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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #29.10.2018

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Lawra – Origine

Written by Recensioni

Laura Falcinelli dopo le sue esperienze da vocalist con “importanti e noti” artisti come Negrita e Jovanotti  oltre che un esperienza a SanRemo nel 2000 decide di dare spazio alla propria vena artistica registrando il disco d’esordio (tutto suo) Origine cambiandosi il nome in Lawra per omaggiare una città del Ghana a cui evidentemente si sente molto legata, l’Africa gioca un ruolo decisivo per la realizzazione dell’intero disco. Il risultato è un calderone di generi inverosimile, un disco a cui la bella Lawra non riesce proprio a dare una linea artistica precisa, sembra un prodotto esageratamente forzato e maledettamente incoerente. Capisco le intenzioni di miscelare vari generi e capisco la formazione artistica a trecentosessanta gradi di Lawra ma vogliamo anche pensare che quel disco qualcuno dovrà poi sentirlo? Cerchiamo di essere prudenti nelle scelte artistiche, non bastano le varie collaborazioni di spessore per la riuscita di un disco, in questo troviamo Gianluca Valdarnini (Negrita e Roy Paci) e Alessandro Cristofori (Sara J.Morris) più il feat quasi totale di B.B Cico”Z (Roy Paci), fare musica dovrebbe essere una condizione interiore necessaria prima di risultare soltanto apparenza. La voce di Lawra è molto bella e decisamente professionale, non parliamo certo di una emergente inesperta, il suo tono molto caldo e sensuale recupera qualche consenso ad un disco improbabile e senza via d’uscita, il manuale perfetto di come esordire nella maniera più sbagliata possibile. Dieci pezzi che spaziano senza logica dal Reggae alla musica tribale africana passando per accenni di Rock in chiave Dub, qualcosa preso singolarmente riesce anche a salvarsi ma in quel pentolone ribollente non riesco neanche a trovare la forza di ripetere gli ascolti. Un altro caso di artista che non riesce al proprio debutto da solista a lasciare il segno come avrebbe sperato, certe volte è meglio rimanere nella propria dimensione piuttosto che avventurarsi in esperienze completamente negative, ma come diceva un vecchio detto: “Sbagliando s’impara!”.

Lawra troverà la propria dimensione e riuscirà a trasmetterci emozioni con le proprie doti canore che sono certamente sopra la media, per adesso Origine rimane un disco poco incisivo e senza personalità, non aspettiamo altro che rivedere Lawra in una veste tutta nuova e con un lavoro degno della sua fama. La prima questa volta non è andata bene, speriamo nella seconda.

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Elya – Il Mio Canto è Questo Rock

Written by Recensioni

Poesia e rabbia nel nuovo disco del cantautore Elya. Un lavoro maturo che arriva a piantarsi come una pietra miliare nel cammino artistico di uno spirito fedele alla linea del rock d’autore. Sei brani aperti dalla hit “Il Mio Canto è Questo Rock”. Pezzo di pura espressione vocale dove il cantautore riesce a trasmettere a pelle, complice anche un testo ben calibrato, la sua carica emotiva. Capacità espressiva legata a sonorità ritmiche, calde e sempre incalzanti anche nel secondo brano, “La Luna Ora lo sa”. Più riflessiva e melodica la terza traccia “Ci Sei tu”, che denota ancora una volta, la buona fattezza dell’intero disco. Ottimi arrangiamenti e tanta cura che per l’ascoltatore, diventano un vero e proprio marchio di fabbrica. Un risultato forte, ottenuto dalla produzione artistica curata da Fabio Pignatelli, storico bassista dei Goblin earrangiatore dei maggiori cantautori italiani fra i quali Antonello Venditti. Un valore aggiunto che si somma alle collaborazioni di Toti Panzanelli (chitarrista – Ferro, Concato, Pravo, Venditti), di Alessandro Canini (batterista e produttore artistico – Fabi, Gazzè, Mengoni, Venditti) e di Fabio Colella (batterista -Molinari, Bosso, Neil Zaza). Collaborazioni arricchite dai preziosi contributi di composizione ottenuti da Elya e da Giuseppe Ferroni. Duo che insieme agli arrangiamenti di Pignatelli hanno dato vita anche alla quarta traccia “L’Incantanta”.Pezzo che parte da una rivisitazione di un antico canto della zona della città dell’Aquila, per diventare un invocazione d’amore, quello vero, che va oltre l’apparenza del corpo e del viso. Unione d’anime scolpite in poco più di tre minuti e mezzo da una ritmica coinvolgente e da un canto ispirato ed emozionante. Nel disco c’è anche spazio per una composizione di Beppe Frattaroli (compositore – Turci, Tosca e collaboratore musicale di Paola Gasmann, Montesano, Pagliai). Ritmi cadenzati nella quinta traccia: “Capita Anche a te”. Un messaggio a non lasciarsi andare e non smettere di inseguire i propri desideri. Chiude il disco, ma solo per il tempo di ricominciare l’ascolto, una riuscita cover di “Quanto t’Amo”di Johnny Hallyday scritta in italiano da Bruno Lauzi. Elya ha voluto che il ricavato ottenuto dalla distribuzione del disco venisse devoluto alle Missioni Francescane del Burkina Faso in Africa.

