Alka Record Label Tag Archive
La Band della Settimana || Nèra
I Nèra nascono da un progetto formatosi nel 2011 a Firenze, dove Samuele Casale (voce), Niccolò Coveri (basso), Gabriele Giannini (chitarra), Marco Labrosciano (chitarra) e Giulio Gaudenzi (batteria) si riuniscono e danno vita al progetto musicale Hard Rock in inglese chiamato HYRADY.
“La Plastica” il nuovo singolo dei Nèra
Disponibile dal 22 Aprile il primo singolo/video “La Plastica” dei Nèra, estratto dal nuovo disco omonimo, che ne anticipa l’uscita prevista per il 13 maggio 2016 distribuito e promosso da Alka record label.
La Band della Settimana: Virgo
I Virgo nascono nel Gennaio del 2012. Il loro album d’esordio autoprodotto è L’appuntamento, composto da varie sfumature sonore sostenute da tematiche di forte impatto evocativo nella pura tradizione del rock italiano. I singoli “L’appuntamento”, “Non ti sogno più” e “Tre” hanno supportato il primo lavoro discografico, con il quale la band si è messa in mostra ottenendo larghi consensi. Dopo un’intensa attività live la band inizia la stesura di nuove canzoni e in occasione della “Biennale Marte Live 2014” vincono il premio MEI con la produzione di un disco in uscita a Maggio 2016 per Alka Record Label, in collaborazione con Davvero Comunicazione. I Virgo sono: Danile Perrino (Voce), Michele Prontera (Chitarra), Luca Dal Lago (Chitarra), Luca Bastianello (Basso), Carlo Bucci (Batteria).
Union Drama l’album omonimo d’esordio degli Union Drama
Esce il 20 Novembre Union Drama l’album omonimo d’esordio degli Union Drama distribuito e promosso da ALKA record label, 10 brani electrorock, tra cui il singolo estratto “Play Yer Pink Sea” in rotazione radio e TV. Dalla città eterna dilata un esperimento ad alto coefficiente di contaminazione, un vero e proprio melting pot di suoni, talento e influenze. Così viene alla luce il primo album degli Union Drama, sorto dalle rovine di un impero che ha dato gli albori all’Europa contemporanea, in costante fuga dalla decadenza morale. Il registro vocale melodico, ricco di falsetti, si innesta istericamente su fraseggi e sproloqui cospirazionali. Dal basso corposo e robusto di matrice britannica all’elettronica hardcore underground, il DJ OGM909 incornicia e fissa letteralmente i punti ritmici, con un uso saggio e a volte criminoso della drum machine, e con arrangiamenti dance scaraventando via quel sound vintage. La freschezza e la grazia vengono ritrovate, infine, grazie alle eleganti melodie, dipinte dai Synth e dalle chitarre ritmiche minimal che si incastrano con il resto dell’impalcatura di questa “opera prima”, voluta fortemente dal quintetto che volge lo sguardo al nord Europa senza troppa riverenza nè subordinazione”
“Amare” è il nuovo singolo dei Casal Del Lupo
“Amare” è il nuovo singolo dei Casal Del Lupo distribuito e promosso da ALKA record label, fresca rivisitazione elettro/pop del brano di Mino Vergnaghi vincitore del Festival di Sanremo del 1979, autore e collaboratore di Zucchero, ma soprattutto ricordato come autore del celebre brano Di Sole E D’Azzurro interpretato da Giorgia. I Casal del Lupo sono il nuovo progetto di Massimiliano Lambertini e Stefano Sardi fondatori della decennale band pop rock Koiné. I due musicisti ferraresi decidono di vestire il loro materiale sonoro fatto di canzoni con liriche in italiano avvalendosi della preziosa collaborazione di Michele Guberti per “vestirle” con sonorità elettropop. Casal del Lupo è un contenitore di idee, storie, emozioni, suoni e immagini da condividere col mondo, un paracadute, un antidoto per la paura, parole in continuo movimento come per un viaggio il cui unico scopo è quello di assaporarne il tragitto.
Luca Laurini – Il Look degli Animali Domestici Vaganti
Nel comunicato stampa il nuovo lavoro di Luca Laurini titolato Il Look degli Animali Domestici Vaganti è riassunto e/o descritto nel seguente modo: “Ciò che rende l’uomo che vaga per la città simile agli animali che scorrazzano nella fattoria è il look, essenzialmente. Per tutto il resto l’uomo deve fare ancora molta strada”. Quindi deduco di assomigliare all’asino, nero e sciocco. Si capisce subito la simpatia innata dell’artista di Fidenza, soprattutto con le sonorità solari del brano di apertura “Poeta”. Di poetico trovo ben poco, trovo molto da sorridere e questo di certo non è sempre un bene, una sorta di creazione di frasi fatte volontarie e involontarie. Al momento niente di buono viene fuori e sento crescere il nervosismo quando ripenso alla parola “Poeta”. Ma sapete cosa significa Poeta?
