À L’Aube Fluorescente Tag Archive

Sixty Drops – Turquoise

Written by Recensioni

Le Classifiche del 2015 di Silvio “Don” Pizzica

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Intervista agli Abiura

Written by Interviste

À L’aube Fluorescente – Lizard [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

IMM

I paesaggi dal sapore bucolico fanno da sfondo ad una “storia d’amore” apparentemente semplice e lineare, ma che con lo scorrere delle immagini rivela dei dettagli che pongono lo spettatore dinanzi a molteplici interrogativi.
Il regista Mario Vitale di Bunker Film, coadiuvato dai due protagonisti del video, Saverina De Fazio e Francesco Aiello, adotta una fotografia brillante, un montaggio delicato e a tratti ipnotico, che fanno da contraltare al timing serrato ed alle melodie oblique e dal sapore androgino del brano.

CREDITS

Directed by Mario Vitale https://www.facebook.com/bunkerfilm
Written by Francesco Governa & Mario Vitale
Actors: Saverina de Fazio, Francesco Aiello
Make up artist: MIchela Perri
Costume designer: Annarita Costanzo

All music and lyrics by à l’aube fluorescente
https://www.facebook.com/Alaf.Official

Powered by Overdub Recordings http://www.overdubrec.com/
Recorded mixed & produced at Acme Recording Studio
http://www.acmerecording.it/

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Streetambula Music Festival 2015

Written by Live Report

Streetambula festeggia tre anni di vita con una splendida metamorfosi. Nata nel cuore dell’Abruzzo con l’intento di promuovere progetti musicali emergenti e fornire un’alternativa alle tendenze che affliggono l’entertainment della provincia italiana a base di pub e balli latino americani, l’associazione con sede a Pratola Peligna si occupa da sempre di creare contatti tra band e gestori dei locali in zona. L’appuntamento fisso di fine agosto, un contest in cui si fronteggiavano otto formazioni provenienti da tutta Italia, diventa quest’anno una rassegna, in cui alle band emergenti si aggiunge un nome ormai tutt’altro che sconosciuto, i romani Thegiornalisti.
Cambia la foggia ma non le intenzioni. Senza lo stress della competizione e con una garanzia di visibilità data dalla presenza degli headliner, Streetambula continua ad essere una realtà pensata per poter offrire un’opportunità ai talenti nascosti tra le pieghe del mondo indipendente.
Il fatto che Rockambula Webzine sia intimamente connessa a Streetambula viaggia di pari passo con morbosità con cui la sottoscritta si impegna a presenziare alle grandi kermesse musicali internazionali. Se l’evento messo in piedi da Streetambula avanza la pretesa di chiamarsi festival, nonostante il mio coinvolgimento, pratico e sentimentale, sarà inevitabile confrontarlo con altri ben più noti e consolidati, di certo con le dovute proporzioni tra i metri di giudizio.

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Thegiornalisti | photo credits: Alessandro Baroni

Gli aspetti che distinguono una rassegna musicale da un semplice concerto dal vivo sono pochi ma essenziali: un luogo gradevole in cui intrattenersi a trascorrere l’intera giornata e poter assistere alle performance non necessariamente stipati sotto a un palco, uno o più artisti collaudati che invoglino il pubblico a prender parte, varietà nella proposta musicale collaterale che predisponga alle sorprese.
Il grande palco allestito in Piazza Garibaldi crea l’atmosfera giusta. Stand per cibo, alcolici e merchandise fronteggiano lo stage. Gli appassionati si palesano sin dalle prime ore del pomeriggio, per non perdersi neanche i sound-check. Quando il sole tramonta la piazza è già piena, tra i supporter delle band, i musicisti locali, le groupie di Tommaso Paradiso e i curiosi laici di ogni età.
Una scaletta rigorosamente studiata per ovviare ai classici problemi di orario con cui bisogna fare i conti quando la location è un centro storico viene stravolta in tempi record. Il lungo check dei Thegiornalisti sposta l’inizio delle performance, previsto per le 17.30, di quasi un paio d’ore. Gli ospiti d’onore si defilano poco dopo aver sbrigato le incombenze tecniche per ricomparire in piazza soltanto in tarda serata. Il dispiacere per l’assenza dei romani durante le performance dei sei gruppi che si esibiranno prima di loro diventerà vero e proprio disappunto quando scopriremo che anche a Streetambula avverrà ciò che spesso accade nei festival di ben altre dimensioni: nel corso di una serata all’insegna della qualità musicale la nota dolente finiranno per essere i nomi scritti in alto sul cartellone.

Rock in quantità e in molteplici declinazioni, dall’old school alla psichedelia, con un filo conduttore a base di New Wave a cui molte delle band che si succedono sul palco si dimostrano devote. Il risultato è una serata senza cali di tensione sostanziali, nonostante i minuti tagliati a ognuna di loro per ovviare al ritardo con cui viaggia il programma.

