Non ho mai recensito per voglia, ma soprattutto per – chiamiamola – etica professionale, dischi o altro materiale che portassero all’ascolto cover o altre mercanzie prese in prestito, ma – è non è mera debolezza – arriva il momento, o meglio, il disco che ti fa ravvedere e rivoluzionare le tue idee. Il canagliesco motivo per sottolineare queste parole lo ha dato “Ibrido” il disco dello shower romagnolo Alessandro Ristori con i suoi Portofinos, una forza catapultata dagli anni 50/60 degli urlatori rockers, una sferzata energetico-memorabilia che ti piomba addosso come un Juke-box della Wurlitzer o della Rock-Ola per incantarti con pezzi mito di una generazione in bianco e nero che fa tutt’ora massa con l’elettricità dei ricordi e di gioventù evergreen.
L’entertainements dell’artista Ristori è quello delle balere, dei ballroom di provincia e delle incommensurabili notti pregne di amori, estati col cuore in gola e ragazze da aspettare o lasciare in qualche angolo della propria vita giovane, ma anche un disco di scatenamento, di rock’n’roll puro, “indiavolato” da ore piccolissime ed albe addormentati su qualche moscone testimone di chissà che cose; due inediti “La donna uomo” e “Sentimento” e una valanga di successi senza età registrati in live session che ti iniettano argento vivo e stringono il cuore per quel fascino da “i migliori anni della nostra vita”, quel ping pong sonoro entusiastico tra Italia del boom economico e l’America della brillantina a chili che rimane lassù tra le stelle con qualche lacrimuccia dolciastra.
Tra ricordi di Gino Santercole, Celentano, il Clan, Don Backy e tutti quei 45 giri pirati per allora, tra le tante perle della tracklist, “Il tuo bacio è come il rock”, “Rock around the clock” di Bill Haley & His Comets”, l’intramontabile “Volare”, una versione scollata di “Ciao ciao bambina” portata al successo da Tony Dallara, una Felliniana e trasognata “Dolce vita (in Via Veneto)/Tequila” o una appassionata Presleyana da lato B “Giorni d’estate” e moltissimo altro ancora a far leva su decadi di splendori originali al di la dell’Oceano e “felici imitazioni” tricolori, da Bobby Solo, Little Tony, Ricky Shayne, tutte materialità straordinarie che Ristori, nel rutilante mix di rock, shake e urletti di questo suo gran bel disco, ci regala come a rivivere una vita mai vissuta in fondo, “fino in fondo”
Cercate questo music-box, datelo in pasto allo stereo, impomatatevi i capelli e Good Rock N’Roll Forever!