Ecco che arriva come un bianco cavallo sulla spiaggia (e non posso non pensare al video famosissimo di Jo Donatello) il singolone del supporto “Menomale”, brano in rotazione radio, il punto di forza dell’intero album. Ci troviamo davanti il classico testo di protesta sociale, il solito Mario che non riesce ad arrivare a fine mese, precario e inevitabilmente sfigato come pochi. Il tutto accompagnato da riff rigidamente Folk e una voce chiara ma impassibile. Sarà ma inizio ad avere lo stufo di questa necessità di rimettere continuamente in evidenza il fatto che siamo tutti poveri, disoccupati e sfigati. Lo siamo, non c’è bisogno di ripeterlo fino alla morte. Finalmente un reggaettino scaccia pensieri con “Il Più Simpatico”, pezzo che si lascia scivolare addosso senza richiedere troppa attenzione, finalmente evitando i testi il ritmo reagisce bene. Fischiettando entra in scena la Emo demenziale “Come mi Volevi Tu”, non riesco a capire se devo prendere la canzone in maniera ironica o meno. Salto alcune cose e arriva “Mariarosa” che sembra un brano delle peggiori produzioni di Nek. “Fra Diavolo” ricopre al momento la carica di elemento migliore de Il Look degli Animali Domestici Vaganti, cantautorato simil De Andrè con punte di vera passione. A questo punto rendo grazia per aver trovato frammenti di validità e intravedo la salvezza della musica di Luca Laurini. Poi fino alla fine del disco non succede niente di importante, tutto ritorna come il resto, nulla di nuovo su basi Elettro karaokiane, quello che non vorresti mai dalla musica di qualità. Non sono ancora riuscito a capire se Luca Laurini con Il Look degli Animali Domestici Vaganti volesse giocare oppure fare sul serio perché da quello che ascolto mi rendo conto di avere tra le mani un disco brutto. Non è ironico, non è passionale. Allora che roba è?
Koinè – Come Pietre
Diciamo subito un disco che avrebbe potuto dare molto di più, tuttavia il merito di provare a dare qualche scossa all’ascolto alzando di tanto in tanto il loud dei toni. Come Pietre, il nuovo album dei ferraresi Koinè, si percepisce e riesce nell’intento di farci dimenticare per un po’, le abbondanti suggestioni negative che ultimamente girano nei territori dell’underground di casa nostra. Il loro è un Pop-Rock classico, scorrevole e nella norma caratteriale, bei refrain, ottimi arrangiamenti, qualche hook da palinsesto radio e quei flirt ispiranti alle tranquillità figurate di un Nek e le accorate epiche dei Modà, un canovaccio di melodie dolciastre che si imprimono nelle inconsapevoli (ri)fischiettate che fanno compagnia lungo una qualsiasi giornata.
Nove brani rassicuranti dai contorni rockeggianti, una forte linea di credito con le atmosfere festivaliere che però non scadono nella banalità innaffiata, bensì si innalzano nel focus di una centralità emozionale che piace e piace ancora, una spinta ed una opportunità per l’ascolto a cimentarsi con “il bel canto indipendente”, virtù che la band mette in mostra senza camuffare di un millimetro la grazia in esso custodita; pacati, riflessivi, a volte incazzati, i brani si presentano uno dietro l’altro con la passione del raccontato, dello sfogato con cuore gonfio e aperto, amori e pensieri si accavallano tra riff di chitarra spasmodici “Come Pietre”, si nascondono in nenie ondulate “Freddo Fuori” fino ad esplodere nel running di pedaliere accolto nella stesura di “La Ballata Dei Panni Sporchi”, inno elettrico di verve ed ironia contro chi “sta sopra e detta leggi fasulle”.
Pop dalle mille sfumature, un piccolo spostamento d’aria che senza andare a cercare chissà quali innovazioni stilistiche, rimane dritto nel suo bel affabulare, un Pop che senza snaturare la sua attitudine con esaltazioni roboanti, si ascolta e tiene per mano l’anima specie nei sussulti pieni di echi della ballata “Segui la Notte” o nei carati senza prezzo della rivisitazione di “E se Telefonando”, il diamante del sessantasei portato al successo da Mina e scritto da Maurizio Costanzo.