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The Last Project | photo credits: Alessandro Baroni

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Cento | photo credits: Paolo Antomarchi

Aperitivo a base di Alt Rock con The Last Project, formazione pavese che sfodera un sound decisamente internazionale con cantato in lingua inglese. In procinto di pubblicare un nuovo lavoro in studio, i quattro non sfuggono alle tentazioni del Pop, creando un piacevole impasto e buone premesse per l’intera serata. Segue la performance dei Cento che suona in perfetta linea con i colleghi. Altro quartetto, direttamente da Firenze, freschi di esordio, sfoderano percussioni decise e una propensione al Metal ma senza mai calcare troppo la mano. Giocano in casa gli A L’Aube Fluorescent, capitanati da Jacopo Santilli, voce e chitarra di una formazione incline alle trame sonore avvolgenti e raffinate. In versione live il timbro femmineo di Jacopo incide significativamente nel creare uno show energico e seducente. Concludono la scaletta ospitando sul palco Dr.Quentin, vecchia conoscenza di Streetambula Music Contest, che con la consueta disinvoltura coinvolge tutti i presenti.

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A l’aube fluorescente | photo credits: Paolo Antomarchi

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The Old School | photo credits: Paolo Antomarchi

Altri veterani a Streetambula, The Old School tornano con una line-up nuova e la consueta formula a base di Classic Rock, forse troppo cauta per una serata che è già decollata. Con i teramani I.Muri si torna al cantato in lingua madre, su un sound che deve molto all’Alternative italiana di fine anni 90 e che scivola spesso (e volentieri) in territori Psych. Menzione d’onore ai We Are Waves, torinesi con un paio di dischi all’attivo e la devozione per Robert Smith e soci, dichiarata esplicitamente con una cover di “A Forest” incastonata alla perfezione tra i brani del repertorio.

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I.Muri | photo credits: Alessandro Baroni

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We Are Waves | photo credits: Alessandro Baroni

Manca poco all’una di notte quando il Thefurgone torna in Piazza Garibaldi. I Thegiornalisti sono quel che ci vuole per chiudere l’estate, col loro Pop dal sapore demodè che ci ha scaldati a suon di tormentoni. Col tasso alcolico ormai raggiunto saltelliamo allegramente e accogliamo Tommaso Paradiso in un abbraccio collettivo quando scende dal palco per cantare “Promiscuità” in mezzo al pubblico come un novello Matt Berninger (parecchie tette sudate in circolazione, e scommetto anche più di una mano sul culo). Il repertorio fa presa anche sui più insospettabili, i profani apprezzano visibilmente, le orecchie più esigenti restano un po’ perplesse davanti a un massiccio utilizzo di basi ma partecipano ugualmente alla festa.

L’edizione si chiude con visibile soddisfazione di pubblico e organizzazione, ma con una punta di amaro in bocca davanti alla scarsa partecipazione degli special guests, sul palco, durante la serata, sul web. La loro presenza alle esibizioni che li hanno preceduti, se non scontata, era quantomeno auspicabile, in primis dai giovani colleghi ai primi passi di quello che è stato in fondo il loro stesso percorso. C’è da dire che una giovane realtà come Streetambula, che vive di passaparola e condivisione, avrebbe beneficiato notevolmente di una menzione sui social network della band romana, che nonostante l’assiduità nel pubblicare notizie in diretta dai palchi di tutta Italia ha saltato a piè pari la data di Pratola Peligna.
Nonostante tutto, il rodaggio è fatto. Aspettatevi grandi cose dalla nuova Streetambula.

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Thegiornalisti | photo credits: Alessandro Baroni

 

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À L’Aube Fluorescente – Taking My Youth

Written by Recensioni

Esordio liscio per À L’Aube Fluorescente, band abruzzese che parte in quarta con le nove tracce di questo Taking My Youth: batteria che spinge in zona Rock duro, tempi terzinati che sanno leggermente di metallo, chitarre suadenti e precise, oniriche, magiche, effettate con sapienza, che non sbagliano mai o quasi ( forse vero punto di forza di tutto il lavoro) e una voce limpida che sa trovare la strada giusta per rimanere incollata all’orecchio senza sembrare eccessivamente paracula. Tira un’aria buona nei dintorni, aria fresca e leggera che spesso manca al Rock italiano (si legga “fatto in Italia”, i nostri cantano in inglese). Taking My Youth è eseguito e prodotto con tutti i crismi, suona pulito e preciso ma non finto, non assemblato in una catena di montaggio, anzi: si sente che è un prodotto artigianale di ottima qualità, il che è di certo un bene (avercene). Anche la composizione è solida, matura: le strutture non annoiano, le scelte melodiche sono d’alto livello e alcuni accorgimenti (i suoni e gli arrangiamenti delle chitarre, come già si diceva, o i cori, ottimi) si meritano tutto il plauso possibile. C’è coraggio, competenza e ispirazione: proprio per questo mi manca, per stendergli definitivamente davanti un bel tappeto rosso verso le mie personali stanze degli innamoramenti musicali, quel pizzico in più di novità, di ricerca, di concetto, anche, se vogliamo, che me li distingua nettamente da una galassia di suoni, suggestioni, andamenti simili. Mi acchiappano le orecchie, e il piede mentre tengo il tempo ma a fine ascolto mi lasciano con meno di quello che mi sarei aspettato. L’esordio è liscio, si diceva, ma c’è ancora qualcosa da dimostrare.

