecchie non abituate e appesantito da una moltitudine di similitudini e dalla poca freschezza del genere in sé eppure realizzato con una cura non indifferente e trasudante una sensibilità artistica notevole. Se OzProg lo ha definito come se i Dirty Three suonassero con the Necks, io non vedo loro di scrivere che i Tangled Thoughts of Leaving suonano esattamente come i Tangled Thoughts of Leaving.
Esce oggi Fertile, il nuovo disco dei Stearica
Il disco esce oggi 13 aprile con distribuzione mondiale attraverso i canali di Monotreme Records (65daysofstatic, This Will Destroy You, sleepmakeswaves): dunque in piena primavera, stagione di rinnovamento e fertilità in gran parte del mondo, inclusa la storica regione in cui sorge il sole, nota come ”Mezzaluna Fertile“. Ispirato dagli impulsi rivoluzionari della Primavera Araba, Fertile si avvale della “vivificante” collaborazione di alcuni pesi massimi della scena internazionale quali Scott McCloud dei Girls Against Boys (voce in ”AMREEKA“), Ryan Patterson dei Coliseum (voce in ”NUR“) e l‘acclamato sassofonista Colin Stetson, noto per aver lavorato con Tom Waits, Arcade Fire, David Birne, Lou Reed, The National, Tv On The Radio e Bon Iver. Prodotto da Francesco Carlucci (polistrumentista della band), Fertile rappresenta su disco la natura materica e primordiale del suono che gli Stearica esprimono dal vivo. A tratti brutale e caotica, spesso misteriosa, a volte quieta: è musica figlia del nostro tempo, istintivamente rivoluzionaria.
Torna l’Ephebia Festival
Torna l’Ephebia Festival a Terni per due giorni di musica e non solo. Tra i protagonisti della 17esima edizione, Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, Be Forest, Chambers e gli inglesi 65daysofstatic. Prima novità evidente di questa edizione, coerente alla linea di pensiero sostenuta dall’organizzazione, è il cambio di location. Spostandosi dal centro della città, venerdì 11 e sabato 12 luglio l’evento trova la propria sede naturale nel Bosco di Collerolletta, con l’intento di valorizzare il territorio nella sua totalità, non solo nelle proprie declinazioni note.
Il festival è, come sempre, totalmente gratuito.
VENERDÌ 11 LUGLIO
Palco B:
Battle of the Bands
Palco A:
Eugenio in Via di Gioia
TIGER!SHIT!TIGER!TIGER!
Be Forest
Aftershow:
Dj Set a cura di Music Evolution
SABATO 12 LUGLIO
Palco B:
Hilo
CHAMBERS
Bungalow62 + Rigolò
Palco A:
scimmiasaki
YOUAREHERE
65daysofstatic
65daysofstatic – Wild Light
Ormai è quasi impossibile impressionarsi di fronte a un disco dei 65daysofstatic (essendo questo il sesto lavoro in studio della band), dato anche l’impatto che ebbi col precedente album We Were Exploding Anyway (che fu seguito nel 2011 solo da Silent Running, omonima colonna sonora del film del 1972). Tre anni di lunga attesa sono quindi passati lentamente ed inesorabili, aspettando che il gruppo ci regalasse un’altra perla di moderno Post Rock. Paul Wolinski, JoeShrewsbury, Rob Jones e Simon Wright si sono ritrovati come sempre a comporre suoni ai limiti dell’Ambient, degni delle più belle opere di Brian Eno, ma approcciandosi sempre di più ai ritmi ossessivi dei Nine Inch Nails e dei Mogwai (tanto per citarne alcuni). Dodici anni di carriera sono tanti ed il peso da sostenere può a volte schiacciare anche i migliori, ma per fortuna ciò non è accaduto al quartetto di Sheffield che continua a mantenere chiara la mira dell’obiettivo.
Difficilmente quindi un fan che ascolterà questo disco potrebbe rimanere deluso, perché già dall’apertura in parlato di “Heat Death Infinity Splitter” è tutto chiaro e limpido. Un Math Core mescolato a tanta elettronica, simile a quella dei Prodigy, che si ripete durante tutte le nove tracce (una però, “DoxxxYrself” è la conclusiva bonus track, degno epilogo mai al di sotto delle altre otto per qualità). Non sarei neanche stupito più di tanto se mi ritrovassi a sentire canzoni come “Prisms” o “Sleepwalk City” in un rave party. Tuttavia qualche canzone tipo “Taipei” sarebbe leggermente fuori luogo in tale situazione, ma credetemi, è solo un problema di punti di vista, in quanto pur rallentando i bpm in maniera esagerata la canzone raggiunge senza dubbio l’apice del disco. Il cambio di etichetta non ha quindi danneggiato il quartetto, gli ha anzi donato nuova linfa e vita sonora. Se non conoscete i 65daysofstatic questa è quindi la vostra migliore occasione per approcciare al Post Rock di ottima qualità, del resto come potreste rimanere delusi da una band che ha scelto il suo nome ispirandosi a un film inedito del grande regista John Carpenter (sì proprio quello di “1997: fuga da New York”, “Christine – La macchina infernale”, “Essi vivono” e tanti altri film di successo mondiale)? Se poi voleste anche approfondire la conoscenza, vi consiglio vivamente di visitare il sito web, ottima fan page contenente anche materiare raro ed inedito e persino radio sessions e demo.
Take a look and dream with music!
Arrivano in Italia i 65daysofstatic
Reduce dal successo del precedente We Were Exploding Anyway e dopo due intensi anni trascorsi tra tour in giro per il mondo e progetti paralleli, il quartetto di Sheffield arriva in Italia per presentare il nuovissimo album, di cui ancora non si conoscono i dettagli, in uscita a settembre. Il post-rock elettronico e danzereccio dei 65daysofstatic, sarà live in Italia al Tunnel di Milano il 22 ottobre, al Circolo degli Artisti a Roma il 23 e al Locomotiv Club di Bologna il 24. Info e prevendite su Ticketone.