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Nudist + Origod @ Blah Blah, Torino, 13/01/2017 [SHORT LIVE & PHOTO REPORT]
Venerdì scorso il Blah Blah di Torino ha ospitato, direttamente dalla Capitale del Male Firenze, i Nudist, band che propone un Post-Metal ricchissimo di ispirazioni (tanto da diventar molto altro e far stare un po’ stretta l’etichetta) che con l’ottimo See the Light Beyond the Spiral, uscito nel Marzo del 2015, aveva fatto parlare molto bene di sé.
A fare gli onori di casa, salendo per primi sul palco, sono stati gli Origod. Entrambe le formazioni hanno presentato i loro futuri dischi, in uscita nei prossimi mesi.
La band torinese formata da Vincenzo Circosta (voce), Dario Chiadini (chitarra), Luciano Chertan Cotta (batteria) e Marco Miglietti (basso), ha offerto un energico e coinvolgente spettacolo di matrice Hardcore-Metal capace però di spaziare verso atmosfere più tipicamente Hard Rock.
Forse a scaricare, forse a nutrire, una tensione mantenuta sempre su buonissimi livelli, Luciano Cotta alla conclusione dei brani ha spesso picchiato ancor più duro sul suo strumento o liberato urla con un’espressione del volto ardente e ricca di passione per la musica proposta. I 4 ragazzi hanno dimostrato un grande affiatamento ed il loro live centrato sui brani di Solitude in Time and Space, disco che sarà pubblicato a breve, è volato via molto piacevolmente caricando l’ambiente della giusta energia per il set della formazione toscana.
I Nudist, per l’occasione presentatisi in trio col solo Francesco Caprotti alla batteria, oltre che Gabriele Fabbri alla chitarra (chiaramente una Nude) e Lorenzo Picchi al basso ed alla voce, sono saliti sul palco pochi minuti dopo la fine del set degli Origod ed hanno presentato Bury My Innocence, lavoro che vedrà la luce il prossimo 20 Marzo grazie alla produzione di Argonauta Records, Dio Drone ed una serie di altre labels.
Il trio toscano ha offerto una coinvolgente ed intensa miscela di sonorità. La tostissima sezione ritmica, coi suoi numerosi cambi di tempo e la sua precisione, ha dimostrato una consistenza ed una qualità molto elevate, ma la vera protagonista della serata è stata la chitarra di Gabo, principale artefice dei movimenti sonori della band. Le sue incursioni in territori ora più psichedelici, ora più Stoner, ora più Doom, suonano naturalissime e grazie all’ottimo lavoro di France e Lore risultano sempre capaci di mantenere una certa inquietudine di fondo.
La proposta della band è anarchica e complessa ma ha l’abilità di arrivare semplice, oltre che parecchio gustosa e impattante. Per quanto visto e sentito durante questo live credo sia dunque ipotizzabile immaginare si dirà un gran bene anche del prossimo lavoro di questa solida formazione fiorentina. Una sensazione ben più che personale vista l’ottima risposta del pubblico presente.
Quilt @ Blah Blah, Torino, 2 Novembre 2016 [PHOTO REPORT]
Carezze e calore. Questo offrono dal vivo i Quilt, formazione di Boston passata mercoledì scorso al Blah Blah di Torino.
La band è formata dalla cantante e chitarrista Anna Rochinski, dal chitarrista Shane Bulter, da Kevin Lareau al basso e da John Andrews alla batteria. Il loro Pop (Dream & Psych) filtrato di Folk ed il buonissimo e meditativo songwriting risultano capaci di creare un’atmosfera tanto viva quanto rilassata nell’ambiente e nei cuori dei presenti.
La Rochinski seduce con la sua voce vellutata e con la sua eterea e sorridente presenza, capace di farti sentire al sicuro, ricordandomi molto, proprio per questi motivi, Rachel Goswell.
Anna non è la sola a cantare pur essendo la voce principale della formazione, durante l’esibizione viene spesso affiancata dalla seconda voce di Bulter (che eseguirà anche un brano dove la voce principale sarà la sua) e dai molti cori, ottimamente impastati, dove non manca mai neanche il supporto di Lareau ed Andrews.
La band pur centrando il concerto sulla sua ultima fatica, Plaza, data alle stampe lo scorso Febbraio, non manca di proporre brani, e non pochi, dai due precedenti album (Quilt del 2011 e Held in Splendor del 2013), proponendo una piacevolissima carrellata di una quindicina di brani che sono un intenso abbraccio e che hanno il solo difetto di scivolare via fin troppo velocemente.
Queste melodie rilassate, questo tuffo negli anni Sessanta e quei sentori d’Oriente liberati nell’aria durante l’esibizione regalano un live raffinato e sognante che va ben oltre le più rosee aspettative. Quattro talentuosi ragazzi questi Quilt, capaci di creare un calore familiare, capaci di tenerlo vivo anche una volta scesi dal palco, capaci di risultare freschissimi nel loro guardare al passato.
