anteprima rockambula Tag Archive
Silversnake Michelle – “Dead End” [VIDEOCLIP]
Eccolo finalmente il tanto atteso video di Silversnake Michelle che a mesi di pubblicazione del suo Her Snakeness consegna alle cronache il primo video ufficiale del singolo “Dead End”.
Le Mosche – “Talent” [VIDEOCLIP]
Nel video di “Talent” ci si trova catapultati tra provini improbabili trasmessi in tv e una situazione domestica in cui Nevruz, ipotetico zio, cerca di dissuadere il nipote, prototipo dei numerosissimi e giovanissimi “youtuber”, dall’iscriversi al talent. Le Mosche osservano questo scenario musicale contemporaneo e ne offrono una chiave di lettura ironica e di disillusione generale.
Morfema – “Corallo” [VIDEOCLIP]
“Corallo” è il secondo singolo dei Morfema estratto dal nuovo disco Al Mare D’Inverno in uscita il prossimo 27 Gennaio. Al Mare D’Inverno nasce dalla necessità di sfuggire a qualcosa, passando dalla malinconia attraverso l’introspezione, per trovare piccole isole felici da esplorare con cura senza perdere mai la rotta. I Morfema nascono nel 2009 nella provincia di Bergamo dall’incontro tra Stefano Gamba (voce) e Virgilio Santonicola (chitarra). Tra i due nasce la volontà di creare un’idea di famiglia sonora che si concretizzerà con l’ingresso di Roberto Cucchi (chitarra), Matteo Zorzi (batteria) e per finire Maurizio Nembrini (basso).
Greta Gray – “Black Mamba” [VIDEOCLIP]
“Black Mamba” è il primo singolo estratto dall’album d’esordio Irony.
Una delle cantautrici più irriverenti e anticonvenzionali del panorama indipendente, un’artista che ama raccontare storie e ancor di più ama utilizzare metafore per farlo. Cosa c’è di più pericoloso di un uomo violento e meschino che, come il più letale dei serpenti, soggioga e disprezza la propria compagna? Certamente solo una donna che prende coscienza della propria forza. Questa è la storia raccontata da “Black Mamba” con le sue sonorità cupe, i suoi sintetizzatori nervosi, le campane tubolari ed il tremolo delle chitarre. Una pura atmosfera noir dove le strofe cariche di ritmo e di tensione, lasciano spazio ad incisi più distesi che, tuttavia, conservano la concitazione del brano. Sul finale la voce di Greta Gray esplode in tutta la sua potenza ed è qui che avviene il definitivo riscatto della donna nei confronti dell’uomo che la teneva prigioniera. Irony è un disco scritto da Greta Marcaletti, Paolo Merlo e Francesco Venturini. Undici brani inediti in inglese che seguono la scelta di genere intrapresa dall’artista sin dai suoi primi acclamati singoli, quella del pop elettronico, e che vogliono tracciare i confini di una nuova dimensione. Così l’album, carico di sintetizzatori, batterie elettroniche, sezioni d’archi e di fiati, passa per brani dance, come “Save Lady Gaga” e “Devil In Paradise”, sosta su altri ritmicamente più attinenti al mondo dub e dancehall, come “Black Mamba” e “Hands”, prosegue con un pezzo sfacciatamente rock come “Ride My Pony” e approda ad “Emma”, la ballata potente e minimale, quintessenza di uno stile ben lontano dalle mode e capace di durare nel tempo.
The Ties and The Lies – “Home is Where the Heart is” [VIDEOCLIP]
Il quartetto bolognese The Ties and The Lies torna in scena con un nuovo disco che anticipiamo in anteprima con il video del primo singolo estratto dal titolo “Home is Where the Heart is”. Disponibile dal prossimo 5 Novembre 2015, questo lavoro è un viaggio lungo una vita tra obblighi e verità, tra ciò che ci rende liberi e ciò che invece ci costringe a forme di privazione, sociale quanto psicologica. Un disco che non abita certo in Italia e che, invece, porta il nome di una cittadina del New Mexico: Truth of Consequences. Appunto obblighi o verità, un diario di bordo di 6 inediti che dividono il lavoro e l’ascolto in due emisferi umani e sentimentali. Tra le strade notturne della piccola cittadina (TOC) fino al cambiamento di vita, interiore, con gli altri. Un bel Pop Rock anche tinto di colori britannici piuttosto che, ovviamente, di sceneggiature americane da grandi ruote. L’intervista per Rockambula:
Avete intitolato questo nuovo disco con il nome di una cittadina del New Messico: Truth of Consequences la domanda nasce spontanea: ma ci siete stati davvero? Come l’avete scoperta?
Truth or Consequences. Ci siamo stati? No, purtroppo, ma ci siamo ripromessi di farlo, prima o poi, non foss’altro per chiudere il cerchio. L’abbiamo scoperta in una di quelle serate senza sonno in cui ti metti a cercare le robe più disparate su Internet. Parti da un Talk di TED, poi ti trovi dopo mezz’ora a guardare un documentario sui canguri su YouTube. Ecco, io ad un certo punto sono capitato sulle foto dell’unico spazioporto realmente funzionante ed esistente della Terra, che ovviamente è a Truth or Consequences. Da lì è partito tutto… Cioè, come fai a non innamorarti di un posto che ha costruito una stazione di servizio per i viaggi intergalattici?
