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Oslo Tapes – un cuore in pasto a pesci con teste di cane

Written by Recensioni

Nella musica uno degli elementi fondamentali è emozionare l’ascoltatore, non importa il tipo di emozione provata, l’importante è emozionarsi. Ognuno di noi deve farlo per sentire viva quella parte intima che altrimenti rischierebbe di soffocare.

Ed ecco che Marco Campitelli (The Marigold e Deambula Records) incontra l’estro passionale del sempre attivo Amaury Cambuzat per dare vita al progetto Oslo Tapes  (un cuore in pasto a pesci con teste di cane), atmosfere cariche di nuvole pesanti sopra un cielo rumoroso di quasi primavera. Non c’è molto da rivendicare se pensiamo ad un disco ricco di spunti melodicamente sporchi e pieni di significato, non credo tanto nella banale categorizzazione del semplice rock italiano, qui abbiamo tanto nord Europa dentro picchiato a forza dalle chitarre comandate come fossero angioletti cornificati dall’esperienza di Cambuzat. Campitelli sorride come un diavolo quando può avvalersi della complicità artistica di musicisti come Nicola Manzan e Giole Valenti (solo per citarne alcuni), il prodotto finale assume uno spessore rilevante al quale bisogna in ogni caso rendere omaggio, la differenza si sente. Impercettibili vibrazioni mandano in affanno il cervello.

Oslo Tapes al contrario di una tradizione passata adottata dalle produzioni vicine a Campitelli che voleva solo liriche in inglese inizia una sperimentazione dei testi (se pur brevi) in italiano, possiamo considerare questa scelta molto importante ai fini della divulgazione nei circuiti indipendenti italiani che non vedono di buon occhio lo sperperare della lingua britannica ai soli fini d’esportazione e musicalità. Insomma, siamo Italiani e nonostante tutto ci piacciono anche i pezzi cantati in italiano. Oslo Tapes (un cuore in pasto a pesci con teste di cane) racchiude undici brani diversi ma con un percorso molto concettuale, situazioni mistiche in ambienti prevalentementi cupi, la new wave indirettamente trova il proprio spazio all’interno del disco, ascoltare brani come Distanze e Attraversando per farsene un idea precisa. La vita non lascia certezze a cui aggrapparsi, meglio perdersi in infinite spirali senza fine (Nove Illusioni e Tremo) per dimenticare di essere sovrastati da un sistema brutto e decisamente pesante. Il finale viene affidato ad una ballata profonda (Crux Privèe) alla quale il progetto Oslo Tapes decide di affidare la firma dell’intero lavoro senza nessuna remissione di peccato.

Era tanto tempo che non mi caricavo di tanta fragilità mentale, Oslo Tapes suona come un ipnotico
gioco di prestigio in una serata di pioggia, un progetto molto importante per la sperimentazione musicale tricolore, qualcosa che riesce a smuovere le menti della gente.
Qualcosa di tendenzialmente bello e importante. Il disco uscirà il 12 Marzo, nel frattempo qui sotto vi lasciamo un assaggino.

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Oslo Tapes – intervista a pesci con testa di cane

Written by Interviste

Oslo Tapes (un cuore in pasto a pesci con teste di cane) è il progetto di Marco Campitelli dei Marigold prodotto e suonato (anche) da Amaury Cambuzat. Il 12 Marzo l’uscita ufficiale del disco. Cerchiamo di capirne qualcosa in anteprima, tra il cinema di Tarkovsky e le prestigiose collaborazioni della musica italiana presenti nel disco.

La musica di Oslo Tapes sembra essere perfetta per una colonna sonora, una musica che vuole essere vissuta, sbaglio?
Penso di sì, un pò in tutto quello che compongo si possono ritrovare delle “visioni”,  alcune personali, altre volte influenzate dal cinema (il cinema di Tarkovsky per quanto riguarda il disco degli Oslo Tapes)

Cosa spinge Marco Campitelli a creare questo progetto?
E’ da molto tempo che nel mio” studio” orbitano delle idee, pensieri e brani che non sempre trovavano collocazione adatta nei Marigold. Da qualche anno ho deciso di  dedicarmi in modo più sistematico alla cosa iniziando a “scomporre ” brani e organizzare le parole intorno ad essi.

