Federico Pazzona in arte Beeside mette dentro la sua musica l’inconfondibile timbro degli elementi impalpabili dell’ossigeno, dell’elio, e di tutto quello che fa galleggiare tra abbandoni e virate, accenti folk come fatti di pasta di vetro, solo da ascoltare e mai toccare, come se si rischiasse il “pouf” che disintegra le bolle di sapone; “Mood Spirals” è l’uscita al grande ascolto di questo artista sassarese, metà cantautore, metà aviatore di grandi spazi onirici, adagiato ad un certo nu-folk di terra d’Albione e fuori dai giri viziosi dello stesso.
Tutto è eseguito con classe sopraffina, tratteggi ancient, sguardi Donovaniani e interrogativi alla Drake, delicatessen armoniche che svolazzano alternativamente divertite e pensierose sopra accordi di chitarra acustica, sopra territori intimi e meccanismi confessori; dodici tracce che hanno un umore istintivo cangiante, variegato di giornate tra autunno ed inverno come sottolineate dagli archi di “Keep your mouth shut” o dagli intrecci di corde che sovvengono lontani ricordi di Zeppelin bucolici “Take a breath and swim”, poi se andiamo a captare fino in fondo l’essenza della scrittura minimalista di questo ottimo cantautore si avvertono le influenze fascinose del Drake sopracitato, di quella solitudine agrette che trema come una foglia di sera “Migraine”, la titletrack, “Connection”, solitudine che fa raggomitolare l’ascolto come se si fosse davanti ad un camino acceso mentre fuori piove fitto, mentre fuori i pensieri prendono a correre senza meta.
Straordinario debutto per questa penna sarda che non solo ci comunica il suo stato interiore voltato ai suoni dolci e melanconici di un amazing revue , ma anche un insieme di trasfigurazioni intuitive che lo portano a brillare in un disco dove caracollare con gli occhi lucidi ed il magone in gola “Sunken cheeks” fa parte di un mondo, il suo mondo, capace di sganciarsi libero da qualsiasi vincolo.