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Hard Grooves Drum School

Written by Interviste

Giorgio Di Giannantonio, classe 1981, è un batterista, un insegnante e uno dei fondatori della Hard Grooves Drum School di Raiano (AQ). Dopo la preparazione con Vincenzo Tortoris, Giorgio ha perfezionato la tecnica sul cajon con il M° Antonio Frangiosa, frequentando parallelamente l’Istituto Timba di Roma, sotto la supervisione del M° Marco Rovinelli. Ha inciso, tra gli altri, con Il Grande Scisma d’Oriente, con Trigger Boy e Bones Bag. Il suo curriculum si completa, poi, con una fitta attività di turnista, che l’ha visto esibirsi in Italia e all’estero. Giorgio e la Hard Grooves Drum School hanno messo in palio uno dei premi del Rock Contest Streetambula organizzato da Rockambula: i tre migliori batteristi selezionati dalla giuria avranno la possibilità di seguire gratuitamente delle lezioni intensive con lui. Per farvelo conoscere meglio e per tastare il polso della didattica musicale nostrana, abbiamo preparato una piccola intervista.

Ciao Giorgio benvenuto. Vorrei che ti presentassi brevemente ai nostri lettori, spiegando la tua preparazione e di cosa ti occupi esattamente.
Ciao Marialuisa, sono due anni che mi occupo del progetto Hard Grooves Drum School. Hard Grooves è una realtà nata da una idea mia e di Alessio D’Alessandro, batterista dei One Trax Minds. Volevamo creare una community al fine di attrarre l’interesse dei ragazzi verso quello che era la nostra passione più grande: l’amore per la batteria. Sentivamo l’esigenza di dar vita ad una piattaforma dove poter condividere le nostre esperienze, idee, gusti musicali. Successivamente è stata mia l’idea di arricchire quella piattaforma con dei corsi di batteria. Devo ammettere che per me questa è stata una sfida interessante, volevo buttar fuori tutto quello che avevo incamerato in anni di studio dello strumento. Dalle prime lezioni prese a Sulmona passando per i corsi seguiti al Timba di Roma finendo con la magnifica esperienza fatta con il Berklee College dove ho preso uno Specialist Certificate.

In Italia, oltre ai conservatori che hanno finalmente approvato l’indirizzo jazzistico, sono recentemente nate diverse scuole di musica specifiche per il pop e il rock. Come si inserisce la tua scuola in questa corrente? Che tipologia di corsi offre e in cosa credi si distingua particolarmente?
Per prima cosa ho voluto, dopo anni di studio, cercare di proporre ai ragazzi una scuola così come io la sognavo da studente. Voglio che i miei ragazzi abbiano accesso a quanto di meglio offre oggi la didattica, voglio vederli sempre interessati e curiosi. Credo poi che per mantenere alto il livello di apprendimento sia essenziale dar loro l’opportunità di suonare su strumenti di prim’ordine ed avere delle attrezzature adeguate. Per quanto riguarda il discorso dei conservatori e delle scuole indirizzate su generi specifici credo che questa scelta sia ad oggi necessaria. Non è più pensabile proporre una didattica distinta e separata rispetto quello che poi andremo a suonare. Detto questo, è essenziale stimolare il gusto dei ragazzi al fine di renderli non solo degli ottimi esecutori ma degli artisti capaci di creare musica valida. In questo voglio che la mia scuola sia diversa dalle altre. Devono diventare consapevoli dell’importanza degli ascolti.

Quali sono le qualità che deve avere secondo te un bravo insegnante di musica? Credi che sia indispensabile essere prima di tutto anche un buon esecutore?
Credo che un bravo insegnante di musica non debba mai smettere di essere un bravo studente. Se si cercano costantemente delle vie per migliorarsi sarà più semplice indicarle anche ai ragazzi. Non so se sia necessario essere dei buoni esecutori per poter insegnare. Quello di esecutore è un concetto che non amo, preferisco parlare di musicisti.

Nei tuoi anni di carriera, avrai senza dubbio visto passare numerose band. Quali sono secondo te le debolezze maggiori che le giovani formazioni mostrano di avere in studio? Come potrebbero migliorare?
Credo sarebbe più appropriato rivolgere questa domanda ad un fonico. Per quel che riguarda la registrazione della batteria ritengo sia importante curarne il suono e renderlo quanto più adatto al genere che si va ad affrontare. È altrettanto importante saper suonare bene con il metronomo.

Rockambula sta organizzando un Rock Contest per il mese di agosto. Tra i tanti premi, tra cui una sei giorni in full immersion nello studio di registrazione Acme, verrà assegnato un riconoscimento speciale per i tre migliori batteristi, che avranno l’onore di poter seguire gratuitamente le tue lezioni. Come e perché è nata questa collaborazione? Quali sono i parametri che pensi debbano essere presi in considerazione dalla giuria?
Questa collaborazione è figlia della stima che nutro per il vostro lavoro. Inoltre non nascondo che questa è un ottima occasione per far conoscere il progetto Hard Grooves. Per quel che riguarda i parametri credo che ogni giudice dovrebbe lasciarsi guidare dal proprio gusto personale. Non amo infatti una eccessiva razionalità nel giudizio musicale. Credo che nella musica conti il trasporto ed il ‘sentire’ (to feel) piuttosto che quella componente razionale e logica.

Lasciando stare le soluzioni e gli espedienti che una giovane band può intraprendere per cercare di emergere, quali sono le possibilità concrete di un eccellente strumentista in Italia?
Non credo si possa ambire oltre il ruolo da turnista. La formazione di molte scuole italiane è finalizzata a quella figura professionale.

Concludendo e salutandoti, vorrei chiederti di lasciarci con un piccolo consiglio pratico a tutti i musicisti che leggono Rockambula.
Ragazzi, uscite, vedete concerti e consumate quanta più musica vi è possibile.

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