Leocadia è il nuovo Ep noir dei Christine Plays Viola, band abruzzese che sta percorrendo le scene Darkwave dell’europa centrale. Dopo il grande successo di Innocent Awareness che li porta fuori dal contesto italiano, un po’ stretto per il loro genere, tornano a lavorare sul secondo album studio e ce ne danno un assaggio con questo Ep dalle tinte oscure: Leocadia. Ispirati dalla pittura del Goya che in un momento particolare della sua vita lavorò su una serie di “dipinti in nero”. “La Leocadia” raffigura una donna in abiti neri, forse da funerale, appoggiata di un fianco su un “cumulo” con lo sguardo perso nella tristezza assoluta che cerca di sfuggire allo spettatore. Ed è proprio in questa raffigurazione che si incastra questo Ep dalle tinte cupe e sonorità scomposte e sfuggenti.
Con la chitarra disturbata e le trame riverberate del synth, un basso secco e rapido, batteria martellante e voce tonda i Christine ripartono dai sound tipici degli anni ottanta, loro mentori i Bauhaus per la chitarra scomposta di Fabrizio Gianpietro, evidente in “Leocadia”, ma anche il synth tipico di quegli anni, prendiamo i Depeche Mode per intenderci.Per ricondurli all’ombra dei giorno nostri senza troppi compromessi. La profonda voce di Massimo Ciampani fa da trama componendo un’atmosfera nebbiosa, uno stacco glaciale sulla melodia come si sente in “Keep my Scorn Warm”. Mentre il basso di Desio Presutti e la batteria martellata di Daniele Palombizio in “Scattered In The Dust (Slay With Dismay)” fanno da cornice a questo quadro cupo, a questa Leocadia assorta a causa dei suoi perturbamenti.
Un lavoro curato, un concept macchiato di nero che ci trasporta sulla parte in ombra di noi stessi per lasciarci guardare da dentro le nostre paure, le nostre ansie, i nostri disagi, senza prevaricazioni esterne.