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DEADLETTER @ The 100 Club, Londra | 28.09.2022
Nello storico locale londinese, la band post-punk guidata da Zac Lawrence ha chiuso alla grande il suo tour UK.
Continue ReadingJanek Schaefer – World News
Le quattro tracce che mettono insieme World News sono il logico seguito degli studi dell’architetto Janek Schaefer circa la correlazione tra suono, spazio e luogo. Le sue opere, le sue performance, fanno il giro del mondo, dal Tate Moderne di Londra all’Opera di Sidney ed è dunque evidente che, un lavoro complesso come questo, non possa essere visto sotto l’apparenza di una lineare creazione musicale. La tracklist è composta di suoni captati, glitch, rumori di fondo e voci narranti che raccontano il mondo prendendo spunto da diversi quotidiani internazionali del periodo 03 maggio / 10 maggio 2014 generando una scultura multiforme fatta di collage concreti nell’estetica ma profondamente claustrofobica, raccolta e irregolare. Un modo di produrre Elettronica sperimentale staccandosi totalmente dal concetto stesso di Elettronica, smantellando la comune concezione di musica che qui diventa solo uno degli elementi di qualcosa più grande, il tutto, però, restando fortemente ancorati alla drammaticità del reale e non lavorando esclusivamente nell’astratto. È davvero complesso, per i meno attenti a questa scena fatta d’indagine estrema, godere appieno di un disco come World News e nello stesso tempo è difficile giudicare un album, anzi un’artista, che non fa certo del Lp il suo principale strumento di divulgazione delle proprie idee. Tuttavia, ci sono diversi fattori che mi aiutano a non collocare questa tra le migliori opere realizzate da Janek Schaefer, dalla durata ridotta del disco che non permette una corretta assimilazione dei concetti sofferenti racchiusi nello stesso, fino alla scelta dei suoni a tratti fin troppo piatti e monotoni. L’obiettivo apparente di questo World News può assimilarsi a quello di Alku Toinen, altra opera dello stesso genere e di un artista, Padna, della stessa etichetta (Rev Laboratories) ma la tensione nervosa suscitata da quest’ultimo era decisamente più convincente rispetto al disco che analizziamo oggi, il quale resta d’indubbio valore ma di certo indietro rispetto alle altre produzioni dello stesso Schafer. Il tutto con la consapevolezza che certe cose possano acquistare un pregio aggiunto, se diffuse in ambienti più dedicati e adatti rispetto alle quattro mura di casa.
Intervista ad Alessio Premoli a.k.a. Chelidon Frame
Chelidon Frame è uno dei tanti progetti dietro al quale si nasconde il chitarrista milanese Alessio Premoli. Il suo lavoro più sperimentale è una miscela di Ambient, Noise e Drone. Lo abbiamo incontrato per capire al meglio la sua musica cercando anche di scoprire se certi suoni possano avere un ruolo primario nell’età moderna.
Niton – Tiresias
Niton è l’incontro di tre anime e la rappresentazione in musica di quello che ne può scaturire. Zeno Gabaglio da un lato a dare vita al suo electric cell, quindi Luca “Xelius” Martegani a gonfiare e donare forza alla parte Elettronica e infine El Toxyque col suo tocco di improvvisazione e sperimentazione costruito grazie all’uso dei più svariati e anomali strumenti del mestiere. Il risultato è Tiresias, secondo album per la formazione italiana che segue l’omonimo prodotto sempre da Pulver Und Asche e idealmente riesce a sottolineare gli aspetti positivi che aveva dipinto, generando un continuo fluire di musica intuitiva che stavolta scorre senza perdere mai quella tensione nervosa necessaria a cogliere a pieno la bellezza della sua estemporaneità e naturalezza. Tiresias nasce in circa quindici mesi e prende decisamente piede partendo dall’Avantgarde dell’esordio. Tuttavia l’evoluzione stilistica, non sappiamo quanto naturale mutazione o frutto di precise valutazioni razionali, è evidente, sia sotto l’aspetto estetico grazie ad un suono più determinato, un uso più intelligente delle pause disciolte nelle note e una maggiore preponderanza della sezione ritmica a dare una potenza che mancava, sia sotto l’aspetto tecnico, da valutarsi specie in un uso ancor più ampio di strumenti non sempre al centro dell’attenzione del genere (vedi Theremin o Memorymoog). Nonostante sia totalmente assente la parte lirica, l’Electro Avantgarde dei Niton riesce bene a legarsi al mito evocato dal titolo dell’album. Tiresia è il celebre indovino cieco della mitologia greca diventato tale a causa di Era dopo che rivelò il segreto del piacere delle donne (nove volte superiore a quello dell’uomo) al sommo Zeus che lo ricompensò con la facoltà di prevedere il futuro e vivere sette volte più degli altri. La figura mitologica in questione nasconde tanto fascino che vi suggerisco di cogliere nelle opere di Omero, Ovidio e tanti altri e magari ritrovare nelle note di questo Tiresias, cercando di esplorarne gli aspetti più cinematografici, emozionali e meno nozionistici. La proibitiva lunghezza dell’opera che sfiora gli ottanta minuti non è certo il tipo di Elettronica sperimentale più agevole da ascoltare e rischia di ricondurre i Niton alle stesse imperfezioni del primo lavoro ma questa volta c’è da scommettere che la voglia di arrivare in fondo non sparirà facilmente con lo scorrere lento della loro musica.