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À L’Aube Fluorescente – Brand New Stupid Words [VIDEOCLIP]

Written by Anteprime

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In anteprima e in esclusiva per Rockambula, vi presentiamo il nuovo videoclip della band Alternative Rock abruzzese À L’Aube Fluorescente, clip tratta dal brano “Brand New Stupid Words” (Over Dub Recordings). Il video è stato scritto e diretto da Stonino LilBrosky Bosco mentre il brano è stato registrato, prodotto e mixato negli studi ACME Recording da Davide Rosati.

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Soundcloud

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Sixty Drops – Zodiac [STREAMING]

Written by Anteprime

In anteprima assoluta per Rockambula Webzine, eccovi le tre tracce di Zodiac, il primo Ep della band Trip Hop abruzzese Sixty Drops, capitanata da Jacopo Santilli, voce degli A’ L’Aube Fluorescente. Il collettivo Sixty Drops si completa con Salvatore Carducci (audio engineer/dj/producer ), Daniele Vergni (Borderlike / SlowMotion / SMS con Miro Sassolini dei Diaframma) e Ludovica Mezzadri (Straphon). Il brano “Down the Light Zone”, inoltre, vede la proficua e feconda collaborazione del talentuoso bassista Lorenzo Lucci.

 

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Down The Light Zone ( Ft. Lorenzo Lucci )

The Japanese Sundance ( Instrumental)

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Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session), 21 DICEMBRE 2013

Written by Senza categoria

Dopo la splendida riuscita del contest/festival estivo Streetambula Rock Contest, i ragazzi di Nuove Frontiere e noi di Rockambula Webzine siamo orgogliosi di presentarvi la versione invernale dedicata a Grace, mitico album di Jeff Buckley. Si inizierà sabato 21 dicembre alle ore 19:00 circa presso Caffé Palazzo a Pratola Peligna (Aq) e la competizione, che come ripetiamo sempre è una gara nella quale tutti devono sentirsi vincitori, vedrà la partecipazione di 4 band selezionate da tutta Italia, oltre alla presenza degli A’ L’aube Fluorescente che ci hanno preparato una sorpresa proprio in apertura. Dall’Abruzzo il duo Two Fates ci delizierà con una performance Electroacoustic sensazionale mentre gioca in casa il Dr. Quentin, chitarra, voce, cuore e anima. Arrivano invece da Rieti i Droning Maud, che porteranno una ventata di sano Rock mentre dalla Liguria, da Chiavari, arrivano i Caligo.

I 4 si alterneranno nelle loro performance semi-acustiche, proponendo sia pezzi originali e sia alcuni riarrangiamenti di brani di Jeff Buckley tratti dall’album Grace. Perchè è proprio questo disco il pretesto per questa fantastica Winter Session. Gli Studi milanesi della Qb Music infatti, in collaborazione con la nostra webzine Rockambula, hanno pensato di realizzare per il prossimo anno un tributo in occasione del ventennale dello stesso Grace. Al tributo parteciperanno diverse band da tutta Italia, le quali potranno registrare il brano proprio negli studi della Qb Music. Il pezzo sarà poi inserito nell’album promosso dalla stessa Qb. Una delle band partecipanti sarà proprio la vincitrice di Happy Birthday Grace (Streetambula Winter Session). Al premio si aggiunge un rimborso spese offerto da Streetambula.

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Il vincitore sarà deciso da una giuria competente che valuterà sulla base di criteri quali l’esecuzione, la composizione dei pezzi originali, il riarrangiamento della cover e la validità della proposta artistica. Inoltre, uno dei membri della giuria sarà lo stesso pubblico, attraverso modalità che vi sveleremo solo durante la serata. Non vogliamo aggiungere altro. Solo, non mancate perché sarà una serata magica.

Per arrivare a Pratola, sulla A25, uscita Pratola Peligna/Sulmona

Ecco programma, locandina, copertina e trailer.
Questo il sito ufficiale per scoprire tutto su Streetambula, che non è solo contest ma anche organizzazione eventi
Questa la pagina Facebook
Evento Facebook
Sito QB Music
Caffé Palazzo

Trailer

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Rockambula manda in studio gli Alaf.