È solo un buon disco e i Koinè sono solamente grandi tanto da prenderli ancora e veramente sul serio
Alka for Children
Musica come abbraccio, musica come nervo teso, musica come amica dei bambini, ovviamente a tutti i bambini del mondo nell’insieme ideale, ma nel concreto dei bambini di Mirabello (FE) , uno dei comuni terremotati in Emilia, e l’intento è quello di raccogliere fondi per la ricostruzione della Scuola Elementare, oltre che l’acquisto di materiale e attrezzature mediche da destinare ai reparti pediatrici dell’Ospedale di Ferrara. L’idea di Massimiliano Lambertini (Amministratore di Alka Records Label) era quella di un disco i cui proventi andassero a questo nobilissimo scopo, e presto fatto, il disco si è materializzato subito come a sostenere ancora che la magia e la forza della musica abbatte barriere e tempi morti.
I fondi raccolti saranno coordinati dall’Associazione “Vola Nel Cuore”, che provvederà a promuovere, pubblicizzare e sostenere il progetto musicale; il disco in sé è una bellissima raccolta di brani – 12 in tutto – o meglio, grandi hit dei migliori artisti nazionali e non, reinterpretati dalle band prodotte da Alka, band che “festeggeranno” con i loro sound questo encomiabile modo di essere sempre più vicino alla gente che soffre e che non sta bene (nella tracklist anche la partecipazione straordinaria di Enrico Ruggeri), ed il risultato è straordinario, il sintetismo tra sociale e note, la vera ed unica forza che ancora rimane incontaminata.
Ci sono momenti della nostra esistenza che pensare a qualcun altro sembra come nuotare controcorrente, dissipare anche il minimo sforzo che in fondo si considera come sforzo sciupato, senza regole, nudo da ogni velleità umana; nulla di più falso, è come un anticipo di vita, donare tanto e fornire amore sotto ogni forma o cubatura di spazio, e la musica conosce da sempre questo scopo, è nata per questo, per diffondere, accumunare, e amare chiunque ti graviti attorno al tuo giro corporeo.
Il progetto di Alka Record Label non è solo una presa di posizione, ma una tremenda accelerazione d’amore.
The Bankrobber – Rob The Wave
E’ bello ogni tanto fermarsi con le proprie idee, mandare in vacanza la propria anima in pena e dedicarsi a corpo morto a piccole divagazioni rigeneranti, anche i lombardi The Bankrobber la pensano così e credetemi non sono mai stati in forma come adesso ascoltando questo “omaggio”, questo “sacrarium”, una traiettoria trasversale in quattro tracce che si chiama “Rob The Wave”, ma non sono quattro tracce qualunque, sono pezzi rivisitati di mostri sacri del rock che la band penetra nel profondo di una colpa della passione, di quella maledetta passione rock’n’roll che ti brucia e ti fa vivere per sempre giovane, ed è una – per niente innocua – bomba sonica innescata.
Tanti ci troveranno un pizzico di malinconia, altri una noiosa piega nostalgica, taluni – che poi saremmo noi del pensiero critico – siamo di tutt’altro avviso, se questo è un slim disco di cover deiette da un recupero tombale, vuol dire che un mega % (per cento) di ascoltatori non capisce più una mazza, le cover sono ben altro, qui il febbrile gioco dei The Bankrobber è impetuosamente high, un motore a pieni giri, ampliato, vincente e talmente personalizzato che potremmo paragonarlo ad una loro “versione d’inediti”, un mantenimento a caldo di una indicibile tensione immaginifica che fa provare brividi e ricordi rinfrescati a dovere.
Il disco, in digitale e stampato oltre che su cd anche nel fascinoso vinile, prende in prestito gli occhiali spessi ed intellettuali di Costello “Alison”, i bussi adrenalinici e frastagliati dei chiodi punk yes dei Wire “Ex lion tamer”, si cala nelle ombre color torba dark degli Cure “Lullaby” per finire nell’abbraccio emozionale per Andy Partridge (XTC) nella magnificenza di “Making plans for nigel”, quattro personalizzazioni stupefacenti, come uno sciogliersi finale di contorsioni e mescole dietro un riuscitissimo sogno di rimaneggiare materie vive, con le quali non ci si è solamente sporcato le mani, ma addirittura trasfigurando il pathos che irradiano come fossero divinità rumorose da ricontattare.
I The Bankrobber sono grandi e vanno ancora più in la, oltre la misura in cui – ascoltando queste tracce certificate – si accetta di stare al loro gioco.