Se escludiamo dalle mie considerazioni il Proto Punk di band quali New York Dolls, Iggy Pop and the Stooges o quel genio visionario di Jim Carroll (dal cui romanzo autobiografico del 1978, Scott Kalvert ha ricavato il gioiellino Ritorno dal nulla – The Basketball Diaries interpretato da Leonardo Di Caprio) ma anche il punk degli albori, dei Ramones, dei Clash, degli Hüsker Dü, per intenderci, è innegabile che il genere (in parte anche la sua evoluzione Hardcore) possa essere considerato una sorta di eminenza grigia nel panorama musicale mondiale, al quale tanti hanno provato a rubare lo spirito per rivenderlo alle ragazzine in una bella confezione Emo Power Pop a qualità zero e vendite niente male (che volete farci, qualità e successo sono inversamente proporzionali con un crescendo nel tempo preoccupante). Salvo sporadiche eccezioni, penso alle virate Ska dei Nofx con l’innesto di El Hefe o alla commistione della Rock Opera con l’Hardcore Punk dei Fucked Up, per essere più attuali, o ancora ai fenomenali Paolino Paperino Band, per essere un tantino nazionalista, il genere Punk Rock, per la sua staticità musicale (ritmiche, cantato, accordi, giri di basso) e sociale (tematiche (anti) politiche, contro, slogan da centro sociale, un certo qualunquismo idealista realista troppo “reale” per essere credibile), ha sempre finito per essere considerato un genere di nicchia, per molti indegno di troppa considerazione, i cui fan si riducono a un identikit di se stessi, cosi come accade nel mondo (tuttavia molto più variegato) del Metal. I Peggio Emilia non si tirano fuori da quest’idea platonica di Punk, anzi portano all’esasperazione il genere, evitando quasi totalmente ogni possibile variazione sul tema o contaminazione. Batteria, basso, chitarra e voce fanno esattamente quello che ti aspetti, il sound tipico di un gruppo Punk italiano, in stile Punkreas (quelli meno ironici, allegri e più incazzati) o Impossibili (ultimo periodo intendo, quelli di Cani Blu non di Giancarlo mi ha Detto) ma in fondo ricordando un milione di band. Fermo restando, dunque, che musicalmente parlando quest’Anticittadino è in sostanza inutile in termini d’innovazione e crescita, devo ammettere che contiene alcuni spunti interessanti. Per prima cosa, la band, in vita da circa mezzo decennio, e con all’attivo l’album “La Peggio Gioventù” oltre a numerosi Live anche al fianco di Raw Power, Los Fastidios, Thee STP e De Crew e varie partecipazioni a compilation, e soprattutto Gio, il frontman, riesce a proporci un cantato in lingua italiana assolutamente credibile toccando soggetti che, per quanto a volte abusati, non appaiono quasi mai banali. Inoltre, nonostante il discorso possa essere limitato dal genere effettivamente non troppo complesso tecnicamente, l’esecuzione è perfetta e impeccabile, aumentando la credibilità dei Peggio Emilia malgrado le possibili difficoltà ovvie dovute al cambio di chitarrista (Dario per Teo).
Un altro punto a favore è rappresentato dallo spirito della band, che suona vivo anche nella loro capacità di valorizzazione dell’autoproduzione, fatta di diligenza e meticolosità e non di ritocchi digitali. L’ultimo motivo per cui vale la pena di ascoltare Anticittadino (o meglio, comprarlo) è il booklet, una sorta di mini galleria d’arte in cui espongono Akab, Officina Infernale, Ciro Fanelli, Simone Lucciola e Rocco Lombardi, il tutto impaginato da Enrico Coppola e Fabio Moratti. Passando ai temi affrontati, si passa dalle accuse al popolo italiano che vive perennemente nella felicità dell’ignoranza (“Se”), alle critiche alla società occidentale di “Dalla Parte Sbagliata del Mondo”. Ci parlano dell’ipocrisia della percezione di sicurezza sociale nella Noeffexxiana “Vox Populi” ma anche di quella dei tanti mini sfruttatori sessuali dei paesi in difficoltà (“Mal D’ Africa”, uno dei pezzi migliori e quello in cui più evidente è la somiglianza con i Paolino Paperino). Dei “Nuovi Schiavi” che facciamo finta di non vedere e di tanto altro. Ci sono un bel po’ di motivi dunque per dare importanza al genere. Se siete dei Punk dentro Anticittadino vi piacerà ben più del voto scritto sopra (lasciate stare il voto, potrebbe essere più alto o più basso, senza problemi). Altrimenti, ascoltatelo comunque, perché qualcosa che vi piacerà lo troverete di sicuro.