Written by Articoli

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Vi farei la promessa di non ripetervi più cosa sia Streetambula ma non posso. Posso però farla più breve possibile. Semplicemente si tratta del braccio di Rockambula, quello che muove le sue pedine sul territorio, organizza eventi, contest, aiuta le band emergenti a sfruttare tutte le occasioni che potrebbero presentarsi, le sostiene cercando di tenerle nel cuore della scena e mettendo tutti in relazioni, i soggetti interessati a una nuova rinascita culturale musicale del paese, dalle terre nelle quali Rockambula ha sede. Un modo per mettere insieme tante realtà che operano tutte per lo stesso scopo. Come dice Davide Rosati, che tra pochissimo conoscerete bene, “Streetambula è l’evoluzione naturale di un percorso fatto in più di dieci anni dall’underground della nostra zona”.

Lo scorso 31 agosto si è tenuto il primo grande contest/festival a marchio Streetambula e a vincere (anche se, come rileva lo stesso Rosati, “Al di là della competizione in quella serata ha vinto la Musica”) sono stati i De Rapage, i quali hanno scelto come primo premio un servizio fotografico offerto da Giuseppe Zaccardi. In realtà, anche se tutti i premi in palio (otto per otto band) sono stati scelti per essere d’aiuto alle formazioni in gara, come dice Francesco Bernabei degli Alaf: “A caval donato non si guarda in bocca…tutti i premi erano validi, anzi validissimi. Una registrazione di un brano poi, è il massimo!”), il premio principale era quello offerto da Streetambula e dagli Studi Acme Recordings di Raiano (AQ). Molto semplicemente, lo stesso consiste nella registrazione di un singolo presso gli stessi studi e comprende alloggio e un’attenta e costante partecipazione di Davide Rosati (la mente degli studi) alla realizzazione del prodotto, dal primo momento in cui la band avrebbe messo piede nelle stanze dell’Acme, fino a quando sarebbe andata via, col singolo in mano. E forse anche oltre.

Ad aggiudicarsi quello che era il premio più ambito per ogni band desiderosa di crescere e ricca di ambizione sono stati i ragazzi de À L’Aube Fluorescente e noi tutti ne siamo felicissimi perché dopo aver regalato una performance da brividi sul palco di Streetambula, hanno visto sfuggire il primo premio solo per un cavillo del regolamento che li ha visti secondi nonostante il pari merito sostanziale nel punteggio. Felice doppiamente anche Davide Rosati: “Vedi, sono tanti anni che metto a disposizione un po’ del mio tempo in studio a favore di concorsi più o meno grandi, l’idea di “catturare” nuove band attraverso questo metodo mi ha sempre stimolato e portato buoni risultati stavolta però, a vincere è stata una band con la quale avevo già lavorato e questa nuova esperienza insieme ha fatto si che si consolidassero i legami e si aprissero nuovi orizzonti”.

A distanza di qualche mese è giunta l’ora per Paride, Jacopo, Francesco e Alberto di entrare in studio e noi di Rockambula non potevano non andare a vedere quello che hanno combinato. Ad accoglierci c’è una struttura non solo attrezzatissima ma che trasuda musica e speranza da ogni poro, da ogni demo appoggiato alla scrivania, da ogni angolo del mixer. A farci entrare non è solo “uno che con la musica lavora” ma una persona che la Musica la ama e sa come aiutare i musicisti; questo rende gli studi Acme diversi dagli altri. “Collaboro con diverse Etichette indipendenti alle quali propongo tutti i progetti interessanti che mi passano in Studio, spesso sono loro ad affidarmi la produzione artistica delle loro Band, forse questo è quello che mi contraddistingue dagli studi dove si fa semplicemente “Play/Rec” (ndr v’invito a visitare il sito per avere maggiori dettagli www.acmerecording.it)”.

Tutto questo non è mancato neanche nella registrazione del singolo con À L’Aube Fluorescente: “Quando mi piace un progetto (e gli À L’Aube Fluorescente sono molto interessanti) cerco di fondermi con gli elementi della band; i ragazzi sono arrivati con le idee chiare in studio ma a me non piace limitarmi ad avere l’ultima parola sulla scelta dei suoni e degli strumenti ma anche e sopratutto sugli arrangiamenti finali; con loro è stato così al nostro primo incontro, una demo registrata qualche mese fa’ e stavolta non è stato diverso. Devo dire che io e Jacopo Santilli in questa sessione ci siamo davvero sbizzarriti con le voci”. E del resto non solo il sound della band è tra i più interessanti del panorama alternativo emergente locale ma spettacolare è anche la vocalità del frontman, Jacopo Santilli, difficile da accostare a grandi nomi del passato proprio perché gonfia di una personalità straripante. Un sound che si rifà alla scena underground statunitense anni 90 ma che non si pone limiti, come ci hanno dimostrato anche nell’ultima esibizione live (organizzata proprio da Streetambula) che li ha visti protagonisti di un concerto in acustico pieno di Spoken Word che ha rivelato l’anima artistica della loro musica. Ovviamente anche la band si è dimostrata soddisfatta: “Davide è un vero professionista, eravamo già stati nel suo studio a maggio 2013 per registrare il nostro primo demo “Soar”. Siamo stati felici di esser “dovuti” tornare da lui, in quanto è nata da subito un’affinità. Il brano registrato è “Gloom”, una vera bomba! Lo ascolterete a breve. Davide, con la sua esperienza, riesce a far emergere la parte migliore di ogni band, sa dar vita a una forma che comunque è già ben definita, dire che è stato all’altezza è riduttivo”. E a proposito del brano, noi lo abbiamo ascoltato nella sua versione (quasi) definitiva e confermiamo che è proprio una bomba. E su questo ci giochiamo tutta la nostra credibilità. Quando ascolterete, magari scriveteci il contrario, se ne avete il coraggio.

