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The Flaming Lips – 7 Skies H3

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7 Skies H3 è un distillato in dieci step, per circa cinquanta minuti complessivi di musica, di quello che fu uno degli esperimenti spiazzanti a cui i Flaming Lips ci hanno ormai abituati, quella traccia della durata di ben 24 ore inclusa nell’EP 24 Hour Song Skull, rilasciato la notte di Halloween del 2011 in edizione più che limitata. Solo 13 copie, per 5.000 dollari l’una, su un supporto fisico ancor più delirante del contenuto: flash drive contenute in teschi umani (veri) placcati in argento. Sebbene la nuova release renda l’esperienza certamente più fruibile, l’album risulta avere ancora un’impronta fortemente unitaria ed è difficile comprenderne efficacia e spessore estrapolandone le singole tracce. La struttura è quella inaugurata con The Terror (2013), concepito come un unico lungo trip di psichedeliche cacofonie stranianti che si dissolvono in nebulose sintetiche, con una spina dorsale che sorregge la composizione: un main theme che apre, si srotola nel percorso e chiude l’opera. La forma delle produzioni artistiche dei Flaming Lips degli anni 10 assume sempre di più una connotazione classica, in risultati che si configurano come vere e proprie sinfonie contemporanee, costruite su tema e variazioni, lontane anni luce dalla forma-canzone che,nonostante le peripezie compositive degli scorsi decenni, fino ad ora non avevano mai completamente perso. Ricordate i Flaming Lips come una band ironica, scenografica, cool? In quest’album non troverete nulla di tutto ciò. La title track apre l’album in una immersione di malinconica psichedelia, per poi diventare nenia ossessiva in loop in “Meepy Morp”. A parte pochi sporadici episodi di schizofrenia, l’apparato strumentale è appena accennato, stemperato dai sintetizzatori e ibridato da rumore di ogni sorta, in un risultato sempre inatteso e spiazzante. Anche la voce di Wayne Coyne interviene di rado, in sussurri, improvvisa, oppure in forma di grido, disumana. Non c’è spazio per mezzi termini.

I Flaming Lips hanno attraversato tre decenni di musica senza restare impigliati a lungo nei trend, inanellando le scelte azzeccate quanto i buchi nell’acqua, in una condizione rara di totale libertà compositiva. Nonostante il poliedrico percorso artistico di questaformazione che della sperimentazione ha fatto il proprio credo, un filo conduttore è rintracciabile, e lo è proprio nel nonsense, in ogni sua declinazione, quel riuscire a pizzicare ogni volta le corde dell’inaspettato e dello straniante, e sempre con l’intento di non limitarsi all’udito, creando un’esperienza di ascolto plurisensoriale. L’impasto sonoro celestiale nel reprise di “Meepy Morp” si fa a un tratto demoniaco in laceranti urla effettate e percussioni insistenti (“Riot in My Brain!!”). Ogni variazione si nutre della precedente e produce un seguito spontaneo, in una colonna sonora senza soluzione di continuità che veicola immagini, sapori e sfumature. Splendida la ripresa del tema principale, “7 Skies H3 (Main Theme)”, sciolto in archi e in lievi accenni di chitarra, concludendone lo sviluppo subito dopo, nella tracciache chiude il disco, con arrangiamento identico a quello in apertura.L’ultimo tratto della strada che mi porta a casa dopo un’alienante giornata lavorativa è un sofisticato marchingegno fatto di semafori, passaggi a livello e numerose altre incognite, accuratamente progettato dal destino per farmi perdere almeno un ulteriore quarto d’ora in auto quando sono a soli cinquecento metri dal divano. Ieri pomeriggio, nel fluire degli otto minuti di quest’ultima traccia, ho appositamente atteso che le sbarre si abbassassero, che il treno passasse, che un cane indolente attraversasse la strada e che il rosso scattasse di nuovo. Il tutto pur di non concludere prima del suo termine naturale il lisergico viaggio che è l’ascolto di 7 Skies H3. Quattro note che morbosamente si rincorrono incapaci di rassegnarsi, quel “Can’t Let It Go” cantato e ancor più efficace in un crescendo interminabile di echi artificiali dal sapore floydiano. Quest’album è davvero un gran bel modo di perdersi, per strada verso casa ed anche in molti altri modi.

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