[Guarda/Ascolta “Talking Trains” eseguita al Blah Blah]
Danielle De Picciotto & Alexander Hacke @ Blah Blah, Torino, 22 Ottobre 2016 [PHOTO REPORT]
Danielle De Picciotto e Alexander Hacke hanno presentato sabato scorso al Blah Blah di Torino il loro ultimo lavoro, Perseverantia, dato alle stampe il 6 Maggio di quest’anno.
I due, che fanno coppia anche nella vita da ormai una quindicina d’anni, sono tra i più grandi sperimentatori del circuito musicale e non solo. Alexander Hacke ha inizato a suonare da giovanissimo con i Sentimental Jugend in compagnia di Christiane Vera Flescherinow (autrice del libro culto Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino) prima di entrare a far parte, neanche quindicenne, dei seminali Einstürzende Neubauten (dei quali ancora tutt’oggi è una delle colonne portanti) nel 1980 ed inserirsi sei anni più tardi nei Crime & the City Solution di Simon Bonney; Danielle De Picciotto è artista eclettica, co-fondatrice della berlinese Love Parade, pittrice, voce degli Space Cowboy e soprattutto visual artist (saranno sue le immagini che accompagneranno il live).
Perseverantia è stato registrato nel deserto del Mojave e se ne porta dentro il respiro. I 7 titoli del disco sono tappe di una sorta di ricerca di chiarezza, di risveglio spirituale e nuova filosofia di vita; sono 7 titoli figli del nomadismo scelto dalla coppia dopo aver lasciato Berlino 5 anni fa, una scelta non facile ma un cammino che ancora oggi, con perseveranza, continua. Un disco che per questi motivi risulta facilmente collegabile al lavoro solista della De Picciotto, Tacoma, uscito lo scorso anno.
Il set, dove troviamo prevalentemente la De Picciotto al violino, all’elettronica ed alla ghironda ed Hacke alla chitarra ed ai tamburi, è un avvolgente lavoro di matrice Experimental-Drone che presenta suoni spettrali, morbidezze, rumori e silenzi, alternando una gran quantità di feedback a percussioni ora metalliche ora tribali e sfociando talvolta in territori psichedelici ed in ritmi Noise piuttosto ossessivi. Si tratta di un live prettamente strumentale che non fa però mancare qualche incursione vocale grazie allo splendido spoken word della De Picciotto (in questi casi piuttosto vicina a Laurie Anderson) ed al profondo timbro della mantrica voce di Hacke.
Un live meraviglioso proposto da due anime gemelle che rappresentano al meglio la perfetta simbiosi del loro muoversi nell’arte e nella quotidianità della vita; a dimostrarlo quegli sguardi, quel reciproco, intenso e naturale, cercarsi, figlio di una complicità vera e profonda. I due sul palco paiono talvolta sagomare coi loro occhi un qualche ipotetico fuoco idealmente posto tra loro.
Musica (in)quieta ed affascinante; personaggi, anzi, persone, altrettanto affascinanti ed al contempo incredibilmente semplici, capaci di regalare al pubblico accorso al Blah Blah una serata indimenticabile.
Arrington De Dionyso’s – Malaikat Dan Singa [FOTO REPORT]
A due anni dal precedente passaggio in città, sempre al Blah Blah, Arrington De Dionyso ritorna con il suo progetto Punk-Rock Trance d’ispirazione indonesiana Malaikat Dan Singa.
Il Nostro sfoggia una mise (prima di rimanere in canottiera al terzo brano) meno eccentrica di quella con la quale i torinesi lo ricordano al suo ultimo passaggio in città ma certamente la sobrietà continua a vivere altrove.
Arrington strega con la sua forte presenza scenica e con la sua folle voce multidirezionale che porta spesso a pensare a strumenti di terre lontane.
A supportare Arrington (probabilmente ai più conosciuto per i suoi lavori a nome Old Time Relijun) una band di buonissima qualità con il bassista che sfoggia tra l’altro un tatuaggio degli Einsturzende Neubauten ed una maglietta dei Piano Magic, come si potrebbe non volergli bene?
Quasi nemmeno il tempo che l’ultima nota del live sfumi via che dal pubblico qualcuno domanda “quando tornerai?”, “spero presto” risponde un radioso De Dionyso e vedendo com’è andata la serata credo insieme a lui lo sperino tutti i presenti.
Non c’è un banchetto, a fine live il merchandising, essenzialissimo, viene venduto direttamente da sopra il palco tra sorrisi, strette di mano, abbracci e facce felici tra il pubblico come tra i componenti della band.
Stasera a Torino “Il Pensiero Sarà un Suono”
A chiusura della due giorni del convegno “Le Parole della Strada – Laboratorio Torino ’90”, si terrà stasera presso il Blah Blah di Torino “Il Pensiero Sarà un Suono – Italia 90”, un concept musical/letterario sulla scena torinese ed italiana alternativa ed indipendente degli anni ’90 a cura di Domenico Mungo ed Il Pensiero Sarà un Suono. Sarà un’occasione per raccontare Torino ed il mondo di quegli anni nelle parole musicate di Negazione, Africa Unite, Marlene Kuntz, Kina, CCCP/CSI, Casino Royale, Fluxus, Pixies, C.O.V., Disciplinatha, Diaframma, Garbo, Fugazi, QOTSA, Kyuss, Refused, Battiato, Fossati, Vasco Rossi, Rino Gaetano. Di seguito il programma dell’evento:
Ore 19,30
Proemio:
Cristiano Godano (Marlene Kuntz) & Giancarlo Onorato (Ex -Live) in acustico.
