Arezzo Wave Tag Archive

Arezzo Wave festeggia i suoi primi 30 anni, dall’1 al 3 luglio a S.Giustino Valdarno (AR)

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Da venerdì 1 luglio a domenica 3 luglio lo storico festival celebra la sua 30esima edizione!
Nel campo sportivo di San Giustino Valdarno, in provincia di Arezzo, si svolgeranno tutti i concerti: un’unica area con due palchi (PALCO A e PALCO B), dove si alterneranno artisti e band che compongono il ricco cartellone musicale.

Sul palco si esibiranno artisti di fama nazionale e internazionale quali: Modena City Ramblers (1 luglio), L’Orage (2 luglio), i DeWolff (2 luglio) e la rivelazione indie rock Italian Boyfriend (2 luglio) entrambi in data unica per l’Italia, Musica Nuda – Petra Magoni & Ferruccio Spinetti – con Fausto Mesolella (3 luglio), The Bluebeaters (3 luglio) e Dubioza Kolektiv (3 luglio), il gruppo più vitale e stimolante della scena europea che ha chiuso davanti a 300.000 persone il concerto del 1° maggio a Roma.

IL FESTIVAL È COMPLETAMENTE GRATUITO!

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Dr. Quentin & Friends

Written by Interviste

Dr. Quentin & Friends è un progetto aperto che ruota attorno alla figura carismatica di Quinto Fabio Pallottini. Lo abbiamo incontrato subito dopo il live Aspettando il Primo Maggio per parlare di presente e futuro della sua musica.

Partendo dal farti i complimenti per la recente vittoria alla finale abruzzese di Arezzo Wave e il mio in bocca al lupo per la prossima apertura a Marlene Kuntz e Lo Stato Sociale, ti chiedo subito, perchè hai vinto tu?

Quentin ha vinto per l’energia della sua esibizione e la capacità di colpire la gente e la giuria.

Di recente hai deciso di rinnovare completamente la formazione, i tuoi “friends”. Cosa ti ha portato a questa scelta?

Il motivo principale è che uno dei membri non si sentiva più parte del progetto. Un amico che ha suonato con me per anni ha scelto di non continuare ma il progetto non si fermerà mai. Solo lui ha scelta di prendere una strada diversa e gli auguro tutto il bene del mondo.

Vieni dal Punk, hai intrapreso strade Folk per poi puntare dritto sul Reggae. In realtà, la tua musica sembra essere qualcosa che va oltre le definizioni. Tu come la descriveresti? Come nasce la tua musica?

Semplicemente Paghetti Reggae; musica jamaicana suonata da italiani. Nello specifico Reggae contaminato da Rock, Punk e tanto altro. Un “metallaro” potrebbe chiamarlo Nu Reggae.

Molti credono che la forza della tua musica stia tutta nel tuo carisma. C’è qualcosa di più che finisce per colpire chi ti ascolta?

Non è la prima volta che me lo sento dire. In effetti, specie durante i live, il mio carattere è la prima cosa che ti rapisce e che aiuta a creare un certo legame col pubblico. Tuttavia riesco a colpire anche attraverso i brani, fatti di piccole storie di vita capaci di spingere all’immedesimazione al trasporto nonostante l’uso della lingua inglese.

Pensi che si possa emergere in Italia anche senza scendere a compromessi con i gusti, spesso discutibili, del pubblico?

(Ride ndr) Non ho minimamente idea di come si faccia ad emergere in Italia. Il successo vero sembrano raggiungerlo solo quelle merde dei reality che sfruttando quella merda di televisione. Io faccio solo quello che voglio fare, cercando di stare in pace con me stesso. La musica mi fa sentire vivo e l’ascoltatore italiano medio è semplicemente mediocre.

Qual è la più grande soddisfazione che hai avuto dalla tua, ancora breve, vita da musicista? E la più grande delusione?

Nelle poche occasioni in cui ho suonato con i grandi, la soddisfazione vera è stata sentirsi dire dal cantante dei Giuda che i miei sono grandi pezzi. La delusione… nessuna.

Hai da poco pubblicato un Ep. Cosa hai in programma per il futuro?

Il mio percorso è iniziato in maniera concreta due anni orsono. Devo andare avanti, pubblicando un album con inediti, cercando di esprimere tutte le mie idee e la mia musica.

