Nato a San Donà di Piave (VE), Alessandro Bevivino si autodefinisce menestrello, cantante e strimpellatore musicalmente attivo dal 1995, dopo anni e anni di gavetta e decine di progetti & centinaia di concerti ed estremamente prolifico ed eclettico. Solo nel 2011 inizia in maniera più professionale a girare l’Europa e suonare live riuscendo a condividere la sua passione e mescolarla con le altre arti. La sua opera svaria agevolmente dal Country all’Hard Rock, dal Blues allo Spaghetti Western Rock, come lo ha definito qualcuno, fino al Metal acustico. Di certo non è musica che cerca compromessi ma piuttosto libera da condividere perchè come dice l’autore stesso: “La musica è un dono da donare e non una pretesa al successo”. Le diverse influenze musicali maturate negli anni permettono ad Alessandro di delineare un sound personale e diretto. L’uso accurato di diverse voci crea varie colorazioni. Nel suo sound emergono intense parti melodiche che si inabissano in cupe tonalità, il tutto ricoperto da un volo artistico malsano che fa da filo conduttore all’interno dei suoi album. Alessandro Bevivino è la nostra nuova scelta settimanale, come sempre fuori dal comune.
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Alessandro Bevivino – I Corti di Verbo Nero Original Sound Track Scene Eliminate
Un personaggio tutto da scoprire Alessandro Bevivino. Sempre pronto a stupirci con la sua carica e la sua energia artistica e propositiva. Anche in questo I Corti di Verbo Nero Original Sound Track Scene Eliminate fa praticamente tutto da solo. Testi, musiche, produzione e artwork. Più che un artista un vero e proprio arsenale d’ispirazione per lo più capace di non prendersi mai troppo sul serio, scherzando e dissacrando con intelligenza tutto il mondo che si è creato intorno. Questo disco non disco come lui stesso lo definisce è solo l’ultima (crediamo, perché non so cosa stia ancora combinando) fatica che in realtà rappresenta un modo per divertirsi e sfuggire dalla realtà. Non è un disco Metal, Western, Southern, Punk afferma Bevivino. Forse è Stoner, forse Folk Rock, forse Blues, forse Rock sperimentale aggiungo io. A dirla tutta è tante cose eppure ha un sound estremamente vintage, classico e affascinante. Dieci pezzi che mi sfido e vi invito a scoprire uno a uno, incespicando magari nelle sue follie, nei suoi richiami, nelle sue oscure profondità d’animo. Bevivino ondeggia con la sua chitarra in una danza calda come l’inferno, sputando sabbie e fumi di rituali indigeni nordamericani (“Fuga di Zakkaria W. Da Broken Pub City”) oppure facendosi trascinare in meandri rappeggianti (“Out of Control”) o ancora sciogliendosi in vortici lisergici e bollenti (“Preludio”, “I’Ma Shit Blues”), perdendosi in contorte intromissioni Glitch ed Experimental Rock (“Western Session”, “Verbo Nero”, “Minimal Cross In ‘Auge”) o accennando ritmiche quasi Punk (“Luisa And Bomber”). La sua voce riesce ad adattarsi perfettamente al ritmo che contraddistingue i pezzi, andando a convergere in timbriche stile Piero Pelù, ma anche Eddie Vedder se non addirittura Garbo (per non andare a scomodare i nomi più altisonanti della Western music a stelle e strisce). Per Bevivino un disco che è quasi solo un gioco. Ascoltatelo e capirete che ancora una volta non sta scherzando perché c’è tanta qualità anche in questi ventidue minuti di scene tagliate, compendio necessario a un film fenomenale.