Dove andrà Streetambula, dove andrà l’Acme e dove gli Alaf lo dirà solo il tempo. “Se i ragazzi di Streetambula saranno soddisfatti del mio lavoro, sarò felicissimo di accettare nuove e più ampie collaborazioni future. Con gli À L’Aube Fluorescente ci sarà sicuramente un futuro insieme, per ora non vorrei sbilanciarmi troppo ma, se avete capito come lavoro vi sarà chiaro che per questa band è solo l’inizio di un cammino che stiamo pianificando insieme, sono sicuro che il 2014 porterà tante novità”.

Non vi resta che lasciarvi con le parole dei protagonisti, che ci riempiono di orgoglio: ”Abbiamo creduto fin da subito nel progetto Streetambula, e continueremo a farlo.” Firmato À L’Aube Fluorescente.

Versione live @Streetambula del brano scelto per il singolo

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Concorsi e contest per band emergenti: vera promozione o pura speculazione?

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Qualche tempo, fa con la mia band mi è capitato di partecipare a un concorso per gruppi emergenti. Non farò il nome né della band né del contest, perché il mio scopo è solo riflettere un momento sulla tendenza, vigente da parecchio e ogni anno sempre rinverdita da qualche filantropo più o meno sincero, di organizzare rassegne con la formula dell’agone musicale. L’obiettivo è ogni volta il medesimo: dare occasione alle giovani formazioni di esibirsi su un palco più o meno prestigioso, ottenere premi più o meno rinomati e costosi, uscire dal proprio contesto urbano e poter suonare in location a cui difficilmente si sarebbe potuto accedere. Ma è tutte le volte vero?
Nel caso specifico dell’ultimo concorso a cui ho partecipato l’associazione organizzatrice richiedeva 30€ a gruppo come quota di partecipazione. E fino a qui ok. Ce ne sono di molto più cari e in quattro la cifra procapite diventa irrisoria. Il contest è organizzato nel capoluogo di regione (che da noi dista 55 km) oramai da diversi anni; le varie fasi eliminatorie prevedono di itinerare per un po’ di locali finendo con la fase finale in un super posto parecchio rinomato.

La prospettiva di passare qualche fase di selezione e inanellare un po’ di date in locali in cui diversamente non avremmo potuto suonare (perché sei di fuori, non porti gente), non ci dispiace affatto. La registrazione del singolo con videoclip, prevista come premio del vincitore, non ci interessa assolutamente invece, ma è sicuramente un bell’incentivo. La faccenda comincia a stridere con l’assoluto obbligo di consegnare i soldi a mano pena l’esclusione, in un giorno prefissato per la riunione tra organizzatori e partecipanti, antecedente all’inizio delle fasi eliminatorie (quindi un ennesimo viaggio da mettere in conto). Riunione, oltretutto, per parlare del nulla e fondamentalmente per non tracciare il denaro, visto che non abbiamo avuto nemmeno una ricevuta che attestasse l’avvenuto pagamento (e visto che alla nostra richiesta di poter fare un bonifico bancario ci è stato risposto picche).

La rassegna si svolge di martedì. E ok, siamo in una grande città: si uscirà anche infrasettimanalmente. Noi della band lavoriamo tutti ma è un impegno, l’abbiamo preso, si va. Convocazione alle 17. Di martedì. Ma stiamo scherzando? Ci dividiamo. Due di noi che non lavorano vanno su all’ora delle convocazione per presenziare, quelle che lavorano arrivano appena possono. Se non fosse che l’orario tanto infelice era scomodo anche ai tecnici del suono che alle 19 ancora dovevano allestire il palco per il soundcheck. La mia band ha mosso, di questi tempi!, due auto per fare più di cento chilometri andata e ritorno, quando avrebbe potuto semplicemente fregarsene delle convocazioni, degli orari, dei dettami e muoverne solo una e risparmiare. Lasciamo stare che non ci sia stata offerta né la cena né una simbolica birra (e noi band sappiamo accontentarci anche del cibo come formula di rimborso spese). Chicca delle chicche: in un concorso che prevede la famosa “giuria popolare”, tutte le altre formazioni in gara con noi erano del capoluogo, quindi ben fornite del loro codazzo di amici (comunque una trentina di persone, non immaginatevi chissà che folla) nonostante il giorno feriale. Non c’è neanche bisogno di dire il risultato della selezione.