Pensi che ci siano ancora veri talenti in Italia? Hai qualche nome da suggerirci?

Sinceramente non sono molto interessato alla musica italiana. Mi gasa quella strafica di Levante.

Le tue liriche sono prevalentemente in inglese. Un limite per il mercato italiano ma spesso una necessità espressiva. Credi che sia questa la scelta giusta? E perchè?

In realtà credo non sia poi cosi’ importante la lingua o il significato delle parole. La melodia conta davvero. Capisco che in Italia sia un limite non riuscire a farsi capire ma chi è davvero colpito da una melodia troverà il tempo di capire anche le parole. Quello che dobbiamo trasmettere sono soprattutto emozioni e a questo basta la musica.

Cosa vorresti trasmettere nello specifico? Credi di essere riuscito, fino ad oggi, nel tuo intento?

Voglio che gli altri provino esattamente le stesse emozioni che io provo nel momento in cui compongo una canzone.

Dammi il nome di un artista Indie italiano che credi abbia più successo di quello che si merita…

Lo Stato Sociale (ride ndr)

Nel tuo ultimo lavoro in studio sembra emergere la voglia di dare più risalto all’aspetto vocale (cosa che rende il sound più “Pop”) piuttosto che alla musica, mentre nei live le ritmiche gonfiano il tutto di una forza e un dinamismo maggiore. Hai la necessità di capire ancora la tua strada o è stata una precisa scelta fatta a tavolino?

Il sound è in continua evoluzione. Più suono e più riesco a farmi un’idea di quello che posso creare. Non avete ancora ascoltato nulla e quello che deve venire sarà qualcosa di unico, vedrete. Il sound che ho in testa non è esattamente quello che avete ascoltato.

Dove credi di poter arrivare, mettendo da parte i sogni e le illusioni e provando a ragionare con freddezza?

Sky is the limit

Quale credi che sia la cosa più importante nel fare musica? La capacità di essere innovativi, la tecnica, la coerenza, l’anima, la capacità di cogliere i desideri della gente o cos’altro?

Passion. La passione

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Suntiago, ecco il video di “Africa”

Written by Senza categoria

“Africa”, terzo singolo estratto dall’album di esordio SPOP della band romana.
I Suntiago, dopo l’apertura ad Avion Travel e Levante sul palco dell’Arezzo Wave e la vittoria del premio Ius Soli 2014, si propongono con questo video pubblicato il 19 agosto e realizzato assieme al Kate Creative Studio di Roma.

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Streetambula Music Contest 2014 II Edizione: il programma completo

Written by Eventi

PROGRAMMA
STREETAMBULA MUSIC CONTEST II EDIZIONE
Con Miro Sassolini (Diaframma, S.m.s.)
30 Agosto 2014 Pratola Peligna (AQ) ore 17:00
Ingresso, iscrizione e spazi espositivi gratuiti
Per info Silvio Pizzica pizzicasilvio@virgilio.it 3400690969
Riccardo Merolli 3389365610

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Si rinnova l’appuntamento con Streetambula Music Contest che, giunto alla seconda edizione, andrà nuovamente ad animare Piazza Garibaldi a Pratola Peligna (AQ) e a chiudere idealmente l’estate Rock del paesino abruzzese in attesa delle nuove serate organizzate dal Progetto Streetambula. Quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato il più importante evento (veramente) Indie dell’intero territorio peligno anche quest’anno sarà il palcoscenico non solo per le otto band che giungeranno da tutta Italia, ma anche per espositori del settore, etichette indipendenti, webzine, tatuatori, collezionisti, giornalisti, editori e tanti altri. L’evento anche quest’anno vuole rilevare la sua natura di festival teso a fornire agli emergenti mezzi per proseguire al meglio il proprio percorso artistico piuttosto che essere teatro di una sterile gara. A tal proposito tanti saranno i premi in palio, tutti scelti per regalare alle band una nuova opportunità e tutto senza alcuna quota d’iscrizione (lo stesso vale per gli espositori). Registrazione di un singolo presso gli studi Touchclay di Popoli (PE) + videoclip realizzato da Carlo Liberatore, apertura di un live di rilievo presso il Tipografia di Pescara offerto da Voodoo Ray, mastering di un album offerto da Musicalmente di Pratola Peligna (AQ), 1 mese di promozione e ufficio stampa offerto da Roberta D’Orazio, presenza in radio presso gli studi Protosound Polyproject, copertina della rivista Edizione Straordinaria, pacchetto promozionale offerto da Rockambula, premio musicalmente alla migliore voce/performance vocale consistente in un Microfono SHURE SM58 e infine pacchetto fotografico completo per il premio speciale Wallace Multimedia (Giuseppe Zaccardi).