Amaury Cambuzat suona e produce il disco, cerca di spiegare l’importanza di questo personaggio all’interno del disco?
Amaury da molti anni a questa parte ha sempre sostenuto le mie idee producendo i dischi dei Marigold…e mai come questa volta si è rivelata la persona più indicata per dirigere il lavoro nel suo complesso. La maggior parte del disco è stato registrato e composto da me e da lui in circa 4 giorni, solo con lui sarei riuscito a far tutto in modo così diretto. Amaury oltre ad essere un grande musicista è un bravissimo arrangiatore…e sa aiutarti a farti diventare un “vettore”, un mezzo per cui far passare la musica.

Musicisti eccellenti nelle collaborazioni, ne vogliamo parlare?
Volevo realizzare/arrangiare dei brani con persone che stimo stilisticamente e con il quale sto bene sul piano umano. Sono davvero molti quelli hanno contribuito alla riuscita del disco e tutti sono degni di nota. A partire dagli amici ed ottimi musicisti Valerio Anichini, Mauro Spada e Luca Di Bucchianico, Wassilij Kropotkin (La duma e King of the Opera) e Andrea Angelucci (Zenerswoon) con la loro versatilità e capacità compositiva, la precisione e la cura di Stefano Venturini e Alessia Castellano (Werner), Irene Antonelli  e Ferruccio Persichini (TV Lumieré) con i quali condivido un certo immaginario e scelte musicali, Gioele Valenti (Herself) fraterno amico e grande musicista che mi offre spesso utili consigli e intuizioni e infine Nicola Manzan (Bologna Violenta) musicista e arrangiatore di altissimo livello. Il tutto amalgamato e supervisionato dall’immancabile Amaury Cambuzat. Come sempre poi l’artwork del disco è sempre curato da Kain Malcovich, disegnatore e scrittore che ruota intorno al mondo della DeAmbula Rec.

Oslo Tapes ( un cuore in pasto a pesci con teste di cane )  titolo molto teatrale ad effetto, perché?
Il titolo dell’album è uscito fuori all’ultimo momento, doveva essere un omonimo, ma come ci insegna il buon Gioele Valenti, è l’ album a “reclamare” il suo titolo, OT ha reclamato il suo sottotitolo poco prima di andare in stampa. Si stratta degli ultimi versi cantati nel disco “un cuore in pasto a pesci con teste di cane” (in Crecefissione Privée) più che teatrale è un riferimento alle “visioni” che ho citato prima.

Un disco molto compatto ed emotivo, la gente apprezzerà? O pubblico di nicchia?
Mi suggerisci la risposta: per un pubblico emotivo, ma sicuramente appassionato di sonorità sperimentali.

Dopo l’uscita si parte per il tour promozionale del disco, novità nell’esecuzione live, tappe del tour, insomma, anticipaci qualcosa?
Il tour verrà realizzato in solo, ma non in veste “soft-cantautorale” i brani verranno suonati con un carattere molto sperimentale, mi alternerò fra chitarre, synth, loop a bassa definizione e qualche tamburo. In alcune tappe mi accompagneranno Ferruccio e Irene dei TV Lumiére, o Francesco e Andrea. Non mancheranno qualche incursione di Cambuzat e Manzan.

Il disco sarà distribuito soltanto in Italia? Sotto quali etichette/distribuzioni?
Il disco è stato prodotto da diverse label tra cui la mia DeAmbula Records, la Acid Cobra Records di Amaury Cambuzat che curerà la distribuzione francese, la Dischi Bervisti di Nicola (Manzan) e Nunzia, Atelier Sonique del caro amico Bonfo, gli instancabili ragazzi di Dreaming Gorilla Records e Overdrive Records. La distribuzione in Italia sarà curata da Audioglobe che si è interessata al progetto con entusiasmo.

Ho avuto la fortuna di ascoltare il disco in anteprima e i miei giudizi non possono che essere molto positivi, vuoi parlarci del disco menzionando qualcosa a cui tieni?
Sono felice che ti piaccia

Grazie Marco, in bocca al lupo!
Grazie a te Riccardo per la cortesia e l’attenzione che rivolgi alle nostre produzioni.

 

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