Di esperienze infelici come queste è sicuramente pieno il panorama emergente nostrano. Sono formule in cui appassionati di musica, musicisti, giovani disoccupati che cercano di arrotondare, si lanciano a pesce divertendosi a fare i promoter e, complice una certa improvvisata (in)esperienza, fanno solo danni e pagliacciate. Fortunatamente ci sono le dovute eccezioni e sta alle band vagliare molto bene la professionalità di chi organizza. Anzitutto bisognerebbe chiedere una trasparenza nei pagamenti. Sono pochi soldi, ma messi insieme tra tutti i partecipanti, fanno cifre abbastanza considerevoli e meritano un ritorno in professionalità e competenza. In secondo luogo bisogna sincerarsi dell’onestà organizzativa (puntualità e rispetto degli orari, fasi eliminatorie organizzate in modo da non privilegiare le formazioni del luogo, assenza della fantomatica “giuria popolare” che tanto ricalca l’odioso ragionamento del proprietario di locale che ti chiede, al momento dell’ingaggio “Ma tu, quante persone mi porti?” e che di sicuro tradisce un interesse tutt’altro che filantropico e musicale da parte di chi mette in moto la macchina del contest). Abbiamo voluto raccogliere, in questo articolo, tutta una serie di testimonianze di chi ruota attorno ai concorsi, tanto dalla parte di chi partecipa, quanto da quella di chi organizza. Traete voi le conclusioni. E in bocca al lupo!

Alla luce di questa esperienza diretta di uno di noi e visto che anche Rockambula, con Streetambula, si sta proponendo come organizzatrice di eventi simili, abbiamo voluto parlare anche con band esterne, che tra l’altro già hanno partecipato ad un nostro live contest, per capire se ci si sta muovendo in una giusta direzione.

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Dopo una breve chiacchierata con i De Rapage e gli À L’Aube Fluorescente (rispettivamente primo e secondo classificato a Streetambula) abbiamo scoperto che sì, a volte partecipare a un Contest musicale può dare visibilità a una band, e rappresenta anche un’occasione concreta per rendere “reale” la propria musica. Ma a volte anche no.

In merito alla partecipazione a concorsi e contest musicali:

Qual è stata l’esperienza più assurda e negativa che avete dovuto affrontare? Quale invece quella che vi ha lasciati maggiormente soddisfatti?
De Rapage: Una parte importante delle piccole realtà musicali, dovrebbe essere il mutuo supporto e la reciproca condivisione: un aspetto molto negativo di questi contest è proprio che questo genere di collaborazione viene a mancare in quanto gara, ed al momento dei verdetti, al posto di prepararsi a festeggiare tutti insieme in un terzo tempo a suon di birra, si accendono le polemiche. Questa è di sicuro la faccia della medaglia che non ci piace. Di aspetti positivi, oltre a quelli di suonare dal vivo, di farsi conoscere da un pubblico che non è il tuo e di conoscere nuove persone con la tua stessa passione, ce ne sono davvero pochi altri.

À l’Aube Fluorescente: Siamo una band con circa un anno di attività e non abbiamo partecipato a molti contest. Alcuni erano esclusivamente on line e personalmente li trovo abbastanza fini a se stessi, anche se a volte i premi in palio sono molto interessanti. Tuttavia la meritocrazia fatica a trovare spazio con questo sistema di giudizio. Streetambula ci ha sicuramente lasciato un bellissimo ricordo ed un premio utilissimo! Tutti i vari sistemi di selezione hanno funzionato molto bene. Lo consigliamo vivamente.

Quali sono gli errori che secondo voi si dovrebbero evitare a livello organizzativo?
De Rapage: Qui si parla di eventi in cui vengono mischiate in un grande calderone band dagli stili e dai generi a volte anche antitetici; un buon service in grado di gestire differenti approcci musicali è il primo elemento da prendere in considerazione; avere una giuria competente e di livello, evitando nomi che lavorano con la musica ma che di musica non capiscono un cazzo è il secondo. Ultimo ma non meno importante è essere sempre disponibili con gli artisti.

À l’Aube Fluorescente: si deve evitare in primis di sottovalutare l’aspetto tecnico riguardante la strumentazione per permettere alle band di esibirsi. Si deve garantire un palco di qualità per dare piena riuscita al contest. Le altre accortezze da porre all’attenzione delle organizzazioni sono innumerevoli. La realtà dei fatti è che alla fine la differenza la fa la voglia e la passione di chi organizza. Grazie a tutti quelli che lo fanno per vera vocazione.