E traducendo questo titolo: Obbligo o Verità. Iniziamo con le domande difficili. I Ties cosa scelgono?
Scegliamo verità, anche se è una risposta meno scontata del previsto. Fare le cose per costrizione e non per convinzione ha sempre dei risvolti negativi.
Ascoltandolo in anteprima abbiamo trovato forti richiami all’Inghilterra dei Babybird o Franz Ferdinand piuttosto che all’America dei Guns. Cosa ci dite in merito?
Come sempre, la verità sta nel mezzo. Per noi l’Inghilterra è sempre stata importantissima, musicalmente ma anche a livello personale (fra l’altro la domanda è comica perchè sto rispondendo da un ufficio di Londra). Ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a suonare con il Brit Pop degli anni ‘90, abbiamo amato i parka e le vespe dei mod e indossato le Adidas di Ian Brown e di Noel. Il grande amore per l’indie è arrivato solo dopo, anche grazie ad una città -Bologna- in cui l’impronta alternative è sempre stata forte e ben riconoscibile. In questo senso un po’ olistico ci piace pensare che Truth or Consequences sia il nostro disco meno inglese e più americano, non solo per i suoni, ma anche e sopratutto per i colori, gli immaginari e le ispirazioni. È più un’America a pastelli tenui che quella delle grandi metropoli: è l’America del Sud, dei Drive-In, dei colori caldi e del rodeo.
Tra rabbia e romanticismo, lanciate il disco con un singolo dal titolo emblematico: “Home is Where the Heart is”. È un modo per ricordare alle persone la nostra vera natura? Al di la degli aspetti meramente romantici, sbaglio a leggerci anche una denuncia verso la superficiale condizione artistica nel mondo della cultura e del lavoro italiano?
No, credo di no: non è un messaggio per ricordare a qualcuno chi siamo. Truth or Consequences non è un manifesto di intenzioni, al contrario. È un posizionarci nel “qui ed ora”, funziona più da àncora che da aquilone. Avevamo bisogno di un lavoro solido, forte, in cui riconoscerci. E dentro c’è quello che è importante per noi oggi. “Home is where the heart is” parla esattamente di questo: dell’importanza della famiglia, degli amici veri, di mettere il cuore e il tempo nelle cose e nelle persone davvero importanti. D’altro canto è certamente una canzone romantica ma con diversi rimandi alla condizione media in cui più o meno tutti si ritrovano in questo periodo: l’impressione è che si stia vivendo in un periodo molto confuso e con pochissimi punti di riferimento, in cui perdere la propria identità è un rischio altissimo.
Spesso parlate di “immaturità” citando i vostri vecchi lavori. Oggi invece? Questo disco cosa promette? Cosa dobbiamo aspettarci?
La verità è che forse “immaturo” non è la parola giusta, almeno non a livello musicale. A differenza degli altri lavori, Truth or Consequences è quello che ci rappresenta di più, che dà una fotografia più precisa di quello che sono i Ties oggi. È stato un disco musicalmente facile, per noi, sia da scrivere che da suonare, cosa che non è stata vera per gli altri lavori. Ognuno ascolterà e giudicherà, ma siamo orgogliosi di avere fatto un disco sincero, molto spontaneo, che contiene tanto di noi.
Come citato anche da voi, il disco in qualche modo soffre dei mille ingranaggi di produzione che ormai sono ovvi e scontati per tutti. Cose che poi avete risolto brillantemente. Quindi col senno di poi pensiate sia stato un valore aggiunto o magari un rimpianto per non aver fatto davvero le cose come volevate?
Come dicevo prima, una delle cose più belle di questo disco -guardandolo da qui, da adesso- è che non ci sono rimpianti. Certo, ci sono stati gli alti e i bassi inevitabili di quando si registra e si produce un disco in maniera indipendente ma a conti fatti non potremmo essere più contenti. Personalmente, credo che ogni difficoltà affrontata e poi superata rappresenti un grande valore e qualcosa che di per sè vale il prezzo del biglietto.
Karenina – Via Crucis [STREAMING e FREE DOWNLOAS]
La band bergamasca, al secondo disco, realizza un concept-album in download gratuito che è un viaggio nell’Italia smarrita del presente, fra i fantasmi della cronaca e un forte desiderio di rinascita. Pop Rock rigorosamente d’autore ad altissima intensità emozionale. Via Crucis è un disco sviluppato nella cornice di un fatto di cronaca eclatante, che insieme ad altri accadimenti non meno noti forma una dimensione collettiva e identitaria in cui rispecchiarsi: l’Italia è un Paese di sangue e silenzi, travolto dal brusio mediatico di continue tragedie, un rumore bianco che annulla vite, biografie e corpi e lascia un enorme sensazione di smarrimento e voglia di fuggire. Tuttavia la responsabilità di questo decadimento etico non è sempre degli altri, ma di noi singoli individui, travolti sì, ma anche conniventi e deresponsabilizzati, perché “l’Italia è bellissima, ma ci vivono le bestie”. E allora è il momento di riprendere consapevolezza di sé, non attendere che la salvezza arrivi, ma cercarla con i propri sforzi (“io prego dio ma credo più ai suoi limiti / non viviamo nel migliore dei mondi possibili”). Buon ascolto!