Di prestigio anche la giuria che sarà presieduta da Miro Sassolini, storico leader della band New Wave Diaframma e fondatore degli S.M.S.. Al suo fianco nomi importanti del settore: Silvio Pizzica (Rockambula, Ondarock), Margherita Di Fiore (Rockit), Giacomo Pasquali (Touchclay Studio, Session Player, Borghese), Paolo Tocco (Protosound Polyproject), Andrea Di Nisio (giornalista musicale presso Subcity), Michele Montagano (V4V Records, Stordisco), Emiliano Amicosante (Indelirium Records), Daniele Vergni (S.M.S., Sixty Drops), Piero Lucarelli (Arezzo Wave), Loredana di Giovanni (Two Fates, Insegnante di Canto), Salvatore Carducci (Musicalmente) e Giuseppe Zaccardi (Wallace Multimedia).

A completare il tutto un presentatore d’eccezione, Angelo Violante, probabilmente più conosciuto sotto lo pseudonimo Borghese, progetto Indie Cantautorale con il quale sta facendo parlare di sé in tutta la penisola e poi un Dj Set che metterà in console la parte Elettronica della band Trip Hop dei Sixty Drops.

La manifestazione sarà aperta, intorno alle ore 17:00, con la presentazione del libro Viaggio di un Freelance tra Parole e Musica di Piero Vittoria, interessante opera letteraria a sfondo musicale della quale sapremo di più proprio in occasione di Streetambula quando chiacchiereremo con il suo autore. Dalle ore 18:00 si partirà con il contest vero e proprio. La scaletta è ancora da definire ma certi sono i nomi dei finalisti (scelti dalla redazione nazionale di Rockambula), più che mai validi e pronti a darsi una sana battaglia: Lilia (Pescara), Dott. Quentin & Friends (Pratola Peligna), Laika Vendetta (Alba Adriatica), Minimal Joy (Bologna), Novembre (Penne), Deathwood (Raiano), Malamadre (Collecorvino) e I Fiori di Cadillac (Salerno).

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Streetambula 2014 (II Edizione), tutte le info

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Aut in Vertigo

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Hanno vinto l’ultima edizione del nostro Contest AltrocheSanRemo, gli Aut In Vertigo ci parlano delle loro esperienze artistiche, della musica Rock e della pasta scotta. In Italia non abbiamo la cultura per i live come nel resto del mondo.

Vincitori del nostro super testato Contest AltroCheSanremo. Gli Aut in Vertigo, a questo punto sono obbligate le presentazioni, ci parlate di voi?

Siamo una band piemontese, della provincia di Torino, nata nel 2004. Evoluzioni e cambi di formazione ci hanno portato dal 2012 alla line-up che oggi potete conoscere. Suoniamo per raccontare quello che viviamo, cosa sentiamo e cosa pensiamo; per divertire e per divertirci, per condividere con il pubblico il nostro modo di vedere il mondo.

Adesso vogliamo conoscere anche tutto quello che avete fatto fino a questo momento della vostra vita artistica…

Come abbiamo detto, nel 2004, siamo nati da un progetto condiviso sui banchi di scuola, per poi raccattare amici e conoscenti con una visione comune del mondo e della musica. Abbiamo iniziato a suonare, dal piccolo e poi sempre più in alto, e nel 2007 abbiamo inciso il primo lavoro, Welcome. Abbiamo partecipato a diversi contest, come Emergenza, TourMusicFest, Torino Sotterranea, e così via, che ci hanno permesso di conoscere molte altre band e suonare su palchi d’eccezione. Nel 2012 abbiamo cambiato formazione, e con i nuovi musicisti la band ha dato una vera e propria accelerata. Ecco che nel 2013 è uscito iI nostro disco In Bilico, che riassume parte del lavoro fatto negli anni, e parte della nuova spinta verso il futuro.