In che modo i contest a cui avete partecipato vi hanno aiutato nella vostra carriera artistica?
De Rapage: Ci hanno aiutato a capire che possiamo divertirci indipendentemente dal risultato finale. Partecipare ad un contest pensando di vincere perché sei il migliore del tuo paesino disperso fra i monti o del tuo quartiere è proprio da sfigati. Divertirsi è l’unica cosa a cui una band da sottobosco dovrebbe ambire; un po’ di sana competizione la si va a cercare sui campi di calcetto!

À l’Aube Fluorescente: Alcuni ci hanno fornito visibilità e promozione; altri occasioni concrete per rendere reale la nostra musica. Sono due aspetti importanti, uno più aleatorio, un altro pragmatico. Il consiglio che mi sento di dare a tutte le band che cominciano o che, come noi, proseguono un percorso è quello di scegliere con attenzione le proprie battaglie. Non si può agire sempre su tutti i fronti ed al contempo fare musica: ottimizzare le proprie dinamiche per ottimizzare i risultati. È  poco poetico lo so, ma funziona.

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A quanto pare, le nostre idee sembrano combaciare perfettamente con quelle di chi, al nostro contest ha partecipato e ha aderito anche ad altri. Noi di Rockambula e conseguentemente di Streetambula cerchiamo di metterci sempre dalla parte di chi suona ed è per questo che non chiediamo e non chiederemo mai soldi per iscrivere una band a un contest. Tutta la nostra webzine e tutto il lavoro che c’è dietro è veramente frutto della nostra passione per la musica e questo si riflette anche sull’organizzazione degli eventi. Con il progetto Streetambula organizziamo serate alle band senza chiedere alcuna percentuale, con il solo scopo di fare promozione alle nostre serate (2/3 all’anno). Stanziamo cifre cospicue per service e premi, e conti alla mano, ci guadagnano ben più le band di noi che organizziamo. Con questo non vogliamo certo dirvi che Streetambula è un contest migliore di ogni altro in Italia ma certamente possiamo garantirvi che è fatto con onesta e forse anche troppa passione (quando magari non guasterebbe del sano egoismo). Con la prima edizione di Streetambula, su otto band finaliste abbiamo garantito otto premi, di cui il primo premio del valore di 1000 euro. Abbiamo garantito una promozione alle band notevole, anche grazie al sito di Rockambula, oltre che quello di Streetambula. Abbiamo creato un progetto col quale stiamo organizzando serate alle band iscritte, sempre gratis (guadagniamo qualcosa con lo stand di gadget e le birre). In pratica, chi partecipa non partecipa solo per il premio ma per avere un rapporto diretto ed essere supportato in ogni situazione possibile. Abbiamo migliaia di contatti di ogni tipo, quindi se una band ha bisogno di supporto, noi diamo una mano. Il contest è una minima cosa. Spesso le band credono che la formula del contest sia un modo facile per fare serate a costo zero. Non è proprio cosi. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo speso in premi lo stesso che se avessimo fatto un festival, nel qual caso avremmo risparmiato tempo e fatica. Inoltre i premi sono scelti tutti per aprire nuove porte alle band che spesso non sanno neanche come muoversi in un certo ambiente. Grazie a Streetambula i De Rapage hanno delle splendide foto, Doriana Legge andrà in radio, gli Old School hanno attrezzatura, i Suricates promozione e À l’Aube Fluorescente ha registrato un singolo e molti avranno lezioni di batteria gratuite. Inoltre tutte le band del contest e le altre che hanno chiesto di essere inserite nel progetto, hanno avuto o avranno recensioni sincere, news, spazio sul sito di Streetambula e di Rockambula. E le nostre giurie sono sempre qualificatissime, variegate e il giudizio del pubblico nel contest estivo non era previsto, mentre per il contest invernale (21/12/2013 Caffè Palazzo Pratola Peligna) avrà un ruolo comunque marginale.  Insomma, noi siamo dalla loro parte. Vi lascio alle parole del nostro direttore e vicedirettore di Streetambula, Riccardo Merolli.

Da organizzatore di Contest posso dire con estrema sincerità che quelli a pagamento non hanno motivo di esistere, nel rispetto della musica come arte. Ho fatto parte di molte organizzazioni nel corso degli anni e vi assicuro che far pagare una band per esibirsi è come rubare la cioccolata a un bambino, una tristezza infinità che aumenta la nostra pochezza culturale. Tutti i contest nel giro di qualche tempo dovrebbero trasformarsi in festival, esclusi naturalmente quelli che ti portano a suonare in un grande festival. Capisco le difficoltà economiche ma questo è un problema che toccherebbe risolvere a chi scalda poltrone, noi ci mettiamo la faccia almeno fino a quando non sarà completamente ricoperta di sputi.”

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Giuseppe Zaccardi e i De Rapage alle prese con il primo premio di Streetambula.