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Ska-P – 99%

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Non impareranno e non lo faranno mai a dire si, non si tolgono i sassolini dalle scarpe ma scagliano macigni contro le ingiustizie, ed in questo loro settimo album 99% i madrileni “lingua di fuoco” Ska-P sono scatenati, non come sempre, ma in una misura devastante superiore, un invito caliente e rivoluzionario che incita alla ribellione non con le armi ma con i gesti quotidiani, e una volta detto questo lo tzunami del loro scoramento ska-punk può prendere fuoco, può iniziare la ferocia dei buoni e giusti sentimenti.

Il disco è uno statement, una rivendicazione antagonista, che cerca di smuovere alla riflessione, anche perché la musica in se stessa non può e non potrà mai cambiare il mondo o metterlo sottosopra , ma loro, questi turbolenti rude-boys, ci provano comunque, e toccano tutti i punti dolenti della nostra società tra cui, per citarne alcuni,  la tragedia Africana, la perdita della privacy nell’era digitale e del Big Brother e non secondaria certamente la lotta del movimento degli Indignados; con il titolo che allude al 99% della popolazione globale che è schiava e succube degli interessi delle multinazionali, gli Ska-P non nascondono nulla che possa infastidire il potere, i poteri, e fanno massa e cortocircuito con  una valanga di ritmi forsennati, colori timbrici al fulmicotone e quella melodia da pogo invalidante che è gioia e consapevolezza.

Quindici pallottole sparate a mille, che vanno a colpire anche l’ultima invenzione di Spotify, il servizio musicale in streaming che permette di ascoltare milioni di brani on demand, e Joxemi (il chitarrista della formazione spagnola) ammette di odiarlo a tal punto che sta pensando di vietarne all’interno la circolazione delle sue composizioni; capricci  di ribelle, capricci da barricata, ma la  missione sua e del combo è quella di combattere e di creare scompiglio sociale, e ci riescono senza tanti sacrifici; prodotto da Tony Lopez e distribuito dalla Warner, l’album è una trottola col pugno chiuso, e per dare risultati concreti all’ascolto inneggia alla battaglia “Canto A La Rebellìon”, “Se Acabò”, trasvola su ritmi calienti e latineggianti “Marinaleda”, caraibici “Africa Agònica”, morde a sangue “Ciudadano Papagayo”, da il via al salto in levare “Radio Falacia” e si addolcisce – ma di poco –  nella ballata  “Maquis”, speranzosa aria che urla verso un mondo da ripulire, dove cacciare gli usurpatori capitalisti è il compito primario dei combattenti della libertà, dopodichè parlare di pace e prosperità diverrà il verbo di una umanità riscattata.

Sono tornati per agitare le coscienze e far pogare a morte, e i fascisti? Ska Ska Ska Skapperanno a gambe levate!
http://youtu.be/LET-RY5g5mw

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