Stiamo parlando di una band emergente e soprattutto indipendente, trovate difficolta nell’inserirvi nell’ambiente musicale italiano?

Sì, se parliamo di palchi istituzionali. Suonare in giro non è difficile, ma è difficile farsi considerare, soprattutto se la musica proposta non è immediata o di moda, difficile entrare nelle reti di locali dove suonare, se non hai già un giro, che purtroppo non si crea solo sapendo suonare bene. Spesso e volentieri ci troviamo di fronte alla valorizzazione di band con scarso valore artistico-musicale ma molto “appariscenti”, con i quali sembra che i “ganci” siano più importanti della musica.

Pensate che gli altri artisti nel resto del mondo vivano le stesse vostre difficoltà? Perché?

Non lo sappiamo. Altre band amiche che hanno fatto tour in USA o in nord Europa ci raccontano che lì la cultura del live è diversa, che c’è attenzione e considerazione anche per le band emergenti, e soprattutto ascolto del prodotto che stai proponendo. Continuiamo a sperare che questo modo di vivere e ascoltare la musica arrivi anche qui…

Com’è il vostro rapporto con i locali (o gestori) per quanto riguarda la possibilità di esibirvi? Raccontateci anche qualche particolare situazione in cui vi siete trovati.

Il rapporto è difficile, nei locali medio/grandi è possibile suonare solo con i contest. Meno male che ci sono, ma è un po’ frustrante essere valutati solo per il numero di persone che si portano, che pagano o che consumano. La maggior parte dei locali non rispondono nemmeno alle mail, e anche questo rende tutto più complicato. Detto questo, ci sono anche gestori attenti, che ti danno la possibilità di suonare senza troppe storie e senza tirarsela tanto. Se vuoi un aneddoto, una volta, in centro a Torino, ci siamo montati completamente il palco, dalle spie, alle luci, al setting (della serie: arrivare concentrati al live) attaccato con cura tutto alla ciabatta e dopo due ore che nessuno del locale ci considerava abbiamo scoperto che il mixer non esisteva. Capisci? Questa ti sembra “cultura del live”? O anche solo professionalità? A noi no. Per fortuna il nostro pubblico è superbo, ripaga ogni sforzo, e non c’è serata in cui non ci sentiamo arricchiti dalle persone che ballano, ascoltano, criticano e condividono le nostre fatiche. Ecco, se dobbiamo dirla tutta il grazie più grande va a loro, non ai locali, né ai contest, ma alla gente che col sorriso ti accompagna e ti solleva in modo costruttivo.

Pensate sia giusto ricevere un cachet anche da perfetti sconosciuti? E non parlo del vostro caso ma in generale. Dove entrambe le cose non fossero possibili, meglio suonare tanto e gratis (o quasi) oppure suonare poco ma ben remunerati?

Pensiamo che sia meglio suonare tanto, giustamente remunerati. Sono molte le ore che una band come la nostra trascorre a pensare, progettare, allenare e perfezionare lo spettacolo, così come sono molti i fondi investiti, i km fatti, il tempo sottratto al lavoro che ci sfama. Dunque suonare e almeno non perderci i soldi investiti per raggiungere il palco, o per affittare la strumentazione mancante, ci sembra il minimo. Suonare tanto, anche aggratis, è indispensabile per farsi le ossa e l’esperienza, ma fino ad un certo punto e fino a un certo livello: se una band muove anche solo un centinaio di persone e intrattiene per un ora e mezza, beh, una birra e una pasta scotta non bastano più.

Tralasciando i contest on line, trovate che quelli più popolari e dove si suona dal vivo siano utili per una band emergente? Vi faccio qualche esempio, Arezzo Wave, Marte Live etc…

Utilissimi. Come dicevamo prima, grazie ai contest abbiamo raggiunto palchi difficili da raggiungere per una band emergente. Per chi è di Torino parliamo dell’Hiroshima, delle Lavanderie Ramone, le Officine Corsare o i Giancarlo ai Murazzi. Inoltre si conoscono e incontrano altri musicisti e altre band, e questo è sempre arricchente. Trovando dei limiti, da musicisti, a volte sembra poca l’attenzione verso la proposta musicale: non è sufficiente ascoltare due pezzi su youtube per capire qual è la ricerca di una band; se si organizza bisognerebbe avere la pazienza di scendere nel dettaglio, sebbene implichi tempo e denaro ma è il prezzo per fare un lavoro di qualità e migliorare la proposta artistica nazionale. Altro problema, molto più concreto è al solito il chiedere a chi ti segue di pagare la tessera associativa di turno, l’ingresso, ecc ecc. Certo, la colpa non è solo di chi organizza, ma anche la mancanza di politiche adeguate a finanziare le attività giovanili in generale, tra cui la musica live.