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Se ancora qualcuno non lo avesse capito, Streetambula altro non è che una costola di Rockambula nata come Contest/Festival lo scorso anno ma che si sta rinnovando in un Progetto teso a progettare gratuitamente eventi in tutto il centro Italia, per le band che ne richiedano l’iscrizione sempre senza pagare alcuna somma. Streetambula inoltre è Contest programmati in diversi momenti dell’anno (il prossimo poco prima di Natale in collaborazione con gli studi della QB Music) ma il suo cuore, quello per cui tutto lo staff, non solo di Rockambula, si adopera durante i dodici mesi, è il grande evento di Agosto.

La scorsa (prima) edizione è stata un successo di pubblico ma anche di partecipazione, grazie al coinvolgimento di tantissime realtà locali e non, dagli studi Acme, fino alle etichette V4V Records e Protosound, da una music selector targata Rockit, fino a redattori di Stordisco, Ondarock, Musicalnews. Quelle citate però sono state solo una minima parte di quello che è stato Streetambula che prima di tutto era ed è una gara tra band emergenti, una competizione dalla quale nessuno esce sconfitto ma pur sempre una sfida, con se stessi più che con gli altri. Dopo un pari merito con A’ L’Aube Fluorescente, a spuntarla saranno i De Rapage, i quali sceglieranno come premio un servizio fotografico offerto da Giuseppe Zaccardi, fin da subito entusiasta della nostra idea di Contest/Festival e che poi ha ribadito il suo apprezzamento: “L’esperienza Streetambula l’ho trovata molto positiva, apprezzo molto il fatto che si tratti di una manifestazione dedicata a chi fa musica propria a differenza di chi sceglie la facile strada della cover/tribute band che tanto va di moda adesso! Proprio in quest’ottica ho deciso di mettere in palio il set fotografico”.

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Qualche settimana fa, la band di Rock Scostumato teatina ha avuto la possibilità di godere del premio vinto sul campo e noi di Rockambula siamo andati a vedere cosa avrebbero combinato. Tra balzi impossibili in cave ascoste in mezzo ai boschi del Parco, spazi angusti tra salsicce e padelle unte e liquori improponibili in salotti lynchiani, Giuseppe Zaccardi è riuscito a tirare fuori l’anima da una delle più belle realtà del panorama Rock nazionale di quello che non si prende troppo sul serio ed ecco a voi il risultato: ” Farlo con i De Rapage (il set, che credete ndr) poi è stato particolarissimo, loro non fanno i matti, sono matti proprio! Scherzi a parte, belle persone, abbiamo passato una bella giornata insieme e il risultato è stato molto positivo, provare per credere! Un ringraziamento allo staff di Streetambula, a Silvio in particolare, ai De Rapage e a tutti i gruppi che hanno partecipato alla manifestazione”.

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Non è solo Giuseppe ad aver apprezzato perché anche la stessa Band ha scoperto di avere un cuore, anche se sporco, a modo loro: ”L’esperienza del set fotografico ha reso Giuseppe Zac uno di noi, del gruppo. Alla fine della sessione aveva imparato più parolacce di Ficurilli (voce del gruppo ndr) e aveva iniziato a parlare con le macchine fotografiche: SKEEEERZO!!! Oppure era Schillaci (il chitarrista più anziano ndr) che era troppo brillo per ricordarsi alcunché e si sta inventando tutto”.

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Effettivamente eravamo in montagna e non potevano scarseggiare né gli arrosticini tipici di ogni buona scampagnata abruzzese né il vino rosso, di quello fatto in casa. E se alla fine qualche foto sembra uscita come si deve, il merito è tutto di Giuseppe che intuisce la necessità di lavorare strenuamente, senza pause, prima che l’alcol faccia il suo effetto. “Dalle foto è evidente che eravamo tutti in relax completo, abbiamo discusso di ogni singola esposizione/diaframma/vi piace?/fa paura che ci si presentava”.

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Un’esperienza bellissima anche per noi, oltre che per i De Rapage, per la prima volta alle prese con un professionale lavoro di fotografia. “Essendo la prima sessione di foto del gruppo la cosa che ci è venuta spontanea è stata l’unica che sappiamo fare: rompere il culo a tutti, anziché con le chitarre con le immagini, però. Zac è stato grande.”

E se l’unico che sembrava sapere esattamente cosa stesse facendo era il solo Giuseppe, nessuno potrà rimproverarci lo scarso impegno, nostro e dei De Rapage, diligenti ed euforici come ragazzini al primo giorno di scuola. “Per la sessione non abbiamo esitato ad affettare cipolle sulle chitarre, svegliarci presto, bere liquori strani risalenti al ‘700 e fare davvero gli stupidi, sotto lo sguardo divertito di Zac, e più tardi, di Silvio Don Pi e consorte che sono venuti a trovarci. Bello, bello, bello.

Non posso che aggiungerne anch’io, e per farmi perdonare qualche minuto di ritardo, arrivo a quattro; bello, bello, bello, bello! Sotto a chi tocca.

Qui tutte le foto.

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