“Lievemente: Percorsi in parole e musica della Marlene a Torino”, introduce Domenico Mungo
ore 22,30:
Il Pensiero Sarà un Suono – Italia 90
Artisti:
Proemio ore 20,00:
Cristiano Godano (Marlene Kuntz)
Giancarlo Onorato ( Underground Life)
Domenico Mungo (Scrittore)
Narratio ore 22,30:
Gigio Bonizio (C.O.V. – Totozingaro)
Franz Goria (Fluxus)
Fabrizio Broda
Cristina Visentin (Fratelli Sberlicchio)
Gianluca Cato Senatore (BlueBeaters – Africa Unite)
Bobo Boggio (Fratelli di Soledad)
Mauro Brusa (Derelitti)
Mao (Vodoo – Maoelarivoluzione)
Paolo Angelo Parpaglione (BlueBeaters – Africa Unite)
Beatrice Zanin (Daniele Celona Orchestra)
Resident Band:
Franco Forresu ( Fuco – drums )
Sandro Serra (Titor – drums)
Luca Pisu (Fratelli di Soledad – bass)
Luca Morellato ( Bluedaville – Concrete Bloc)
Luca Catapano (Black Wings Of Destiny – C.O.V.)
After Show Parties:
Melody Maker’s Special ‘ 90 Edition – Dj Blaster T.
We Are Waves 20/06/2015
We Are Waves @ Blah Blah, Torino, 20/06/2015
Breve e doverosa premessa: il mio primissimo incontro con i We Are Waves non avviene durante un live con tutta la band al completo, ma durante una festa di quartiere (quartiere Vanchiglia, Torino), in un negozio di dischi (Gravity Records) dedicato alle etichette indipendenti, dove la band ha suonato in formazione di electro-set che vedeva rispettivamente il cantante Fabio Viassone e Cesare Corso, alle prese con chitarra e sintetizzatori. Da quel primo casuale incontro, intuisco che la musica che stavo ascoltando era qualcosa di speciale; lo capisco dal fatto che mi ritrovo improvvisamente a sorridere, e comincio a sentire dentro una sensazione rassicurante, del tipo “Eccoti qua finalmente, ti stavo cercando”. La questione andava comunque approfondita, mica ci si può fermare alle prime impressioni. Compro Promises, quando torno a casa me lo sparo nelle orecchie, ed è stato come averli là, tutti: The Cure, Joy Division e tanti, tanti altri, tutti a dare il proprio contributo a quel disco dai toni così decadenti ed attaccati alla tradizione New Wave, ma che allo stesso tempo suonava moderno, influenzato di certo dalla tradizione elettronica torinese, e non un disco-fantoccio dalle finalità esclusivamente evocative. Il mio desiderio è quello di poterli riascoltare a breve, e l’occasione si presenta in fretta per il release party di Promises al Blah Blah di Torino. Fine della premessa.
Mentre Torino si prepara alla visita del Papa a botta di maxischermi e transenne lungo tutta via Po, il Blah Blah si prepara al live della serata sfoderando i propri santi protettori; ecco comparire sull’amplificatore l’effige di un altro famoso papa, “Papa Morrisey”, giusto per rendere chiara a tutti la religione che si segue in certi luogo di culto. Dopo più di un anno i We Are Waves tornano a suonare nella propria città con un concerto questa volta che vede la band al completo, nella formazione di Fabio Viassone alla voce e chitarra, Cesare Corso ai sintetizzatori, Fabio Menegatti al basso e Francesco Pezzali alla batteria.
Il pubblico è di certo quello bello ed affettuoso di chi gioca in casa, ricco degli amici di una vita che vengono a festeggiare un nuovo traguardo, ma non solo; sono tanti i curiosi ed amanti della musica accorsi per sentire dal vivo quello che in digitale li ha tanto entusiasmati. Il risultato? Il Blah Blah è stracolmo di gente. E Promises è un album che merita tutto questo affetto. Lo percepiscono maggiormente le anime inquiete, per le quali questo disco è come una goccia nel mare sconfinato delle proprie solitudini, e che nella sua versione live, grazie ai suoni ed alla voce intrisi di malinconia, riesce ancora di più ad arrivare in quei luoghi carichi di ferite, ed alleviare quel dolore che solo nella musica, certa musica, può trovare ristoro. Promises viene suonato quasi per intero, mentre gli ultimi pezzi sono quelli di Labile, disco del 2014.
A concerto finito la sensazione è bellissima, e se qualcuno venisse oggi a chiedermi: “Fanno musica New Wave, un genere che ha visto i suoi anni migliori all’incirca 30 anni fa. C’era davvero bisogno di un gruppo così?”. La mia risposta sarebbe: “Si. Ce n’era un disperato bisogno”.