Avete mai avuto a che fare o solo sentito parlare degli uffici stampa? Cosa pensate? Una band precedentemente intervistata si lamentava dei prezzi, voi come vedete queste realtà ormai fondamentali per farsi conoscere?

Sì, conosciamo il mondo degli uffici stampa. Con l’uscita del nostro disco In Bilico, abbiamo deciso di fare questo investimento. Il punto è che la promozione e la diffusione delle informazioni sono importantissimi, ed è necessario farli per valorizzare il lavoro che hai fatto: abbiamo imparato che bisogna starci dietro quotidianamente per avere dei risultati, e se non può farlo il musicista in prima persona, deve farlo qualcun altro. Ci siamo avvalsi di Rosina Bonino, ufficio stampa di Fratelli di Soledad, DotVibes, Invers, Dagomago e molti altri, e con la sua professionalità e esperienza, ci siamo trovati davvero bene. Affidarti a dei professionisti che si occupano di questi aspetti, ti permette di concentrarti ancora di più sulla musica e sugli spettacoli live.

Esiste ancora la possibilità che un gruppo come voi riesca ad emergere con le proprie forze?

Beh, è quello che speriamo. In ogni caso crediamo che suonando tanto, dando il meglio di sé, e avendo qualcosa di originale da proporre, le possibilità ci siano per tutti.

Perché qualcuno dovrebbe ascoltarvi?

Perché ama il Rock, ama i testi in italiano, ed è stufo di sentir dire che il Rock nel nostro Paese è in mano a pochi famosi artisti. Tutte le nuove proposte mainstream in Italia escono da reality show, ora, ma secondo noi la musica non è spettacolarizzazione della vita, è una cosa seria che richiede fatica, lavoro e studio. La musica può trovare mille vie per uscire fuori ma deve avere le possibilità per essere valorizzata, non vuol dire per forza diventare milionari, ma aspirare al riconoscimento di un lavoro che ha valore. La gente potrebbe ascoltarci perché il nostro è un prodotto sincero, che racconta delle storie nelle quali riconoscersi, che veicola sentimenti comuni, perché ha voglia di scoprire storie nuove, ambientate nelle nostre città, e perché ha voglia di venire sommerso dalla nostra energia dal palco.

Cosa riserva il futuro per voi? State preparando qualcosa?

Stiamo continuando a portare in giro i brani dell’ultimo disco, e nel frattempo stiamo scrivendo pezzi nuovi. Stiamo preparando due videoclip e pensando a un nuovo lavoro discografico.

In questo spazio potete dire tutto quello che volete e che non vi è stato chiesto e fare pubblicità alla vostra band.

Beh sicuramente vogliamo ringraziare Riccardo e lo Staff di Rockambula per questa occasione, oltre a quella del simpatico contest AltrocheSanremo. Tutti i fans che leggeranno e le persone nuove che vorranno cliccare “mi piace” sulla pagina Fb www.facebook.com/autinvertigo . Aut In Vertigo è un modo bello di fare musica, ascoltare, condividere, fare strada insieme. Aggiungetevi alla cumpa, non ve ne pentirete.

Rivoluzione

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Arezzo Wave Abruzzo 2014: dura il rock duro!

Written by Senza categoria

Definiti i cinque finalisti live di quest’anno. Pescara torna a far contare i suoi numeri mentre la manifestazione torna in provincia di Chieti da dove mancava dal 1997. Nella serata finale le voci femminili saranno in maggioranza. Queste di seguito saranno le band che calcheranno il palco il il prossimo sabato 12 Aprile presso L’Abitudine Cafè di Vasto (CH) a partire dalle 23:00 (ingresso libero)

Doriana Legge L’Aquila
Malamadre Collecorvino
Mom Blaster, Lanciano
Sax this Candy Pescara
Two Fates Colonnella

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